Il ritorno illustre della nuova stagione. Al Harrington per dei Pacers nuovi di zecca. In tutto
Obiettivi
"Cercheremo di vincere più partite possibili divertendoci". Si è presentato così Al Harrington alla stampa, nel suo primo giorno da Pacer. Troppo facile dire così, ma le sue dichiarazioni non sono da prendere così tanto per luogo comune.
Indiana ha rinnovato il roster, la freschezza di giovani come i rookies, Daniels e Harrington sono l'ideale per ripartire dopo una stagione condizionata da infortuni.
Miami da campione NBA in carica è sicuramente la favorita per vincere l'est, seppur con meno motivazioni, Detroit ha perso il suo centrone Ben Wallace mentre ci sarebbero New Jersey e Chicago come forze emergenti. C'è il "rischio" che Indiana faccia più strada degli anni scorsi, con una squadra meno blasonata.
Come obiettivo possiamo dire finale di Conference e giocarsela per le finals. Ma un'eventuale semifinale di conference contro Detroit o Miami, potrebbe interrompere lì le speranze della Carlisle's band.
Non appena inizierà la regular season, settimanalmente o al massimo ogni 15 giorni, nell'apposita sezione, ci sarà un completo report su tutto quello che è successo.
Conference: Eastern Conference
Division: Central Division
Arrivi: Marquis Daniels, Darrell Armstrong, Rawle Marshall e Josh Powell (Dallas Mavericks); Maceo Baston (Maccabi Tel-Aviv); Orien Greene (Boston Celtics); Al Harrington e John Edwards (Atlanta Hawks)
Partenze: Austin Croshere e Antonhy Johnson (Dallas Mavericks); Fred Jones (Toronto Raptors); Scot Pollard (Cleveland Cavaliers); Peja Stojakovic (New Orleans Hornets)
Rookie: Shawne Williams; James White; Jimmie “Snap” Hunter
Probabile quintetto base:
Playmaker: Jamaal Tinsley
Guardia: Stephen Jackson
Ala piccola: Danny Granger
Ala grande: Al Harrington
Centro: Jermaine O'Neal
ROSTER
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
24 Darrell Armstrong G 6-1 180 06/22/1968 Fayetteville State 12
9 Maceo Baston F 6-9 215 05/29/1975 Michigan 1
6 Marquis Daniels G 6-6 200 01/07/1981 Auburn 3
54 John Edwards C 7-0 275 07/31/1981 Kent State 2
10 Jeff Foster C-F 6-11 250 01/16/1977 Southwest Texas State 7
33 Danny Granger F 6-9 228 04/20/1983 New Mexico 1
5 Orien Greene G 6-4 208 02/04/1982 Louisiana-Lafayette 1
32 Al Harrington F 6-9 245 02/17/1980 St. Patrick's HS (NJ) 8
13 David Harrison C 7-0 280 08/15/1982 Colorado 2
21 Jimmie Hunter G 6-4 180 12/24/1977 Life University R
1 Stephen Jackson F-G 6-8 218 04/05/1978 Oak Hill (VA) 6
3 Sarunas Jasikevicius G 6-4 197 03/05/1976 Maryland 1
2 Rawle Marshall G-F 6-7 190 02/20/1982 Oakland University (MI) 1
7 Jermaine O'Neal F-C 6-11 260 10/13/1978 Eau Claire HS (SC) 10
22 Josh Powell F 6-9 225 01/25/1983 North Carolina State 1
11 Jamaal Tinsley G 6-3 185 02/28/1978 Iowa State 5
0 James White G-F 6-7 200 10/21/1982 Cincinnati R
4 Shawne Williams F 6-9 225 02/16/1986 Memphis R
Head coach
Rick Carlisle (College- Virginia)
Assistant coaches
Johnny Davis (College- Dayton)
Dan Burke (College- Portland State)
Chad Forcier (College- Seattle Pacfic)
Leonard Perry (College- Idaho)
Chuck Person (College- Auburn)
Strenght-and-conditioning coach
Shawne Windle (College- Maine - Presque Isle)
Athletic trainer
Josh Corbell (College- Boston University)
Commento
Era difficile classificare questi Pacers, per una serie di motivi. Dove possono arrivare è la domanda che sorge spontanea, ma questo è strettamente legato a come saprà gestire il talento coach Rick Carlisle.
