Che margine di miglioramento ha ancora un giocatore come Ben Gordon?
Obiettivi
I Bulls del post-Jordan continuano il loro percorso di riavvicinamento al titolo. Dopo due eliminazioni consecutive al primo turno, l'ultima per mano dei futuri campioni di Miami, costretti comunque a sei gare parecchio dure e a tirare fuori il miglior Shaq della stagione nella gara chiave (30+20 nel sesto e decisivo atto), sono stati i più attivi sul mercato estivo e si sono accaparrati, dopo un draft eccellente, il più quotato agente libero sulla piazza, Ben Wallace, solamente il miglior difensore dell'NBA. Obiettivo minimo: secondo turno.
Si riparte dunque da Scott Skiles sul pino, sempre più a suo agio allo United Center, e da una squadra che ha aggiunto gioventù e atletismo (Sefolosha, Thomas, Khryapa e Andriuskevicius) senza tralasciare l'aspetto difensivo, dell'esperienza e del gruppo (Big Ben, PJ Brown e Griffin). Le partenze non sono state significative: hanno solo rinunciato alla freschezza di Chandler ma l'obiettivo era scaricare il suo contrattone, visto che sarà una necessità rifirmare in futuro Nocioni, Gordon, Deng e Hinrich, lo scheletro della squadra.
Conference: Eastern Conference
Division: Central Division
Arrivi: PJ Brown (New Orleans Hornets); Ben Wallace (Detroit Pistons); Adrian Griffin (Dallas Mavs); Viktor Khryapa (Portland Trail Blazers); Martynas Andriuskevicius (Claveland Cavs)
Partenze: Jannero Pargo (New Orleans Hornets); Tyson Chandler (New Orleans Hornets); Darius Songaila (Washington Wizards); Eddie Basden (Cleveland Cavaliers); Othella Harrington (Charlotte Bobcats); Erick Piatkovski (Phoenix Suns)
Rookie: Thabo Sefolosha; Tyrus Thomas
Probabile quintetto base:
Playmaker: Kirk Hinrich
Guardia: Ben Gordon
Ala piccola: Luol Deng
Ala grande: Michael Sweetney
Centro: Ben Wallace
ROSTER
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
35 Malik Allen F 6-10 255 06/27/1978 Villanova 5
15 Martynas Andriuskevicius C 7-2 240 03/12/1986 Lithuania 1
42 P.J. Brown C-F 6-11 239 10/14/1969 Louisiana Tech 13
9 Luol Deng F-G 6-9 220 04/16/1985 Duke 2
21 Chris Duhon G 6-1 185 08/31/1982 Duke 2
7 Ben Gordon G 6-3 200 04/04/1983 Connecticut 2
44 Adrian Griffin G-F 6-5 230 07/04/1974 Seton Hall 7
12 Kirk Hinrich G 6-3 190 01/02/1981 Kansas 3
38 Viktor Khryapa F 6-9 210 08/03/1982 Russia 2
5 Andres Nocioni F 6-7 225 11/30/1979 Argentina 2
2 Thabo Sefolosha G 6-7 215 05/02/1984 Switzerland R
50 Michael Sweetney F 6-8 270 10/25/1982 Georgetown 3
24 Tyrus Thomas F 6-9 215 08/17/1986 Louisiana State R
3 Ben Wallace C 6-9 240 09/10/1974 Virginia Union 10
Head coach
Scott Skiles (College – Michigan State)
Lead assistant coach
Jim Boylan (College – Marquette)
Assistant coaches
Ron Adams (College – Fresno Pacific, Fresno State)
Pete Myers (College – Arkansas-Little Rock)
Assistant coach/ Advance scout
Mike Wilhelm (College – Southampton)
Strenght-and-Conditioning coach
Erik Helland (College – Wisconsin-Eau Claire)
Athletic trainer
Fred Tedeschi (College – University of the Pacific)
Commento
Ovvio che i Bulls avranno fin da subito gli occhi addosso. Signori incontrastati della offseason e autori di un draft eccellente, secondo molti addetti ai lavori, si trovano in una conference che lascia a tutti la speranza playoffs fino alla fine, l'incertezza regna sovrana, ma proprio per questo c'è molta concorrenza e non è detto che sia facile e immediato per i Tori trovare il giusto equilibrio e la giusta amalgama.
La rinuncia a Chandler è stata obbligata: la dirigenza ha puntato forte su Ben Wallace, uomo squadra, gran difensore, super atleta seppur undersized (di poco sopra i 2 metri), esperto, già campione Nba, ma quasi nullo offensivamente.
