Gli esperimenti di McMillan

Il giorno delle figurine: Brandon Roy il sorriso dei nuovi Blazers!

Dopo le emozioni del Draft di giugno e gli immediati movimenti di mercato, un'estate di relativa calma in Oregon, non fosse stato per le voci di cessione della franchigia e conseguente possibile trasferimento della stessa lontano da Portland.

Ma come sappiamo, dopo qualche timore il miliardario Paul Allen ha fatto un passo indietro abbandonando le sue intenzioni di abbandono.

Ottobre è invece il mese in cui si ricomincia a parlare di basket giocato, o quasi. Il training camp dei Trail Blazers è iniziato martedì 3 ottobre, in un'atmosfera di grande fiducia e serenità . Qualche nota dolente c'è stata, visto che non tutti i giocatori a libro paga erano in grado di riprendere (o continuare in qualche caso) gli allenamenti.

Trattasi di Darius Miles, Raef LaFrentz, LaMarcus Aldridge e Dan Dickau, tutti alle prese con infortuni di più o meno piccola entità .

TRAINING DAYS
Curiosamente il coach, arrivato lo scorso anno dopo una stagione magica a Seattle, per il primo allenamento ha messo in campo due quintetti (più riserve pronte ad entrare) e li ha fatti giocare, subito!

Al contrario dello scorso anno quando non solo il primo giorno, ma quasi l'intera settimana d'avvio del training camp era passata principalmente a lavorare sui fondamentali. Aspetto, quest'ultimo, che McMillan non ha assolutamente intenzione di mettere da parte, come ha subito precisato ai reporter stupiti per la differenza rispetto allo scorso anno.

Due giorni sono pochi per vedere questo nuovo progetto-Blazers prendere forma, ma alcune indicazioni già  ci sono.

Jarrett Jack si è ritagliato, almeno per ora, il ruolo di point guard titolare. Con Dickau acciaccato e il rookie Rodriguez ancora da ambientare nel nuovo contesto, coach McMillan sta facendo giocare alcuni minuti da point guard anche a Brandon Roy.

Il (mio) candidato a rookie of the year ha dimostrato buone qualità  da passatore oltre ad un ottimo tiro da fuori. Ma probabilmente è d'indole una guardia tiratrice e quella sarà  la sua posizione di norma. A ragione, aggiungerei.

L'esperimento è comunque da fare, anche per verificare due aspetti di una certa rilevanza: è Roy in grado di difendere sulle point guard avversarie, specie quelle più esplosive ed agili? Viceversa, può una guardia alta come Roy sfruttare in attacco il confronto diretto con la point guard avversaria, presumibilmente più bassa? Lo scopriremo col tempo.

Altro dilemma è quello che riguarda Martell Webster, 20 anni a febbraio e selezionato con la sesta scelta al draft del 2005. L'ex Highschooler si sta allenando per adattarsi a giocare da ala piccola, dando per scontato che per il ruolo di guardia tiratrice Roy è già  presente e futuro.

L'idea non pare dispiacergli affatto, anche alla luce della difficile situazione (sia fisica che “ambientale”) di Miles e dela concorrenza di un Travis Outlaw che ancora non ha fatto vedere quanto di buono ci si aspetta da lui.

Il backcourt dei nuovi Blazers è ancora in fase di verifica, ma qualsiasi scelta venga fatta, coach McMillan sta provando diverse soluzioni che possono tornare utili a seconda degli avversari da affrontare o in determinati momenti della partita.

DARIUS MILES CHI?
Tempo fa, in settembre credo, Miles e Randolph mugugnarono un po' per la poca attenzione che il team dedicava alle due star della squadra (cioè loro). Ad esempio, nei biglietti per le partite ed in molte promozioni e pubblicità  legate alle partite da disputarsi alla Rose Garden Arena si potevano vedere foto di coach McMillan, di Roy e Jack, di Webster e perfino Przybilla. Miles e Randolph no!