Questi Pacers sembrano fatti su misura per essere i Suns dell'est. Quintetto (quello probabile) piccolo, con i lunghi che sanno correre bene il campo e possono aprire le difese col tiro da fuori.
Jermaine O'Neal nei panni di Amaré Stoudamire e Al Harrington in quelli di Boris Diaw o Shawn Marion, Jamaal Tinsley (ma anche Sarunas Jasikevicius) a fare lo Steve Nash grazie alla sua fantasia, più Stephen Jackson molto tiratore che lo mettiamo sulla falsa riga di Raja Bell.
Sembrerebbero tutto rose e fiori, un sistema di gioco che piace agli appassionati, tanto gioco in transizione e tiri molto rapidi, difficile non si superino i 100 punti tirando tanto.
Purtroppo è probabile che non sia così rosea la situazione al momento, Rick Carlisle si è fatto conoscere al grande basket non perché allenava l'attacco quando era l'assistant coah di Larry Bird, ma perché le sue squadre (Detroit e Indiana appunto) si sono contraddistinte per difesa e attacco ragionato, sicuramente non un gioco stravagante.
"Cambieremo un pò, saremo più veloci”. Quanto c'è di vero in queste parole di Carlisle, solo lui lo sa probabilmente. Chi ha il coraggio di cambiare spesso vuol dire che si aggiorna, ma è colui che ha preferito il soldatino Antonhy Johnson al più estroverso playmaker Sarunas Jasikevicius per gran parte della stagione nonché nella post season e che al suo primo anno ai Pacers faceva partire in quintetto Kenny Anderson lasciando le briciole all'allora integro fisicamente Jamaal Tinsley.
E se fossero i Suns del'est con tanta difesa invece?
Tra i pro, Carlisle ha però la grande qualità di saper tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Non dimentichiamo i grandi playoffs di Antonhy Johnson, i clamorosi risultati nell'annata della rissa, dove in una situazione assolutamente irreale è riuscito ad uscire a testa alta nella semifinale di conference.
Rispetto all'anno scorso, non ci dovrebbero essere problemi interni come si era vociferato (i “chemistry problems” come li hanno definiti i giornalisti di Indy), in questa ottica l'acquisizione di Darrell Armstrong, veterano e uomo di carisma nel cosiddetto "Locker Room".
Ovvio che le speranze di arrivare in alto, passano soprattutto da Jermaine O'Neal. Da lui ci aspetta una stagione simile a quella in cui arrivò terzo nella graduatoria per l'MVP, il suo rendimento è fondamentale per le sorti di Indiana. Se J.O. non soffrirà i soliti problemi fisici (una costante negli ultimi anni purtroppo) e riuscirà a fare quel salto di qualità che contraddistingue gli ottimi giocatori dai campioni, è probabile che il pubblico della Conseco Fieldhouse, caldo come sempre, riesca a togliersi delle soddisfazioni.
Se ne andò da "Baby Al" ed è tornato "Big Al", naturalmente Al Harrington stavolta è ritornato non per adattarsi al sesto uomo di lusso, ma per fare parte dello starting five e per essere pronto a fare da secondo "violino" in un team che punta in alto, più degli Hawks sicuramente.
Al e la sua famiglia sono molto legati ad Indiana, il suo amicone O'Neal sarà pure il compagno di reparto probabilmente, senza contare che come ha ammesso lui stesso nella presentazione alla stampa, è cresciuto in questo biennio, ha migliorato il tiro ma ha sicuramente potuto dimostrare che con lo giusto spazio riesce ad essere uno dei top player della lega. Inoltre in una squadra come questa, la sua integrità fisica (142 partite su 164 ad Atalanta) è benvenuta dopo le recenti esperienze.
Qualcuno dice che sia un perdente (per quella scelta di lasciare un ruolo di 6° uomo in una squadra a titolo per una da lottery) ma Al a 26 anni (quindi nel momento giusto) è pronto per diventare una vera e propria star.
