Bornstein in rampa di lancio

Jonathan Bornstein, terzino sinistro dei Chivas USA, probabile MLS Rookie of the year

Jonathan Bornstein è stato il più grande affare della MLS 2006. Difensore dei Chivas USA è candidato al premio di Rookie of the year, ma al momento il suo ingaggio è al minimo della lega: $28,000.

Jonathan Rey Bornstein, nato il 7 novembre 1984 a Torrance (CA), laurea in sociologia a U.C.L.A., è il versatile difensore dei losangelini guidati da coach Bob Bradley. Coach che quest'anno ha schierato Bornstein titolare in tutte le partite della regular season. Praticamente Bornstein è costato quest'anno ai Chivas USA meno di $1.000 a partita, un affare per qualsiasi lega professionistica. Ma lui come ha fatto a vivere? "Non ho avuto molti problemi - ha dichiarato serafico Bornsten - anche perché faccio il personal trainer nel tempo libero". Americani! Comunque presto su queste pagine analizzeremo quella che potremmo definire una “low cost league” dal punto di vista di quelli come Bornstein.

Figlio di padre americano di religione ebraica e di madre messicana cattolica, è sbarcato ai Chivas USA quest'anno arrivando da U.C.L.A. Il giovane californiano ha spesso ammesso di essere cresciuto in una sorta di terra di nessuno dal punto di vista culturale, cosa che gli ha creato non pochi problemi d'identità , sperso com'è tra le sue radici latine, in cui è immerso a L.A., e quelle ebreo-americane, che lo hanno portato anche a partecipare alle Maccabiadi, competizione riservata agli atleti ebrei di tutto il mondo. Oltre a questo, Jonathan si è trovato a doversi trasformare in terzino sinistro (ma ha giocato anche in mezzo e avanti) dopo una carriera giovanile spesa esclusivamente nel ruolo di attaccante. Oltre tutto in una squadra che nell'anno inaugurale, il 2005, aveva vinto solo 4 partite, ma che quest'anno, anche grazie a lui, ha raggiunto uno score di 10-13-8 arrivando fino ai playoff, dove al primo turno afronterà  gli Houston Dynamo.

"Non mi aspettavo di giocare così tanto nel mio primo anno da professionista", ha ditto Bornstein. "Pensavo che al limite avrei avuto un po' di spazio dopo metà  stagione. È stata una sorpresa anche per me l'aver avuto questa possibilità  ed essere riuscito ad avere il giusto impatto". Ma la sua voglia di arrivare, unita ale doti naturali, tecniche e fisico, stanno consentendo a questo ragazzo di arrivare al top della MLS.

Bob Bradley aveva diritto a sole due scelte al 2006 Major League Soccer Draft di Philadelphia in gennaio, e la seconda non sarebbe arrivata prima del quarto round. La preoccupazione per Bradley era: sarebbe stato ancora disponibile il giocatore che tanto voleva dopo averlo visto giocare tante volte con U.C.L.A.? "Onestamente, abbiamo sudato freddo per i primi due round", ha dichiarato Bradley. Trentasei nomi sono pian piano stati chiamati e, finalmente, al quarto giro, Bradley ha potuto chiamare l'uomo che voleva. Otto mesi dopo, Jonathan Bornstein si scopre essere stato la pietra più preziosa del draft.

Il 21enne (quasi 22) cresciuto calcisticamente alla Los Alamitos High e a U.C.L.A. è il maggior indiziato a vincere il premio di Rookie of the year, come abbiamo detto all'inizio. Un premio che entrerebbe negli annali, considerando che Marvel Wynne, ex compagno di Bornstein nei Bruins e figlio di un giocatore di baseball con lo stesso nome, è stato chiamato per primo nel Draft. Wynne ha fatto molto bene quest'anno con i barcollanti New York Red Bulls, ma Bornstein ha lo ha oscurato da ogni punto di vista, sia tecnico che statistico. È infatti il numero uno dei rookies per gol (6), e secondo per assist (4), dietro il solo Sacha Kljestan, suo compagno e prima scelta dei Chivas USA 2006.

