il volto nuovo a Detroit. Mohammed. Riuscirà a non far rimpiangere Big Ben?
Obiettivi
Dopo la cocentissima delusione, ancora viva negli animi dei tifosi, della sconfitta in Finale di Conference contro i Miami Heat di appena pochi mesi fa, i Detroit Pistons, si rimettono al lavoro con uno stimolo in più: riconquistare lo scettro di re dell' Est, per poi dare il terzo assalto in cinque anni al titolo Nba.
Nonostante tutte le vicissitudini estive, la franchigia del Michigan sembra ancora una volta presentarsi ai nastri di partenza con il diritto di rientrare almeno tra le papabili per rappresentare l'Eastern Conference nelle Finali di giugno. Lo dicono gli analisti americani, lo dice la storia recente ( dal 2003 ad oggi sempre tra le prime quattro della lega) e lo dicono i roster. Anche se, sulla carta, le possibili sfidanti certo non mancano (vedi i campioni in carica di Miami guidati dal tandem stellare Wade-Shaq e gli emergenti Chicago Bulls tra tutti) e il team non appare esattamente allo stesso livello di quello degli anni scorsi. Queste preoccupazioni tuttavia non sembrano preoccupare il General Manager Joe Dumars e tutto lo staff tecnico, con il riconfermato coach Flip Saunders in primis, che puntano fiduciosi e decisi al bersaglio grosso.
Conference: Eastern Conference
Division: Central Division
Arrivi: Ronald Dupree (Minnesota T-Wolves); Flip Murray (Cleveland Cavaliers) ; Nazr Mohammed (San Antonio Spurs)
Partenze: Ben Wallace (Chicago Bulls); Maurice Evans (Los Angeles Lakers)
Rookie: Cheick Samb; Will Blalock
Probabile quintetto base:
Playmaker: Chauncey Billups
Guardia: Richard Hamilton
Ala piccola: Tayshaun Prince
Ala grande: Rasheed Wallace
Centro: Nazr Mohammed
Roster:
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
1 Chauncey Billups G 6-3 202 09/25/1976 Colorado 9
Will Blalock G 6-0 205 09/08/1983 Iowa State R
34 Dale Davis C-F 6-11 252 03/25/1969 Clemson 15
20 Carlos Delfino G 6-6 230 08/29/1982 Argentina 2
12 Ronald Dupree F 6-7 209 01/26/1981 Louisiana State 3
32 Richard Hamilton G-F 6-7 193 02/14/1978 Connecticut 7
10 Lindsey Hunter G 6-2 195 12/03/1970 Jackson State 13
25 Amir Johnson F 6-9 210 05/01/1987 Westchester HS 1
54 Jason Maxiell F 6-7 260 02/18/1983 Cincinnati 1
24 Antonio McDyess F 6-9 245 09/07/1974 Alabama 10
13 Nazr Mohammed C 6-10 250 09/05/1977 Kentucky 8
6 Ronald Murray G 6-3 197 07/29/1979 Shaw 4
22 Tayshaun Prince F 6-9 215 02/28/1980 Kentucky 4
Cheik Samb C 7-1 215 10/22/1984 R
36 Rasheed Wallace F-C 6-11 230 09/17/1974 North Carolina 11
Head coach
Flip Saunders (College- Minnesota)
Assistant coaches
Don Zierden (College- Mount Senario)
Igor Kokoskov (College- Belgrade University)
Ron Harper (College- Miami)
Terry Porter (College- Wisconsin- Stevens Point)
Dave Cowens (College Florida State)
Assistant coach/ Advance scout
Bill Pope (College- Kansas)
Athletic trainer
Mike Abdneour (College- Wayne State)
Commento
Quest'anno intorno ai Pistons c'è molta curiosità . Più del solito. Tutti vogliono vedere con i propri occhi quanto la partenza di Ben Wallace, nominato per quattro volte negli ultimi cinque anni miglior difensore della Nba e colonna portante dei successi targati Pistons di questi ultimi tempi, inciderà sulle sorti degli uomini di Saunders. In effetti il colpo che Dumars e tutta Detroit hanno dovuto incassare quest'estate è uno di quelli pesanti: potenzialmente da K.O. In un certo senso l'ambiente si sente tradito da quello che è stato per anni, oltre che il centro inamovibile, anche l'idolo indiscusso del Palace, condottiero di tante battaglie vinte e icona dello spirito di Motown: il "let's go to work", "l'andiamo a lavorare".
Probabile quindi che l'assenza di "Big Ben" si faccia sentire, prima ancora che dal punto di vista tecnico, in quello carismatico. Soprattutto all'interno dello spogliatoio, lì dove nascono le vittorie.
Al suo posto è arrivato Nazr Mohammed, non la stessa cosa, ma sicuramente neanche l'ultimo arrivato. Solido rimbalzista, ma con pochi punti in mano (proprio come il suo nobile predecessore") Mohammed è stato anche il centro titolare dei San Antonio Spurs campioni Nba 2005. Uno " proven ", quindi, come direbbero gli americani: uno già testato. La firma è stata apposta in calce ad un contratto con scadenza quadriennale, con opzione per il quinto anno, a 23.4 milioni di dollari complessivi. Ovviamente non è facile, per non dire impossibile, prevedere se l'ex Spur saprà integrarsi alla perfezione nei già ben oliati e consolidati meccanismi dei Pistons. Certo, l'eredità è pesantissima, ma il giocatore, a nostro modo di vedere, è in grado di assolvere il compito e non far rimpiangere troppo Wallace.
