L’accelerata di Thomas

David Lee è il principale candidato a sostituire l'infortunato Jared Jeffries

Quando la sfiga ci vede benissimo: si è già  fatto male Jared Jeffries che rappresentava la principale acquisizione sul mercato estivo dei Knicks e un giocatore chiave per le dinamiche future della squadra che Isaiah vorrebbe vedere sul campo. Una frattura al polso che terrà  fuori l'ex Washington per almeno sei settimane, più facile otto; lì per lì, il giocatore non se n'era nemmeno accorto tanto da continuare a giocare nell'esibizione prestagionale contro New Jersey. Poi la risonanza magnetica ha chiarito, con grande sorpresa per il giocatore e per lo staff tecnico.

Unico lato positivo della situazione è che la sinistra non è la mano con cui il giocatore tira, percui la sua assenza dovrebbe ridursi a 17-18 partite. "Jared - ha spiegato Thomas - è un giocatore che cambia la nostra squadra perché ha esperienza e grande facilità  a fare ciò che gli sto chiedendo."
Cosa l'ex "bad boy" stia chiedendo all'ala, e all'intera squadra, è presto detto: il coach vuole alzare il ritmo del gioco, sfruttare la velocità  degli esterni e aumentare il numero dei possessi offensivi. "E' lo stile di gioco che si sta estendendo nella lega – ha chiarito dopo la partita con i Celtics - di certo non siamo bravi a farlo come i Suns ma possiamo crescere."

Marbury, Francis, che ha commentato la scelta non perdendo l'occasione per tirare l'ennesima bordata a Larry Brown, Jamal Crwford e Nate Robinson sembrano fatti apposta per un ritmo di gioco alto. Di più: è evidente che, con tanti giocatori che amano toccare la palla e creare escludendosi dalla squadra, aumentare le opportunità  e tenerli in movimento è la soluzione migliore, ma anche obbligata, per non avere tanti solisti che fanno i turnisti.
Per ora siamo fermi a 21 punti in contropiede contro i Philadelphia 76rs, reduci dalla trasferta europea; nulla di particolare quindi.

Il problema è ora capire chi possa fare le veci di Jeffries in sua assenza: quello dell'ala piccola sembra essere una maledizione in casa Knicks. Quentin Richardson, Renaldo Balkman, che non è quel Rolando Blackman protagonista al Garden con Pat Riley scritto male, e David Lee sono le tre opzioni dello staff tecnico. Per Lee, che però gioca minuti anche da ala grande, Isaiah Thomas ha speso parole importanti: "David è un ottimo difensore di perimetro ed ha un approccio complessivamente molto simile a quello di Jeffries.". Dopodiché lo stesso plenipotenziario blu arancio ha sinistramente fatto riferimento alla possibilità  di cambiare diversi uomini nel ruolo nel corso di queste 18 gare; la cosa dovrebbe riportare ai ricordi dell'anno scorso quando ben sette giocatori diversi partirono in quintetto nel ruolo di numero 3 in una girandola assolutamente inaccettabile.

Se ne facciamo solo una questione difensiva, Quentin Richardson dovrebbe essere il favorito; solo che i suoi allenatori lo considerano piccolo per una squadra che alle posizioni 1-2 avrà  comunque, anche se Thomas nega, giocatori undersized. Il problema dell'altezza è decisivo anche perché, se davvero New York deciderà  di tenere il ritmo alto, dovrà  essere valutata la reale possibilità  di Curry, Frye, che in estate è aumentato di peso, e soprattutto James d'essere efficaci per tratti continuati della partita.

Tutto questo, tanto per ribadire la maledizione dell'ala piccola, dovrebbe riportare anche al periodo in cui con Alan Houston a giocare da guardia tiratrice, Latrell Sprewell era costretto a soffrire in difesa contro avversari più grossi e potenti.
Il rookie Balkman ha fatto buone cose, specie nel finale, nell'esibizione contro Boston; il giocatore è stato in campo con ardore, meritandosi gli applausi del pubblico, al momento di tornare definitivamente in panchina. Sempre che queste gare siano realmente un test indicativo: tanto per cominciare non c'era Paul Pierce che nel ruolo di ala, specie nella Eastern Conference, è un banco di prova tra i più ardui.
In secondo luogo il contesto va sempre preso con le molle; tanto per dire, in quella partita Jalen Rose è partito titolare, ha giocato 14 minuti senza prendere tiri. Era già  successo contro Phila dopo non essersi nemmeno cambiato nella gara precendente. Al momento l'ex Pacer è proprio ai margini della rotazione e del gruppo di 15 giocatori.
"E' stata una decisione condivisa", ha detto Rose parlando del fatto che il suo coach gli aveva preferito il rookie Collins. Peraltro il rapporto fra il giocatore, che essendo di Detroit un giorno definì Thomas un suo idolo, rimane molto controverso; nel senso che nello stato del basket non è che i due siano mai presi più di tanto. E' evidente che in una squadra in cui il tuo play ha un rapporto di 26 a 1 fra punti e assist, per il modo di giocare di Rose non può esserci tanto spazio.

Questo è il classico esempio di come il Thomas general manager non abbia fatto un favore al Thomas coach.

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