Ancora più impressionante è il fatto che Bornstein ha giocato tutte le partite di regular season, saltando solo un paio di minuti. Meglio di lui solo i portieri Matt Reis dei New England Revolution e Pat Onstad degli Houston Dynamo, che non hanno lasciato il campo neanche per un minuto.

Il centrocampista Jesse Marsch, veterano dei Chivas, è stato il mentor di Bornstein quest'anno, aiutandolo ad inserirsi al meglio. E per Bornstein, Marsch rappresenta un esempio: "Lo seguo sempre, cercando di fare quelo che fa lui per imparare e crescere, professionalmente e umanamente", racconta Bornstein. "In molti scherzano sul nostro rapporto e per il fatto che lui mi definisce suo figlio. Ma per me lui è stato molto importante nell'aiutarmi a diventare un professionista". Marsch, 32 anni, è nella MLS sin dalla sua fondazione nel 1996, e in carriera ha vinto la MLS Cup e la U.S. Open Cup nel 1998 con i Chicago Fire, guidati all'epoca proprio da Bradley. Secondo Marsch, Bornstein ha tutte le caratteristiche per riuscire, ma non solo nella MLS, ma anche a livello internazionale. "Aveva già  talento, velocità  e piedi buoni, ma il suo miglioramento nel primo anno di professionismo è stato impressionante".

Tali sono stati i progressi in campo di Bornstein, che è finito sotto la lente degli ossrvatori della Nazionale USA. Ma al riguardo potrebbe esserci concorrenza. Durante la preparazione per I Mondiali con la Nazionale messicana, Claudio Suarez, capitano e recordman di presenze dei Verdi, ha approfittato per guardarsi qualche partita dei Chivas USA in compagnia dello staff tecnico della Nazionale. "Sin dall'inizio ho individuato le qualità  di Johnny", ha dichiarato il 37enne difensore messicano dei Chivas USA, "ma man mano che la stagione è andava avanti lo vedevo migliorare giorno dopo giorno. È un calciatore in grado di difendere bene, ma anche di segnare partendo da lontano". In una squadra con giocatori del livello di Paco Palencia e Juan Pablo Garcia, sono state le giocate di Bornstein a catturare l'occhio di Jorge Campos, ex portiere dei Los Angeles Galaxy ed assistant coach della Nazionale messicana ai Mondiali in Germania. Campos, che vive ancora a Los Angeles, ha osservato Bornstein spesso e molto attentamente: "Jorge mi ha detto che Bornstein, secondo lui, potrebbe giocare sia nella lega messicana che in Europa" ha riferito Suarez, "seppur al suo primo anno di professionismo, ha dimostrato di poter competere a questi livelli. Qualche volta i giovani iniziano bene il campionato ma poi si perdono un po'. Ma lui non ha mai molato, anche perché ha un carattere forte. È uno che non ha paura. Sa giocare bene la palla, la sa tenere quando necessario, gioca in modo semplice, riuscendo a fare la cosa giusta al momento giusto". Nonostante il corteggiamento dei messicani, al momento però la scelta di Bornstein è per la Nazionale USA, ancora in attesa di un nuovo coach.

Come abbiamo visto, Marvell Wynne dei Red Bulls era compagno di Bornstein a U.C.L.A., oltre ad essere stato scelto al n.1 nel Draft 2006. Un altro membro della classe 2005 era il centrocampista Benny Feilhaber, che qualche settimana fa ha esordito in Bundesliga con l'Amburgo. Dovessero continuare a cresce e a migliorare in questo modo, è assai probabile che nel giro di qualche anno il trio si possa ritrovare in Europa a tener alta la bandiera del soccer USA. Nel mentre, i Chivas USA sperano che Bornstein possa aiutarli a far sventolare la loro di bandiera, biancorossa, il prossimo 12 novembre nella finale di MLS Cup a Frisco (TX).

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