Tim Duncan: sarà ancora lui la colonna portante della squadra…
Obiettivi
La stagione che inizierà il primo novembre con la trasferta a Dallas, sarà una stagione a dir poco difficile per gli Spurs. A differenza degli anni scorsi, questa volta, la squadra del Texas non parte con i favori del pronostico, ma anzi, con uno sciame di critici sempre più in crescita, che la vuole non più all'altezza ormai di competere ai massimi livelli. Toccherà quindi alla banda di Popovich smentire questi detrattori e dimostrare a tutto il mondo che, pur avendo più di un uomo dalla parte sbagliata dei trenta, si può comunque continuare a lottare fino alla tarda primavera.
L' obiettivo dichiarato per l'annata 2006/07 rimane sempre quello, da ormai due lustri a questa parte: il Titolo. Inutile girarci intorno. Gli Spurs sono una delle squadre più vincenti degli ultimi anni e risulterebbe davvero difficile, se non qualcosa più, considerarli fuori dalla lotta per il Larry O'Brian Trophy. Visto anche il roster, che rimane comunque di livello eccelso.
Non c'è dubbio: San Antonio è pronta per l'assalto al quarto anello in sette anni.
Conference: Western Conference
[b Division: Southwest Division
Arrivi: Matt Bonner, Eric Williams (Toronto Raptors); Jacque Vaughn (New Jersey Nets); Francisco Elson (Denver Nuggets); Jackie Butler (New York Knicks)
Partenze: Rasho Nesterovic (Toronto Raptors); Sean Marks (Phoenix Suns); Nazr Mohammed (Detroit Pistons)
Rookies: Nessuno
Probabile quintetto base:
Playmaker: Tony Parker
Guardia: Manu Ginobili
Ala piccola: Bruce Bowen
Ala grande: Matt Bonner
Centro: Tim Duncan
Roster:
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
17 Brent Barry G 6-7 210 12/31/1971 Oregon State 11
15 Matt Bonner F 6-10 240 04/05/1980 Florida 2
12 Bruce Bowen F 6-7 200 06/14/1971 Cal State Fullerton 10
45 Jackie Butler C 6-10 260 03/10/1985 Coastal Christian Academy 2
21 Tim Duncan F-C 6-11 260 04/25/1976 Wake Forest 9
16 Francisco Elson C 7-0 235 02/28/1976 California 3
23 Olu Famutimi G 6-5 220 02/21/1984 Arkansas R
4 Michael Finley G-F 6-7 225 03/06/1973 Wisconsin 11
20 Manu Ginobili G 6-6 205 07/28/1977 Argentina 4
5 Robert Horry F-C 6-10 240 08/25/1970 Alabama 14
3 Charles Lee G 6-3 210 11/11/1984 Bucknell R
27 Rich Melzer F 6-8 225 12/08/1979 Wisconsin-River Falls R
7 Fabricio Oberto F 6-10 245 03/21/1975 Argentina 1
9 Tony Parker G 6-2 180 05/17/1982 France 5
25 Jared Reiner C 6-11 255 04/08/1982 Iowa 1
34 Melvin Sanders G 6-5 210 01/03/1981 Oklahoma State 1
1 Jamar Smith F 6-9 240 12/05/1980 Maryland R
14 Beno Udrih G 6-3 200 07/05/1982 Slovenia 2
11 Jacque Vaughn G 6-1 190 02/11/1975 Kansas 9
55 Eric Williams F 6-8 220 07/17/1972 Providence 11
Head Coach
Gregg Popovich (College-Air Force Academy)
Assistant Coaches
P.J. Carlesimo (College- Fordham)
Mike Budenholzer (College- Pomona)
Don Newman (College- Idaho)
Brett Brown (College- Boston College)
Chip Engelland (College- Duke)
Strenght and conditioning coach
Mike Brungardt (College- Central State (OH))
Athtletic Trainer
Will Sevening (College- Wisconsin La Crosse)
Assistant trainer
Chad Bergman
Commento:
Dodici mesi fa, alla vigilia della stagione 2005/06, l'unica preoccupazione che sfiorava le menti del general manager R.C Buford e del coach Gregg Popovich era quella, paradossale, di avere sin troppi buoni giocatori a roster, e troppi pochi minuti a disposizione per garantire a tutti un minutaggio al livello della fama. Si arrivava da una entusiasmante vittoria in Finale contro i Pistons, e il cielo sopra il Texas sembrava più azzurro che mai. Niente, o quasi, appariva in grado di frapporsi tra Duncan e compagni e la riconferma sul tetto della Nba.
