Il piede di Roy

In casa Blazers preoccupano le condizioni di Brandon Roy

Esordio stagionale del report Blazers, che sarà  un appuntamento fisso ogni 10 giorni circa fino al termine della stagione.

Le prime partite della stagione hanno offerto un gustoso aperitivo per i tifosi dei Portland Trail Blazers, ma la parola d'ordine rimane prudenza, visto che gli stessi negli ultimi anni hanno seguito una squadra che ha toccato il fondo più volte. Non solo, ma in casa Blazers desta seria preoccupazione l'infortunio del rookie Brandon Roy.

Il suo problema al tallone del piede sinistro si è saputo solo ora che ha cominciato a presentarsi all'inizio del training camp ed è stato sottovalutato, aggravandosi progressivamente fino alla terza partita di stagione persa contro i Los Angeles Clippers per102-89, quando lo stesso è stato costretto ad uscire dal campo.

Si è pensato in un primo momento che il dolore passasse, e per questo motivo aveva giocato alcuni minuti con gli Hornets; in realtà  non è stato cosi, ed il dolore si è riacutizzato. Durante un'intervista il giocatore stesso non ha escluso un'operazione. Per i prossimi 12 giorni circa indosserà  uno stivaletto ortopedico, e la sua condizione verrà  rivalutata al termine di questo periodo. Quello dello stivaletto è il piano B; non funzionasse si passa al piano C che prevede l'operazione.

Roy era entrato fin da subito nelle grazie dei tifosi e di coach McMillan che gli ha fatto disputare le prime tre partite della stagione, griffate dal giocatore con 18.3 punti, 4.3 rimbalzi e 5 assist di media. Era il protagonista più atteso e non ha tradito, partendo da subito titolare nello spot di guardia tiratrice ed evoluendo nel ruolo di playmaker in alcuni frangenti.

Significativo il commento di McMillan quando un giornalista gli ha chiesto chi sarebbe stato il suo sostituto:“Penso proprio che non abbiamo un giocatore che lo possa sostituire. Era il cardine di molti nostri giochi, i suoi compagni dovranno triplicare i loro sforzi.”. Nel suo ruolo per il momento stanno evoluendo Juan Dixon e Jarrett Jack.

Dixon in particolare sottolinea spesso l'importanza che Brandon Roy ha nelle partite:“Giocare con lui è un lusso, mi ricorda i tempi di Washington con Gilbert e Larry.
Pur essendo un rookie gli vengono riservate delle attenzioni particolari dagli avversari e per me è più facile cercare di liberarmi per tirare”.

Roy sul campo è stato il contraltare di quel Zach Randolph spingendo molto la palla e giocando pick-and-roll impeccabili. Randolph per la verità  è stato semplicemente mostruoso fino ad ora, ma capace di fagocitare quasi tutti i palloni che gli passano vicino.

McMillan ha insistito con la squadra di dargli spesso il pallone in post e che Zach è il principale terminale offensivo previsto nel playbook; tuttavia si ha la sensazione che andrebbero serviti di più sia Jarrett Jack, come dimostrano i suoi 12.2 punti di media finora e un Travis Outlaw da 9.7 di media e che molto presto potrebbe far suo lo spot di ala piccola titolare.

Un esempio di questo concetto si è avuto nella partita persa contro Dallas 96-103, quando i Mavs hanno predisposto una marcatura particolare su Randolph con Dampier e Diop, costringendo Zach ad un 8 su 22 dal campo con 5 palle perse. Per J.J. 20 punti e 10 rimbalzi con 4 steals, cosi per gradire.

Comunque tornando a Roy speriamo torni presto. E' stato indicato da molti dopo le prime partite come possibile vincitore del Rookie of the year, e decisamente non è un giudizio campato per aria, ma il giocatore non si è detto per niente interessato, pensa solo a crescere e a fare il meglio della squadra.

Le brutte notizie da questo versante sono compensate dalla ricomparsa agli allenamenti di La Marcus Aldrige la scorsa settimana, e la sua prima apparizione in campo contro Dallas. Aldrige ha giocato 19 minuti chiudendo con 10 punti e 8 rimbalzi. Nelle prossime partite si potrà  fare una valutazione sulle condizioni della sua spalla.

