Primo tassello Nelson: Murphy il nuovo centro.
Obiettivi
Per i Warriors si prospetta un'altra (l'ennesima) stagione difficile, con poche speranze di arrivare alla postseason e di dare veramente un senso al lavoro di ricostruzione che dura ormai da troppo tempo. La speranza è quella di lottare per i playoffs, obiettivo sinceramente difficile da raggiungere, considerato il fatto che Golden State milita nella Western Conference. Realisticamente, a meno di miracoli da parte di Baron Davis, si prospetta un'altra stagione senza infamia e senza lode.
Conference: Western Conference
Division: Pacific Division
Arrivi: Dajuan Wagner (Cleveland Cavaliers), Devin Brown (Utah Jazz), Andre Owens (Utah Jazz), Keith McLeod (Utah Jazz)
Partenze: Derek Fisher (Utah Jazz)
Rookie: Patrick O'Bryant
Probabile quintetto base:
Playmaker: Baron Davis
Guardia: Jason Richardson
Ala piccola:
Ala grande: Troy Murphy
Centro: Adonal Foyle
ROSTER
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
22 Matt Barnes F 6-7 226 03/09/1980 UCLA 3
15 Andris Biedrins F-C 6-11 245 04/02/1986 Latvia 2
11 Zarko Cabarkapa F-C 6-11 230 05/21/1981 Serbia & Montenegro 3
5 Baron Davis G 6-3 215 04/13/1979 UCLA 7
9 Ike Diogu F 6-8 255 09/11/1983 Arizona State 1
34 Mike Dunleavy F 6-9 230 09/15/1980 Duke 4
8 Monta Ellis G 6-3 177 10/26/1985 Lanier HS (Jackson, MS) 1
31 Adonal Foyle C 6-10 270 03/09/1975 Colgate 9
4 Keith McLeod G 6-2 190 11/05/1979 Bowling Green State 3
1 Troy Murphy F 6-11 245 05/02/1980 Notre Dame 5
26 Patrick O'Bryant C 7-0 260 06/20/1986 Bradley R
20 Andre Owens G 6-4 200 10/31/1980 Houston 1
2 Mickael Pietrus G-F 6-6 215 02/07/1982 France 3
23 Jason Richardson G 6-6 225 01/20/1981 Michigan State 5
3 Anthony Roberson G 6-2 180 02/14/1983 Florida 1
12 Dijon Thompson G-F 6-7 195 02/23/1983 UCLA 1
21 Chris Taft F 6-10 261 03/10/1985 Pittsburgh 1
0 Dajuan Wagner G 6-2 200 02/04/1983 Memphis 3
Head coach
Don Nelson (College – Iowa)
Assistant coaches
Mario Elie (College – American International)
Keith Smart (College – Indiana)
Russell Turner (College – Hampden-Sydney)
Larry Riley (College – Chadron State)
Stephen Silas (College – Brown)
Director of athletic development
Mark Grabow (College – American University
Strenght-and-conditiong coach
John Murray (College – California)
Athletic trainer
Tom Abdenour (College – Wayne State)
Commento
I Warriors sono una squadra strana, una squadra che, da ormai undici anni, è in uno strano limbo all'interno della NBA, perchè non riesce mai ad ottenere dei record così buoni da portarla ai playoffs, ma non riesce neanche a mettere assieme un record abbastanza negativo da ottenere al draft i giocatori che fanno la differenza, i Lebron James, Dwyane Wade o Yao Ming della situazione, giusto per citarne alcuni.
Di conseguenza Golden State si è in un certo senso arenata, avendo una squadra che, in questa stagione, difficilmente riuscirà a combinare qualcosa di buono, soprattutto considerato il fatto che milita nella Western Conference e che non ha un settore lunghi affidabile. Attualmente il roster è ricco di giovani inesperti e forse futuribili, ed è il frutto di una programmazione che non ha mai ottenuto i risultati sperati.
Il gm Chris Mullin, grande giocatore nella sua incarnazione precedente nella NBA, non ha dimostrato di avere le idee molto chiare su come risollevare le sorti della sua franchigia che, negli ultimi anni (con management differenti), non ha azzeccato una mossa di mercato.
