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Eccoci qua! L'ultima volta che ho scritto, Red Auerbach era ancora fra noi, Bargnani doveva ancora cominciare il training camp, io giravo in maniche corte per una Bolzano insolitamente mite, e……. vabbe' lo avete capito, e' un sacco di tempo che non aggiornavo il personalissimo stupidario.
Avevo gia' due o tre idee poi abortite per cominciare il pezzo, dal filmato sulle prime cheerleader in biancoverde (nessuno mi togliera' dalla testa l'idea che il simpatico Red ha preferito lasciare anzitempo questa valle di lacrime piuttosto che vedere il parquet incrociato infestato da chiappe guizzanti che non fossero quelle della sua guardia tiratrice), alla fantasmagorica mano di bianco che Chicago ha rifilato in opener ad una Miami ancora grassa di festeggiamento, e cosi' via.
Poi pero' la redazione di Play It (che e' un luogo reale nella stessa misura di Atlantide e dell'Isola che non c'e', lo spirito esiste eccome) e' stata colta da un fremito.
Nell'ultimo editoriale di American Superbasket, rivista storica che da quasi 15 anni parla di basket a stelle e strisce, Il Direttore Franco Montorro, citando le “enormi novita' che caratterizzeranno i prossimi numeri della rivista”, sottolinea
… l'impegno della redazione e la sua presenza, in tempi in cui grazie al copia-incolla o anche al solo copia sembriamo circondati da tribu di esperti
Bingo!!!
Piu' di qualche testolina redattrice ha pensato che il destinatario del “complimento” (o almeno uno dei) fosse proprio la creatura messa in piedi e regolarmente puntellata dal Megapresidente Max Giordan.
E da qui in poi, e' stato tutto un “lasciami rispondere, Max lascia che gli renda pan per focaccia” da parte dei nostri Moschettieri, con il Max che, abile pompiere e illuminato saggio (forse perche' le primavere si assommano anche sul suo, di groppone) sottolineava che poi non era il caso di scatenare chissa' che guerra santa.
Alla fine, visto che di cazzeggio si tratta, ho preso la palla al balzo ed ho assegnato all'unanimita' al succitato Montorro il prestigioso onore di essere oggetto della mia rubrichetta (Direttore, ha l'autorizzazione ad includere la cosa nel suo personale Curriculum vitae). Ne e' uscita quindi questa lettera immaginaria, che condivido volentieri con voi.
Caro Direttore,
sarebbe troppo facile sottolineare che, avendo noi saputo cosa Lei ha scritto nell'editoriale, significa che abbiamo (almeno uno di noi lo ha fatto) scucito i 3.70 Euro per acquistare la Sua lodevole rivista, ed e' sempre operazione poco lungimirante quella di cazzuolare i propri lettori o parte di essi. Sarebbe troppo facile, quindi lasciamo stare.Sarebbe altrettanto scontato che, vivaddio, ci mancherebbe altro che non mandate uno, due, cinque inviati a vedere anche lo spazzolino da denti che usa Bargnani, visto che non e' che tutte le settimane il primo premio della Lotteria di Stern viene vinto da un romano.
Piu' difficile che un sito ed un progetto senza fini di lucro possa finanziare un biglietto di andata e ritorno per Toronto, accredito ad allenamenti e partite, cena da “Dimmi” e via dicendo.
Ci tratterremo dal fare anche questo.Per farla breve, a voi la professionalità è qualità richiesta, la competenza un dovere non solo morale verso chi vi legge, ma intuisco anche verso chi vi stipendia.
Noi, e con “noi” intendo non solo chi collabora con Play.it con le mansioni e le capacita' piu' varie (per esempio, io sono il giullare, dico due o tre fesserie, i ragazzi che scrivono cose serie si rilassano e poi lavorano meglio), ma tutti quei gruppi che, inseguendo il solo obiettivo di scrivere di cio' che amano ed il legittimo sogno di vedere il loro nome scritto in fondo al loro pezzo, remano tutti nell'identica direzione di dare voce alla voglia di basket che c'e' in giro.
E Lei che fa, mette i puntini sulle i e sottolinea “noi siamo quelli che dicono e fanno le cose bene, mica 'sti bambocci che non hanno mai visto dal vivo una gara NBA”?
15 anni fa era tutto diverso: mi ricordo che il giorno che usciva ASB era come Natale, per tacere del periodo che mi sono svenato per far arrivare a Bolzano USA Today e leggere con solo due giorni di ritardo i tabellini completi delle partite.
Adesso, caro Direttore, mi sveglio la mattina, accendo il fuoco sotto la caffettiera e Espn.com mi rovescia addosso tonnellate di cifre e pure qualche filmatino delle gare finite qualche ora prima.
Anche noi del “copia e incolla” pur nella nostra struttura amatoriale, godiamo dei vantaggi legati alla velocità e all'immediatezza della rete: tanto per ruotare sadicamente il coltello nella piaga, se qualcuno di noi avesse scritto che Foye rappresentava un'addizione al roster dei (miei derelitti) Celtics, in 2 ore avremmo ricevuto ogni genere di segnalazioni, contumelie e minacce di avvelenamento da veleni al trifoglio da parte dei lettori.
Avremmo anche potuto correggere la topica e non lasciarne traccia, possibilità che a chi va in rotativa con tempi rigidi e' totalmente preclusa.Ma con questo, e mi perdonera' l'Assessore di Roncofritto se lo cito, cosa voglio dire?
Semplice: voi restate American Superbasket, ovvero la rivista, elemento ed oggetto adatto all'approfondimento, indispensabile per chi vuol portare l'NBA in treno, in aereo, o in luoghi domestici meno nobili ma molto utilizzati per la lettura.Noi resteremo "i siti amatoriali", caratteristica che ci distingue per questioni economiche e di mezzi a disposizione, NON, me lo conceda Direttore, per passione ed amore per questo gioco e per I suoi protagonisti.
Se lo desiderate e lo ritenete opportuno, potete continuare a considerarci come “figli di uno Stern minore”, sottolineare I nostri limiti e la nostra inesperienza a livello giornalistico.
Anche dal punto di vista della strategia non so quanto questo sia lungimirante.Forse sono troppo di parte quando auspico una rubrica “www” nella venite a “trovarci”, leggete gli articoli che qualcuno di questi appassionati pubblica (non credo di esagerare se dico che vi sorprendereste della qualita' di certi lavori), magari ci criticate, se lo credete, ma mostrate al vostro pubblico che non ci siete solo voi, in Italia, a parlare di NBA.
Lungi da me insegnarvi qualcosa sul marketing, ma non credete che un ragazzo di 17 anni che scrive regolarmente su un sito e che sa che lo avete recensito, non piantonerebbe l'edicola anche di notte per accaparrarsi la rivista (per tacere di nonne e di zii, che magari pensano che Lebron James sia un attore di soap, ma adorano dire alle loro amiche che il nipote “scrive” da qualche parte).
L'autoreferenzialità , male recente ed atavico della TV di oggi, e' una brutta bestia perchè crea isolamento.
Voi restate un riferimento nel nostro paese.
Fate in modo di non essere gli unici.Avete tutto il diritto di ritenervi I migliori, magari anche di dirlo in giro, se credete che sia il caso. Ma questa e' una decisione che spetta a chi vi (e ci) legge.
In bocca al lupo (e al Mago)
Kicco