Come poi andò a finire lo sappiamo tutti.
Ora, alle porte della nuova regular season, la situazione sembrerebbe essere un po' meno rose e fiori, con invece diverse problematiche che iniziano a far capolino da dietro l'angolo. La prima è senza dubbio quella riguardante l'età media dei giocatori, davvero alta, con addirittura tre elementi già al di là della soglia delle trentacinque primavere (Barry, Bowen e Horry) e un nutrito drappello poco dietro. Già negli scorsi Playoffs San Antonio aveva cominciato a rendersene conto, quando il buon Big Shot Rob, l'uomo simbolo del terzo anello, si era arreso all'anagrafe dovendo limitare di molto il suo apporto uscendo dalla panchina. C'è da immaginarsi che questa stagione sarà ancor peggio"La squadra è vecchia insomma, e questa sembrerebbe essere per molti una delle ultime occasioni rimaste per provare a vincere, o a rivincere, qualcosa. L'orgoglio dei campioni non manca, così come l'esperienza; tutto sta alle gambe.
Altro grattacapo che turba le notti di Popovich è la condizione di salute del piede di Tim Duncan, martoriato l'anno scorso da una brutta fascite plantare che lo limitò seriamente nella sua efficacia per tutta la stagione regolare. Il numero 21 fece appena in tempo a riprendersi in vista della post season, il suo palcoscenico preferito, specie per la serie contro i Mavericks dove trascinò letteralmente i compagni dal baratro di un quasi sweep ad una più che emozionante gara-7, alla fine persa, ma dove il nostro sfoderò una prestazione da consegnare agli annali, con 41 punti e 15 rimbalzi.
A nostro modo di vedere il recupero fisico di Duncan è assolutamente irrinunciabile per la squadra. Le sue condizioni incideranno in maniera pesante sull'andamento della stagione; gli Spurs non possono permettersi di averlo a mezzo servizio se vogliono davvero giocarsela con le avversarie che hanno dalla loro la freschezza e l'atleticità , quali ad esempio i Suns o i Mavericks.
Questo ci fa capire, semmai ce ne fosse ancora bisogno, come (avventurandoci in un'ardita citazione del filosofo Eraclito) "panta rei", tutto scorre, ma alla fine le certezze restano. Il caraibico lo è per gli Spurs: è la loro superstar, che ancor più di Ginobili o Parker può fargli vincere in ogni momento qualunque partita. E questo Popovich lo sa bene.
Non perfettamente chiarita neanche la questione del back up di Tony Parker, ruolo l'anno scorso ricoperto da Nick "The Quick" Van Exel (ancora free agent), che sembra essere in sospeso tra il play sloveno Beno Udrih e l'acquisizione estiva Jacque Vaughn. A dir la verità fino a poco fa il problema neanche sembrava sussistere, dato che la dirigenza era intenzionata a puntare forte su Udrih, ormai al terzo anno nella Nba, con Vaughn tranquillamente diretto verso il ruolo di terza point guard della squadra. Ma l'ennesimo infortunio subito dal giovane talento sloveno sembrerebbe aver fatto infuriare il suo allenatore che nei giorni scorsi non ha fatto nulla per celare la sua insofferenza verso il giocatore, reo secondo lui, di aver una troppo accentuata predisposizione per gli acciacchi. Tanto che, non solo Udrih si è ritrovato addirittura il quarto playmaker del team, superato nelle preferenze del coach anche da Brent Barry, ma ora non sembra neanche tanto più scontato che gli Spurs decidano entro fine mese di esercitare l'opzione sul suo contratto per il quarto anno.
Un vero peccato, visto il potenziale che il ragazzo aveva fatto intravedere in questi primi due anni. Ma c'è anche la possibilità che questa indisposizione del coach verso l'ex play dell'Olimpia Milano, sia solo una condizione momentanea dettata forse dall'amarezza per l'ennesimo guaio fisico occorso al suo giocatore, e che poi quando la stagione inizierà Udrih tornerà al suo ruolo da rincalzo di Parker. In ogni caso questo è un segnale importante per lui, da molti atteso alla annata della consacrazione definitiva a questi livelli.
Ma veniamo ora alla questione più spinosa dell'estate per San Antonio: chi giocherà da 5? Proprio quella "spot" rischia realmente di diventare il tallone d'Achille della franchigia.