La realtà  è che la dirigenza ancora non sapeva se avrebbe avuto i due nel roster all'inizio della regular season oppure se fosse riuscita a cederli. Ma è anche vero che quel rinnovamento dall'epoca dei poco amati jail-blazers passa anche dai sorrisi dei nuovi idoli del pubblico di Portland.

Tornando a Miles, il suo talento mai esploso ha già  sei stagioni di esperienza alle spalle. Ma è ancora molto giovane (25 anni compiuti in maggio) e può costruirsi un futuro nella lega. Con i Blazers ha un buon contratto che scade nel lontano giugno del 2010. La situazione però è complicata per molti altri aspetti.

I Blazers lo scaricherebbero volentieri, vuoi per il contrattone, vuoi perché in questi anni non ha fatto vedere chissà  quali progressi: grande schiacciatore da sempre, ma pessimo tiratore e scarsa etica lavorativa che non gli permettono di sfruttare le doti atletiche (ed in parte tecniche) di cui dispone.

Motivi per cui poche squadre si sono dimostrate realmente interessate. Inoltre Miles si è infortunato lo scorso dicembre al ginocchio: un infortunio abbastanza grave che lo costrinse a saltare 34 gare consecutive di regular season.

Quest'estate ulteriore infortunio al ginocchio che lo staff medico dei Blazers stima attualmente all'80% della condizione. Sarà  importante sia per il suo futuro che per quello dei Blazers (se vorranno cederlo) che il prossimo rientro in campo non ci mostri un Miles lontano dai pur discutibili standard della sua carriera.

Un reporter durante il primo giorno di training camp ha chiesto all'ex Clippers come cambierà  il suo stile di gioco se non dovesse recuperare l'esplosività  precedente agli infortuni. La risposta di Darius: “Non c'ho ancora pensato”.

Bloccato in parte dall'infortunio, Miles sta lavorando soprattutto per riabilitarsi dai problemi fisici e per migliorare il proprio tiro. Ma quando gli è stato chiesto se quest'anno vedremo (finalmente) un Miles in fase offensiva capace di essere pericoloso nel gioco perimetrale, la sua risposta è stata: “Ho giocato vicino e lontano dal canestro l'anno scorso, faccio quel che mi chiede il coach”. Magari!

Riconoscere di avere delle lacune e lavorare duro per cercare di migliorarsi sarebbe il primo passo per vedere un nuovo Miles. Purtroppo resto molto scettico. Se solo fosse andato al college quando ne ha avuto l'opportunità !…

FUORI DAL CORO
Anno 2006, la rivoluzione. I nuovi palloni ufficiali (della Spalding) per la NBA. Un bel “so what?!!” ci sta tutto, ma il particolare ha creato più rumore del previsto. Non obiezioni di tipo estetico, ma di tipo pratico, tecnico se vogliamo. Shaquille O'Neal si è espresso senza mezzi termini: “Fa schifo! E quando è bagnato scivola, è incontrollabile. Vedrete: caleranno le percentuali di tiro ed aumenteranno le palle perse”.

Opinione appoggiata da molti veterani della Lega. Di ben altro avviso Jarrett Jack: “Molti ragazzi che sono da un po' nella Lega sono abituati al pallone di vera pelle. Questo invece è più simile a quello che si usa al college ed io sono più abituato a questo tipo di palla. Semplicemente la adoro.”

Meno entusiasmo, ma altra promozione per il nuovo pallone dal veterano Joel Przybilla: “Mi piace perché posso reggerlo con il palmo della mano (rivolta in basso). Ho le mani piccole e ci riuscivo a mala pena con quello di prima. Con questo ho più presa.”

Aspettiamo le prime statistiche per capire quanto e se questo nuovo pallone influirà  davvero sulle prestazioni dei giocatori. Le prossime news sui Blazers le troverete nel Season Preview presto pubblicato da Luke, mentre il team report tornerà  ad inizio campionato. Alla prossima!

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