Varejao e Lebron fermano Pierce e i Celtics per la quarta vittoria stagionale
Finalmente è cominciata la stagione NBA 2006/07, i Cavaliers hanno passato un'estate tranquilla con pochi movimenti di mercato dentro e fuori dal campo, hanno rifirmato Lebron James e Gooden e mantenuto praticamente intatto il nucleo della squadra arrivata a una partita dalla finale di conference la scorsa stagione.
Sono già passati dieci giorni dall'inizio della stagione e la corsa delle franchigie NBA al raggiungimento dei playoff tramite la disputa delle 82 partite di regular season ha portato i Cavaliers a disputare già 6 gare in questo primo scorcio di stagione.
Per il momento il bilancio è postivo con 4 vittorie e 2 sconfitte :
Cleveland – Washington 97 – 94
San Antonio – Cleveland 81 – 88
Charlotte – Cleveland 92 – 88
Atlanta – Cleveland 104 – 95
Cleveland – Chicago 113 – 94
Cleveland – Boston 94 – 93
Cleveland è risiuscita a vincere in casa degli Spurs per la prima volta dal 1988, ha infiammato la rivalità con Washington e Arenas dopo la splendida serie di playoff della scorsa stagione ha di nuovo sconfitto la squadra della capitale.
La squadra dell'Ohio ha vinto un importante Tie-Breaker all'interno della Central Division, asfaltando i Chicago Bulls che nella off-season hanno acquistato Big Ben Wallace e che si candidano a squadra finalista della Eastern Confernce.
I Cavs hanno vinto contro i giovani e bellicosi Boston Celtics rimontando da meno 25 punti nel terzo quarto fino alla vittoria finale, portando così a compimento una delle rimonte più incredibili della loro storia.
Al contempo i Cavaliers sono riusciti a peredere contro i Bobcats sempre in lotta per uno dei peggiori record della lega, ad oggi 1 vinta e 4 perse, e con gli Hawks, Hawks che forse però sono riusciti finalmente a trovare un pò di chimica tra i tanti talenti individuali che hanno ammassato durante tanti anni di draft con scelte in lotteria ed oggi sembrano una delle realtà più belle della nuova stagione NBA con 4 vinte e 2 perse, record che gli vale, in coabitazione proprio con Cleveland, il miglior record della Eastern Conference.
Queste prime partite cosa hanno detto di Cleveland?
Primo: Lebron è sempre Lebron, con lui cominciano e finiscono le fortune dei Cavs, il ragazzo di Akron stà già appilando statistiche da MVP, prendendo in mano la gestione del pallone nei momenti che contano e facendo felici tutti i compagni occupandosi di distribuire il pallone con l'intento di coinvolgere tutti nella missione che sarà compiuta solo con la conquista della finale della Eastern Conference.
Ad esempio nell'ultima partita vinta in rimonta contro Boston James ha segnato 24 dei suoi 38 punti nel secondo tempo, 14 nel quarto periodo, attaccando in maniera selvaggia il canestro, che lo curasse Pierce o un altro dei Celtics, Lebron ha indefessamente puntato il canestro avversario trovando punti, tiri liberi o scarichi per i compagni che hanno potuto tirare con chilometri di spazio.
Lebron stà acquisendo ancor maggior consapevolezza di se nel “Gioco” e sta trovando sempre nuove soluzioni agli ostacoli tecnici e tattici che le altre squadre gli pongono ogni volta di fronte.
Gooden rinnovato il contratto in estate sta trovando continuità nel tiro dalla media distanza, sta giocando con maggior determinazione rispetto al passato, ed aver trovato stabilità dopo aver giocato in 3 squadre diverse nelle sue prime 3 stagioni NBA gli sta dando quella tranquillità che forse gli mancava per far maturare il suo gioco.
Hughes dopo una stagione difficile, costellata di infortuni e conclusasi tragicamente con la morte del fratello minore, in onore del quale si è fatto tatuare due lacrime sotto all'occhio destro, si sta reinserendo in squadra trovando gli spazi e i tiri che il giocare a fianco di James generano per lui. Con il suo atletismo e con la sua abilità sia nel andare a canestro sia nel tirare da fuori sta acquisendo quel ruolo di secondo violino che necessariamente serve ai Cavs per completare il puzzle di fianco a Lebron.
Altro giocatore che si sta facendo sempre più importante all'interno delle rotazione dei Cavs sin dall'inizio di questa stagione è la medusa brasiliana: Varejao che con la sua attività fisica, la sua mobilità e la sua durezza fisica ben si adatta a svolgere tutto quel lavoro sporco in difesa, sulle palle vaganti, sui rimbalzi lunghi che serve ai Cavaliers; difatti nei momenti decisivi della partita spesso esce Ilgauskas mortifero dai 4/5 metri ma poco mobile in difesa, ed entra il brasiliano che va a completare il quintetto con James, Hughes, Gooden e Snow; quintetto di energia, mobile e dinamico che permette sia cambi in difesa sia spazi in attacco per le imporvvisazioni di Lebron, con gli altri pronti a prendere quello che la difesa concede alla creatività e alla comprensione del gioco di Lebron.
Tutto bene quindi, squadra motivata, che sta trovando stablità ed equilibrio, il suo fuoriclasse completamente coinvolto nel progetto della società , tutti già concentrati sull'obiettivo Finals 2007.
Invece qualche problema spunta nella giovane stagione dei Cavs, qualche calo di concentrazione, la strisciante convinzione di poter semplicemente presentarsi al campo e vincere le partite, hanno portato Cleveland ha “bucare” le partite contro le squadre di minor “blasone” affrontate sin ora, gli Hawks e Charlotte.
I Cavaliers hanno capito di essere forti e di potersela giocare contro chiunque ma allo stesso modo non sono ancora in grado di giocare con le “marce” come facevano i Detroit Pistons nella passata stagione, devono affrontare con attenzione tutti gli avversari, non c'è ancora una squadra in grado di decidere quando e come vincere le partite, tutti gli avversari devono essere affrontati con la giusta considerazione altrimenti la stagione sarà più lunga e difficile del previsto, come dichiara anche coach Mike Brown dopo la partita con i Bobcats: “Non siamo ancora arrivati. Abbiamo ancora una lunga strada da fare. Se pensiamo che possiamo semplicemente arrivare e vincere le partite, allora avremo una stagione davvero lunga.”
In questo primo, brevissimo, effimero, scorcio di stagione sembra che la direzione intrapresa dai Cavs sia quella giusta, sul piano tecnico adesso va trovata la continuità e la solidità mentale che hanno sempre contraddistinto le grandi squadre.
Prossima tappa: New York e i Knicks…