Michael Redd, a self made man

Michael Redd, il go-to-guy dei Bucks

26, 30, 34, 28, 57, 30.
Non sono numeri del lotto da giocare sulla ruota di Milwaukee o del Wisconsin, ma le ultime impressionanti prestazioni in fatto di punti del leader dei Bucs. Che infatti ora troneggia nella classifica dei realizzatori con un bel 32,1 di media davanti ai soliti noti (leggi Vince Carter,Iverson,Anthony ecc.).

Dunque Michael Redd sta continuando con quel processo di crescita che, da quando è stato scelto nel draft del 2000, lo ha visto sempre aumentare la statistica dei punti segnati: è infatti passato dai 2,2 della prima stagione (ma non fanno molto testo viste le sole 6 gare giocate, forse è meglio considerare la seconda come punto di partenza dei numeri, con 67 partite giocate e 11,4 punti di media) ai 25,4 dell'ultima.

Ultima stagione in cui si è dimostrato un fattore per la sua squadra. Ha infatti guidato la classifica dei marcatori ed è partito titolare in tutte le 80 partite giocate. Dietro ai suoi 25,4 ad allacciata di scarpe ci sono i 13,4 di Bobby Simmons e gli altri viaggiano lì intorno,dunque il faro in attacco è lui.

Ma chi è questo "nome(non troppo) nuovo" nei quartieri altissimi del magico mondo americano delle statistiche?

Michael Redd è nato a Columbus, la capitale dell'Ohio, nell'estate del 1979, più precisamente il 24 agosto. Trascorse la sua carriera universitaria nella sua città ,giocando per Ohio State e nei 3 anni di college non si tira certo indietro: 21.9, 19.5, e 17.5 punti ad annata con i suoi Buckeyes, giocando paradossalmente meglio da freshman in una università  così importante nella cartina NCAA.

Si presentò dunque al draft nell'anno del nuovo millennio con discrete credenziali. In fondo una guardia 21enne,dotata di un buon fisico (1,98m per 98 chili), con delle buone medie giocate in un'università  importante, e la fama di un buon giocatore in penetrazione, palleggio e tagli a canestro non può aspettare troppo la chiamata del commissioner, no?

E invece si, visto che quella del 2000 è stata una delle tante volte in cui il draft ha dimostrato che anche gli scout possono sbagliare, e non di poco.

Quell'anno le scelte si svelarono il 28 Giugno a Minneapolis e il primo a stringere la mano a David Stern quell'anno fu stato un giovanotto uscito da Cincinnati, Kenyon Martin, chiamato con il n.1 dai New Jersey Nets.

Diciamolo subito, vedendo il mondo nel 2006 possiamo dire che non fu un grand draft.
Sono stati chiamati una serie di buoni giocatori e una manciata di discreti, oltre alle solite meteore(per aprire un breve spazio Italia, al numero 32 e 40 c'erano rispettivamente A.J.Guyton e Hanno Mottola, visti anche a queste latitudini), ma nessun vero campione nel primo giro.

Inizia il secondo giro e incastrato tra Olumide Oyedeji e Brian Cardinal (chi?????) troviamo il nostro eroe al numero 43, scelto dai Bucks. Dubito che si sarebbero mai immaginati cosa avrebbe significato per loro quella chiamata, anche perché al primo giro scelsero Jason Collier da Georgia Tech al numero 15.

La squadra dei cervi si è dunque trovata per le mani questo ragazzo che alternava alle buone cose di cui abbiamo detto sopra un non proprio eccezionale tiro da tre….(grazie mondo per essere così strano). Infatti al college, con la linea ravvicinata rispetto alla NBA, aveva solo un nebuloso 31,9%. Michael ha recentemente spiegato in un'intervista perché tirava così male:

Ho sempre avuto un buon movimento ma non avevo fiducia nel mio tiro. Tirare non faceva per me. Penetrare in area e attaccare il canestro era ciò che facevo meglio. Una volta nella NBA fui costretto ad imparare. E George Karl, allora allenatore dei Bucks, me lo fece capire subito

Fu fortunato ad andare a giocare sulle rive del lago Michigan.
Infatti quell'anno nel suo spogliatoio poteva trovare un grandissimo campione come Ray Allen e ottimi giocatori come Glenn " Big Dog" Robinson e Sam "I Am"Cassel.

Avrete subito notato come questi giocatori siano ottimi tiratori con abbondante confidenza nel tiro e percentuali stabili. Dunque il primo anno Michael lo giocò più in palestra che in campo cercando di imparare l'arte del tiro, anche perché coach Karl gli fece mettere piede in campo solo sei volte. Redd non protestò mai ne diede problemi, come sempre.

Se esistesse il premio fair play anche in America un'edizione l'avrebbe vinta proprio lui che in 6 stagioni (più quella appena iniziata) non ha mai preso una Big T, commesso flagrant, ne è mai stato espulso.

Questo nonostante sia il giocatore di punta della sua squadra,e spesso deve subire da parte di chi deve marcarlo i trattamenti che si concedono ad una star. Ad esempio Rip Hamilton negli scorsi playoff si è beccato 15.000 biglietti verdi di multa per un fallo sul nostro 22.