Restano in lista infortunati Joel Przybilla e Raef LaFrentz, per i quali si prevedono al momento tempi di recupero dagli 8 ai 15 giorni. Ci sarebbe anche un Darius Miles infortunato, ma a mio modesto parere al momento la squadra sta cercando di trovare i suoi equilibri e la sua presenza ha ben noti effetti collaterali.

Queste sono le notizie proveniente dall'emergency room blazers, la squadra intanto prosegue il positivo cammino fatto nelle prime partite impreziosito da convincenti vittorie in particolare contro i Minnesota Timberwolves e con i Los Angeles Lakers, e da una vittoria che potremmo definire umorale contro i New Orleans Hornets fino a quel momento imbattuti.

Contro i Timberwolves, vittoria ottenuta con una bomba allo scadere di Juan Dixon, il Rose Garden ha registrato un'afflluenza record di pubblico; non accadeva dal 14 aprile del 2004, gara contro i Lakers. Segno inequivocabile che la tifoseria è entusiasta.

Nella vittoria contro i Lakers un Randolph da 36 punti, 10 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate in 38 minuti, con un 12 su 23 dal campo; prestazione quindi a cui i lunghi losangelini non hanno potuto in alcun modo rispondere.

Nella partita contro gli Hornets, i Blazers sono risaliti da un -27 subito nel secondo quarto trascinati da un devastante Zach Randolph autore di 31 punti e 12 rimbalzi e anche del tiro libero vincente a 2.4 secondi dalla fine della partita. Nella scorsa stagione i Blazers erano la peggior squadra della lega per tiri liberi segnati, nella gara contro gli Hornets ne hanno segnati 32 su 36. Per la cronaca mancava coach McMillan, tornato a casa in North Carolina per un non precisato lutto in famiglia e per questo la squadra è stata guidata dall'assistente Dean Demopoulos.

Ha impressionato molto Travis Outlaw. Il coach non gli aveva dato tregua dopo la partita persa contro i Warriors, quando non ha segnato, commesso 5 falli e perso per tre volte il pallone; McMillan aveva espresso cosi la sua insoddisfazione: “Sono stato disgustato dalla sua prestazione, deve fare la differenza per energia e a rimbalzo”.

Detto fatto, Outlaw ha messo a referto contro Minnesota 15 rimbalzi, suo record in carriera e ha giocato in quella partita con l'energia di una Duracell. Poi con gli Hornets quando ha giocato per 32 minuti collezionando 16 punti, 6 rimbalzi, 3 steals e 6 roboanti stoppate, dimostrando inoltre di essere in uno stato di forma strepitoso.

C'e' un elemento riscontrato dagli scout dei Blazers e sul quale McMillan insiste molto, è la tendenza della squadra ad andare sotto a rimbalzo, argomento in cui il coach torna in continuazione: “Dobbiamo aumentare il nostro lavoro e la nostra determinazione nel vincere la battaglia dei rimbalzi; andiamo troppo spesso sotto e dobbiamo compensare in qualche modo questo nostro deficit”.

Lo staff tecnico continua ad avere molta fiducia in Ime Udoka, a sorpresa entrato nel roster definitivo alla fine del training camp e che al momento ha queste medie: 7.7 punti, 4 rimbalzi e 1.5 assist a partita. McMillan sottolinea spesso la sua importanza in difesa. Continua cosi il momento magico del giocatore che comparirà  su Sport Illustrated.

Le prossime avversarie sono Minnesota, Cleveland, Boston e New Jersey; tutte squadre con cui giocare in trasferta. La stagione è cominciata in modo splendido, ma come ricordato in apertura, bisogna restare con i piedi ben piantati per terra.

A presto.

Nota: Ci è stata data l'opportunità  per tutta la stagione di porre delle domande a Wendell Maxey Jr. che è un giornalista che scrive tra gli altri per hoopsworld.com e che segue da vicino i Blazers.Ci potrà  fornire un utile parere per valutare la stagione della squadra. Se a qualcuno interessasse un punto di vista privilegiato, ci faccia pervenire delle domande, noi gliele faremo avere e pubblicheremo le più interessanti.

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