Quando i Pacers cedettero Harrington ad Atlanta, ricevettero in cambio Stephen Jackson, rimasto ancora qui..
Insieme a Tinsley era il più indiziato a cambiare aria durante l'off-season, soprattutto per via di alcune "scintille" col pubblico della Conseco Fieldhouse (non con quello di Detroit"), invece Bird lo ha tenuto e in questa squadra il suo ruolo diventa fondamentale perché è il più tiratore di tutti in questo roster. Soprattutto tra le shooting guard, Marquis Daniels è allergico all'arco dei 3 punti mentre James White può segnare ma è famoso più che altro per i suoi voli a canestro, quindi Stephen Jackson potrebbe veramente essere letale per gli avversari, soprattutto se è vero che i Pacers saranno più "speed", ovvero selezione di tiri più rapidi con conseguenza di tanti tiri con i piedi per terra, specialità nella quale Jackson ha pochi rivali nella lega.
Le sue quotazioni erano calate perché si è ritrovato in una situazione dove gli si chiedeva più di quello che era nelle sue capacità , con tanti giocatori fuori per infortuni è stata la seconda (o addirittura prima) opzione subito dopo O'Neal, mentre lui rende meglio quando ha una certa solidità alle spalle, vi dice qualcosa il titolo degli Spurs 2003 con l'asse Parker-Duncan?
Se i Pacers non hanno trattenuto Peja Stojakovic, la causa non è solo economica, ma è anche tecnica. Dopo un solo anno nella lega, Danny Granger ha dimostrato di essere uno di quei giocatori che i Pacers non possono privarsi. Per lui sono aperte quasi sicuramente le porte del quintetto base, premio alla sua grande maturità rapportata all'esperienza, nonché alla duttilità . Dovrebbe essere l'ala piccola titolare, ma come stessa ammissione del coach, giocherà spesso da ala forte tattica. Rimbalzi, passaggi, canestri conditi da atletismo e giovinezza, ecco perché Danny Granger rappresenta il presente e il futuro di questa squadra.
Si spera pure che Tinsley non sia tartassato dai problemi fisici, perché lui dovrebbe essere la point guard titolare, il ragionatore e colui che grazie alle qualità balistiche, può mandare a segno i compagni. Quando è in forma, non si può nascondere che sia una dei migliori point man della lega.
I rookie che spazio avranno? Strano a dirlo ma secondo me la seconda scelta (James White) avrà più spazio della prima, Shawne Williams, per una questione di esperienza (White ha fatto il college e ha 24 anni, mentre il #17 draft pick no e ha 20 anni) e perché Rick Carlisle non è certo famoso per grossi minutaggi ai rookie, soprattutto se troppo giovani. Però c'è da dire che l'anno scorso Granger, vuoi per scelta tecnica o forzata, ha ricevuto lo giusto spazio dal coach.
Shawne Williams difficilmente da subito avrà un grande impatto, è uno swingman - "può giocare in 4 ruoli" - come sottolinea Bird, ma il fatto che nel suo ruolo naturale ci sia già Granger, più Harrington e Daniels pronti ad avere spazio, non lascia pensare a grandi opportunità per il prodotto di Memphis.
James White nella Summer League di Orlando ha impressionato tutti per il suo atletismo, ma anche per le suo doti difensive – Lui viene da un sistema difensivo come quello di Cincinnati con Bob Hoggins - come ci spiega Chuck Person, assitente di Carlisle.
La panchina potrebbe essere un fattore per quantità e qualità . Marquis Daniels gioca nei 3 ruoli esterni senza problemi, può portare la palla ed essere letale con le entrate, inoltre sembra perfetto per ricoprire il ruolo di 6° uomo. James White, Shawne Williams, Rawle Marshall più Sarunas Jasikevicius e Darrell Armstrong completano un reparto esterni interessante.
Come rincalzi tra i lunghi, perso Pollard, c'è Jeff Foster che sarà prezioso se ci sarà bisogno di un rimbalzo o di alzare un po' i gomiti e David Harrison, arrivato ormai al terzo anno ai Pacers, l'anno decisivo per dimostrare di essere qualcuno.
Riuscirà Indiana a festeggiare i 40 anni con una bel risultato?