Insomma, il primo anno non si consumò proprio del tutto le scarpe in campo, ma in allenamento quello si. Vinse addirittura alcune gare di tiro contro i suoi compagni.

Dice sempre di se stesso:

Non volevo mollare. Ho continuato a tirare, a tirare e a tirare e alla fine mi sono reso conto che potevo stare in campo con loro

E' qui che è iniziata la trasformazione da giocatore d'area a giocatore perimetrale,è qui che si è fatto da solo. Non è un tiratore classico Redd, ha un tempo di rilascio della palla velocissimo, e anche per questo il difensore è quasi sempre preso in contropiede,non sa quando alzare la mano. Però, nonostante il brutto stile di tiro, ha una fiducia enorme in se stesso, e questo è quello che contraddistingue spesso i campioni dai mister nessuno.

L'anno successivo (2001-2002) iniziò a far scrivere una media interessante: 44,4% dall'arco. Questo però con 88 tiri segnati dall'arco su 198 tiri presi. La media secca è leggermente scesa negli anni seguenti, ma questo perché è aumentato in modo verticale il numero di tiri, passato dai 198 del 2001 ai 413 della stagione scorsa. L'aumento del numero dei tiri è stato anche dettato dalla eccezionale capacità  di Michael di trovarsi spazi, di leggere le difese e uscire dai blocchi.

È al giorno d'oggi un giocatore in grado di segnare da qualsiasi posizione del campo e con percentuali notevoli. Tant'è che nel libro dei record della NBA c'è il suo nome.

Data e luogo del delitto? 20 Febbraio 2002, Bradley Center, Milwaukee, Wisconsin.
Nella partita stravinta 115 a 76 contro gli Houston Rockets i 15.642 spettatori hanno assistito a qualcosa di pazzesco: Redd ha infatti segnati otto tiri consecutivi da tre nell'ultimo quarto, chiudendo con 29 punti. Questo vale il record di maggior numero di tiri da tre riusciti in un singolo quarto NBA.

Dopo due anni di ottimo livello gli altri team si erano ormai accorti di lui e hanno cercato di portarlo via da "Festival City". Nell'ottobre 2002 firmò un pre-contratto con i Mavs, ma poi rimase a Milwaukee dopo il superamento dell'offerta da parte della proprietà  della squadra.

Proprietà  personificata dal senatore democratico Herb Kohl, un innamorato dello sport nella sua città , tant'è che nel 1995 ha donato 25 milioni di dollari all'Università  del Wisconsin per la costruzione di una nuova a rena sportiva, casualmente ma non troppo chiamata Kohl Center.

Ha fatto anche uno sforzo per trattenere quella che era ormai la stella della sua squadra visto che nel 2002-2003 Ray Allen fu ceduto ai Sonics, Glenn Robinson se n'era già  andato dopo i litigi con lo stesso Allen e Cassel,e quest'ultimo venne scambiato con i Timberwolves.

Da quella stagione i numeri di Michael aumentarono ancora e fino ad ora ha sempre giocato stagioni oltre i 20 di media. Ci fu anche la chiamata all'All Star Game, a celebrare quella che ormai era diventata una star della Lega e dei Bucks.

Fece fruttare tutto questo al termine della stagione 2004-2005, con un nuovo sontuoso contratto da 15,3 milioni di dollari all'anno per 6 anni, rinunciando anche all'idea di andare a giocare nell'Ohio, in quei Cleveland Cavs di un altro campione del calibro del Prescelto.

Lo scorso anno i Bucks si sono trovati dunque una notevole macchina da guerra in casa con il numero 22. Ormai la sua maturazione era completa, oltre ad un eccellente tiro da tre ha anche variato moltissimo la varietà  di tiri in faretra.

Ormai è un buon giocatore anche sul post basso, sul tiro in entrata e sul tiro in palleggio. Anche Redd stesso dice che "Devo riconoscere i buoni tiri dai cattivi. Più spazio hai e più possibilità  ci sono che il tuo tiro entri".

Evidentemente li riconosce molto bene,visto l'inizio di stagione strepitoso che sta giocando. Non poi così eccellente invece l'inizio della squadra, visto il (per ora, 15 Novembre) record di 3W e 5L, con 4 di queste consecutive la settimana scorsa.

Coach Terry Stotts è alla quinta stagione e avrà  un bel lavoro da fare per riportare in alto questa franchigia ma di sicuro il materiale malleabile non manca.

Schierando in quintetto Redd, una prima scelta(Bogut) e altri due buoni giocatori come Mo.Williams e Charlie Villanueva di sicuro qualcosa di buono si può fare. Forse la squadra è un po'' corta (a livello di qualità ), ma siamo sicuri che una tripla di Michael Redd rimetterà  tutto a posto. In fondo mica era stato scelto con il 43 perché non aveva tiro perimetrale?

Ps. Stranezze del mondo NBA: il primo acquisto di Redd dopo le firme sui contratti a molti zeri?Una chiesa, dove potesse predicare il padre a Columbus, sua città  natale. La chiesa è stata recentemente chiamata Philadelphia Deliverance Church of Christ.

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