Le scelte al draft non sono certo state delle migliori (Andris Biedrins) o non hanno reso secondo le attese (Mike Dunleavy), mentre la prima scelta di quest'anno, Patrick O'Bryant, non è probabilmente ancora in grado di dare un contributo importante alla causa, pur essendo una scelta più che condivisibile, vista anche la scarsità di lunghi del roster.
Sì perchè il difetto piຠgrande di questi Warriors è, evidentemente, sottocanestro, dove non c'è un lungo all'altezza della situazione o di una squadra NBA che ha qualche ambizione. Adonal Foyle è sicuramente un giocatore discreto, il perfetto cambio del centro titolare, ma non può reggere da solo il peso di un reparto. Le speranze sono come al solito riposte sull'ottimo Troy Murphy, vero e proprio animale d'aerea, rimbalzista come ce sono pochi, ma purtoroppo spesso e volentieri infortunato.
Procedendo con l'analisi del roster, troviamo quello che dovrebbe essere il reparto forte della squadra, vale a dire il backcourt, composto da due giocatori di indubbio talento come Jason Richardson e Baron Davis.
Uno dei problemi di Golden State, però, è quello di riuscire a far convivere senza che si pestino i pedi i due, entrambi buoni, se non ottimi, giocatori ma probabilmente senza le doti di leadership che servirebbero per risvegliare la squadra e darle uan certa unità d'intenti.
A questo proposito nella Baia dovrebbero mangiarsi le mani per aver lasciato fuggire, non più di due anni fa, Gilbert Arens verso Washington. Arenas non è un giocatore facile, ma è un vincente, ha carattere, carisma e leadership, e sta dimostrando che probabilmente i Warriors l'avevano sottovalutato ed avrebbero fatto meglio a fargli un'offerta migliore nell'estate in cui era diventato free agent.
Il compito di assemblare tutti questi giocatori, e possibilmente di raddrizzare un po' la testa di Baron Davis, facendolo rendere in campo per il giocatore che realmente è e per il talento che ha, è del ritorno della stagione, la notizia che ha animato la tarda estate della NBA: il ritorno di Don Nelson su una panchina NBA.
In realtà quello di Nelson non è solo un ritorno su una panchina NBA in generale, ma anche e soprattutto sulla panchina dei Warriors, che aveva lasciato una decina d'anni fa a causa di qualche screzio, in particolare con Chris Webber.
Il progetto che si ritrorva in mano Nellie è alquanto confuso, ma il miglior alchimista della NBA, senmpre pronto ad inventare qualche soluzione tecnica particolare, ha come primo obiettivo quello di rivitalizzare Davis, facendolo ritornare quel giocatore che a Golden State avevano intravisto poco meno di due stagioni fa, quando arrivo a metà regular season da New Orleans.
Negli ultimi due mesi di stagione Davis incantò tutti, dando l'impressione di aver finalmente trovato un equilibrio personale ed una voglia di mettersi a disposizione della squadra e dell'allenatore che non è sempre stata una sua priorità . Ora bisogna fare in modo che ritorni ad essere quel giocatore, ed un coach come Nelson, notoriamente più interessato all'attacco che alla difesa (della quale però i Warriors avrebbero un disperato bisogno), potrebbe essere il migliore per ottenere questo risultato. Altrettanto importante sarà cercare di riuscire a far fare il salto di qualità definitivo ad un giocatore come Jason Richardson, di sicuro talento ma al quale manca sempre qualcosa per trasformarsi in un giocatore franchigia, uno di quelli che sposta per davvero gli equilibri di una partita e di una stagione.
Se si vuole coltivare qualsiasi tipo di ambizione bisogna partire da questi due giocatori che, insieme a Troy Murphy, dovrebbero rappresentare l'asse portante, del presente e del futuro, della franchigia, cercando al contempo di sviluppare il più possibile i giovani come Biedrins e Pietrus, oltre che al nuovo rookie O'Bryant, che già avevano fatto vedere dei progressi da quando sono arrivati nella Lega.
Il lavoro non è semplice, ma se c'e`un uomo che puo ridare un po' di vitalità e di carica ad un ambiente che oramai sembra essersi abituato alla mediocrità , è proprio coach Nelson. Staremo a vedere.