L'anno scorso la franchigia aveva a roster due uomini d'area di buon livello, come Mohammed e Nesterovic, che spesso e volentieri si alternavano da titolari; a seconda del periodo di forma che stavano attraversando. Un lusso di questi tempi nella Lega, quando i centri puri sono sempre più razza in via d'estinzione. Tuttavia quando si è iniziato a far sul serio (vedi i Playoffs) lo stile di gioco veloce e fatto su misura per i piccoli ha palesemente evidenziato come due big men di quella caratura siano solo un peso per la squadra. E di fatti, a partire dalla metà della serie d'apertura contro i Kings (che schierano un centro atipico e dinamico come Brad Miller) la coppia Nesterovic-Mohammed non ha più visto il parquet, salvo rari spezzoni tra un'azione e l'altra. Con questi eloquenti dati alla mano Buford e Popovich, appena aperto il mercato estivo hanno operato, spedendo l'ex virtussino a Toronto, a far compagnia al nostro "Mago" Andrea Bargnani. In cambio i texani hanno ottenuto Matt Bonner, un giovane "4 tattico" che sa tirare bene dall'arco e che ricorda molto l'amato ormai trentaseienne Horry, e Eric Williams, ottimo per chiudere la rotazione. Non c'è che dire: per come la vediamo noi, trade che sorride a San Antonio: ci si sbarazza un elemento in esubero e se ne ottiene un altro che invece potrebbe risultare non poco utile alla causa.
Quello che il frontoffice guidato da Buford non si aspettava e non poteva sapere era che di lì a poco Ben Wallace avrebbe salutato Detroit per approdare in maglia Bulls, lasciando una vistosa lacuna nel roster di Saunders. Incassati i no di Pryzbilla e altri big men contattati da Dumars, i Pistons hanno indirizzato le loro attenzioni sullo Spur Nazr, che ancora doveva rinnovare il contratto in scadenza. Con successo. Risultato: Detroit si porta a casa il sostituto di Big Ben, gli Spurs rimangono con le pive nel sacco. Da troppi centri a troppo pochi.
Giocoforza si è dovuto ri-intervenire nella free agency, per mettere sotto contratto qualche uomo ancora senza accordo. I risultati sono stati opinabili e rispondono al nome di Jackie Butler e Francisco Elson. Non proprio due all-stars, ma tant'è" Il primo è forse il più interessante tra i due, in quanto ancora giovane e "futuribile", oltre che di belle speranze; il secondo è già più conosciuto: il suo status è quello di back up. Probabilmente le sue principali peculiarità sono quelle di essere forte a rimbalzo e di giocare un buona difesa. In ogni caso un onesto mestierante, nulla più.
Ora, c'è da dire che la situazione a San Antonio è tutt'altro che chiara. L'unico dato che si può dare per scontato è che Duncan giocherà molti più minuti dell'anno scorso in posizione di centro: quello che è da verificare è se lo farà sin dalla palla a due o nell'evolversi della partita. Infatti ancora coach Pop sembrerebbe non essersi pronunciato con chiarezza sulla questione. Il dubbio è se sceglierà di giocare con un quintetto con il nativo delle isole Vergini da 5 e il nuovo arrivato Bonner da 4, o se preferirà testare immediatamente uno tra Elson e Butler sotto le plance, con Tim che così ritornerebbe ad occupare il suo ruolo naturale da ala grande. Noi, per comodità , nel "probabile quintetto" abbiamo inserito la prima opzione, ma non escludiamo assolutamente che alla fine l'allenatore decida per la seconda.
Per quanto Mohammed e Nesterovic non possano piacere, appare abbastanza arduo affermare che rispetto alla scorsa stagione la squadra abbia un reparto lunghi più forte. Soprattutto per quanto riguarda la fase offensiva. A maggior ragione sarà richiesto a Duncan di sopperire a queste mancanze. Sempre sperando che il piede regga.
Gli altri due componenti del trio delle meraviglie, Parker e Ginobili, si presentano a questa stagione con ciascuno i suoi problemi. Il primo viene dalla migliore annata della sua carriera, coronata dalla convocazione per l'All-Star Game, ma ha ancora un dito dolorante a causa della frattura rimediata quest'estate ai Mondiali nipponici. E' atteso alla non facile riconferma.
Il secondo, con un status da stella già consolidato, al contrario, deve riscattarsi dalla poco brillante stagione 2005/06 e dalla botta morale dell'eliminazione della sua Argentina, sempre alla massima competizione internazionale.
Insieme al tre volte Mvp delle Finali, saranno come sempre le colonne portanti del team. A loro spetterà condurre il resto della truppa verso la riconquista del trono. Ce la faranno?