Ciò che più fa male ai pistoniani, però, è il fatto che Ben abbia firmato per una diretta rivale (Chicago), nonché appartenente alla stessa division, motivo questo per cui solo in regular season le loro strade si incroceranno per addirittura quattro volte. Sarà interessante vedere la reazione del Palace of Auburn Hills quando il loro ex beniamino farà il suo ingresso in campo, con la maglia dei"Bulls!
L'altra addizione estiva di rilievo, per Dumars, è la guardia Ronald "Flip" Murray, svincolato da Cleveland. Murray è stato firmato con il preciso scopo di dare più profondità ad una panchina che l'anno scorso è apparsa davvero povera e fare il lavoro che fino alla passata stagione è stato di Lindsay Hunter, classe 1970, che dopo l'eliminazione dai Playoffs sembrava in procinto di ritirarsi, salvo poi essere convinto a tornare per almeno un'altro "giro di giostra". Farà da backup sia a Billups, sia a Hamilton, coprendo così anche la posizione di point guard, inedita per lui. E se dovesse confermare le cifre fatte registrare nell'ultima parte di stagione ai Cavs (13.5 punti a partita) non sarebbe altro che l'ennesimo colpo di genio di Dumars.
Fondamentale sarà anche recuperare fisicamente e mentalmente Rasheed Wallace, stella fulgente della squadra, ma anche elemento a dir poco difficile caratterialmente. L'ala da North Carolina è stata una delle tante delusione della serie contro i Miami Heat, iniziata male e finita anche peggio. Specie dopo l'addio del suo omonimo Ben, Sheed sarà sempre più imprenscindibile per le sorti del team. Farà dunque bene, Saunders, a mettere da parte le fastidiose frizioni createsi tra di loro per tentare di riaverlo al pieno delle sue enormi potenzialità . Da entrambi i lati del campo.
Sarà una stagione di continui esami anche per lo stesso Flip Saunders, che non può permettersi altri passi falsi dopo i gravi errori di gestione dell'anno passato. Il coach dovrà convincere giocatori, dirigenza e tifosi che la sua etichetta di perdente guadagnata negli ultimi lustri a Minnesota prima che a Detroit, non corrisponde a verità ed è soltanto frutto di sfortunati eventi. Altrimenti sarà il primo a pagare pegno.
Dovrà convincere i suoi uomini a seguirlo e a credere in lui. Dovrà inculcargli i suoi concetti cestistici e dovrà farsi accettare pienamente. D'altronde l'eredità che ha raccolto è pesante, molto pesante: Larry Brown era amato come poche volte accade ad un coach; sostituirlo nel cuore della gente non è compito facile. E la netta discordanza tra i loro sistemi di gioco certo non aiuta. I Detroit Pistons sono una squadra che ha costruito tutte le sue vittorie basandosi sulla difesa, sul sacrificio. L'ex head coach dei T-Wolves è invece un tecnico le cui certezze affondano le proprie radici nell' attacco, nei punteggi alti, nel fare un punto in più degli avversari piuttosto che subirne uno in meno. E raggiungere un compromesso tra due mentalità così antitetiche l'una con l'altra non è assolutamente un gioco da ragazzi.
Più e più volte in Michigan si è vociferato che la partenza di Ben Wallace, tra i più fedeli a Brown e alla sua linea, sia stata propiziata proprio dalle controversie con il nuovo allenatore, accusato anche di aver spremuto troppo i titolari durante tutta la stagione, per poi arrivare alla resa dei conti con giocatori spompati fisicamente. Ad affiancarlo in questa avventura ci saranno ache i due nuovi assistenti: Dave Cowens e Terry Porter, due dei migliori.
Per come la vediamo noi, si dovrebbe ripartire innanzitutto da quelle che sono le certezze rimaste di questo gruppo. Sicuramente dare maggior credito a Tayshaun Prince, una delle poche, se non l'unica, nota lieta della scorsa postseason e continuare a fare affidamento su quelli che sono i pilastri storici del team: Billups e Hamilton su tutti. Senza dimenticare ovviamente, come già detto, Rasheed Wallace. Saunders dovrà imparare dai propri errori, allargando notevolmente una rotazione di uomini che l'anno scorso spesso e volentieri non andava oltre a sette-otto elementi, e sicuramente avere gli attributi per imporsi in uno spogliatoio con molte teste calde, evitando di cadere in soggezione di fronte ai leaders del gruppo (addirittura, voci di corridoio, riferiscono che dopo una sconfitta i giocatori lo hanno sorpreso quasi in lacrime nel suo spogliatoio, frustrato per il poco rispetto che il team gli mostrava). Da non sottovalutare, infine, l'apporto che potrebbe garantire uscendo dalla panchina Antonio McDyess, veterano di buon spessore tecnico, che se dovesse riconfermale il rendimento delle Finali 2005 con gli Spurs, farebbe davvero molto comodo alla causa.
Insomma, i pezzi del puzzle sembrerebbero esserci tutti: toccherà a chi di dovere cercare di metterli assieme. Risposte certe ce le potrà dare soltanto il campo, a suo tempo. Traendo esperienza dall'ultima stagione verrebbe da consigliare prudenza, molta prudenza. La stagione regolare può essere indicativa fino ad un certo punto. D'altronde, lo scorso anno, a Febbraio le due finaliste di Giugno sembravano già essere state designate; addirittura, secondo gli analisti, Detroit stava veleggiando verso le 72 vittorie, record di tutti per la Nba; poi invece sappiamo tutti come è andata a finire.