Chandler assomiglia molto a Big Ben, anche se più alto e magari non sempre concentrato, ma lui pure un lungo che non guarda il canestro, se non per schiacciare su uno scarico o su rimbalzo d'attacco. Il GM Paxson non voleva due giocatori interni cui non si può dar palla per giocare in post, ha puntato sull'esperienza, dato che in cambio di Chandler ha ricevuto PJ Brown, altro lungo con grande esperienza Nba, grande leader e difensore ma non un elemento su cui costruire un gioco offensivo.
Con Chandler se ne va soprattutto il suo contrattone da oltre 60 milioni di dollari e arriva un giocatore come PJ Brown in scadenza: grasso che cola per i Bulls. Il sistema sarà comunque basato sulle iniziative di Gordon e Hinrich, sui miglioramenti di Deng che, come Nocioni, ha aggiunto un ottimo tiro da tre, e ha mostrato grande facilità nel costruirsi un tiro da solo. Il tiro da tre è e rimane la chiave offensiva dei Bulls: vivono e muoiono col loro shooting game.
In più però ci sono due giocatori che possono cambiare volto alla squadra, uscendo dal pino: Tyrus Thomas e Thabo Sefolosha. Il primo assomiglia moltissimo a Shawn Marion, ha un atletismo fuori dal comune, ha mostrato di avere grande senso per il rimbalzo e la stoppata, deve lavorare sul suo tiro che attualmente non va oltre i 3 metri e piedi per terra, ma la base su cui lavorare è di prima qualità .
Qualità che abbonda nel primo svizzero della lega, Thabo Sefolosha, che nell'ultimo anno ha incantato a Biella col suo atletismo, la sua grinta, la sua difesa e anche un gioco offensivo che manca solo di un po' di raggio di tiro. Pur avendo solo 22 anni ha già giocato da protagonista in Francia e quest'anno nella nostra serie A facendo impazzire tutti con le sue giocate sopra il ferro. Last but not least: è vero che è la Svizzera, ma a 16 anni era già in nazionale maggiore e spiegava pallacanestro.
I Tori hanno lavorato parecchio sulla loro difesa, già comunque eccellente lo scorso anno. Dopo Wallace e PJ Brown, ai già eccellenti Chris Duhon e Malik Allen, hanno aggiunto anche Adrian Griffin, decisivo nella corsa dei Dallas Mavs alla finale Nba. L'ex rosetano può dare minuti a Gordon nello spot di guardia, ma può anche giocare da tre o addirittura da quattro in quintetti speciali. In attacco non ha molte armi ma il suo tiro mancino può servire, nei minuti in cui Gordon tira il fiato.
Per completare il quadro sulle aggiunte dei Bulls, abbiamo due ex-sovietici, Andriuskevicius e Khryapa. Il primo, scelto dai Cavs due anni fa per farne il nuovo Ilgauskas, è ancora parecchio indietro, nonostante i 220 cm fatica a muoversi con fluidità e non riescere a mettere su un chilo che uno: verrà parcheggiato in NBDL o in Europa, anche perché ha solo 20 anni; il secondo, scuola CSKA, ha dimostrato di avere buoni fondamentali, può giocare sia da tre che da quattro ma deve aggiungere lui pure qualche muscolo. Difficile entri stabilmente nella rotazione.
Parlando di quelli che già c'erano, è ovvio che i giocatori con gli occhi addosso saranno le due guardie: Gordon e Hinrich. L'inglesino ha comunque chiuso la stagione con 17 punti a serata col 42% da 2, il 43% da 3 e il 78% ai liberi, con la solita gestione chirurgica dei finali e quarti quarti da sogno: chiedere ai Knicks.
Deve fare l'ultimo salto di qualità per diventare un All Star, considerando però che è già ora tra le migliori guardie tiratrici della lega, anche per un fisico non troppo atletico che non arriva al metro e novanta. Hinrich viene dalla delusione mondiale, ha faticato parecchio pur se considerato da molti tra i più adatti al gioco Fiba. Rimane uno dei miglior play puri della lega, è un leader, ha un tiro affidabile, difende, anche se non è sempre lucido e spesso esagera, forzando soluzioni e commettendo falli stupidi.
Nocioni e Deng si giocano lo spot di ala piccola titolare anche se non è detto che Skiles non li utilizzi insieme rinunciando a Sweetney o Brown fin dalla palla a due. L'ex Duke ha compiuto passi da gigante nell'ultimo anno, il suo arresto e tiro ha assunto continuità e con le braccia che si ritrova può difendere su chiunque: se riesce a costruirsi anche un tiro da tre continuo (26% lo scorso anno), rischia di diventare un vero e proprio crack per i Tori.
Su Nocioni c'è poco da dire: "El Ciapu" ha un cuore che fa distretto, difende durissimo, tanto da farsi non pochi nemici nella lega, è dovunque, non ha paura a sbucciarsi i gomiti per recuperare una palla. È migliorato molto nel tiro da fuori ed è uno dei leader nello spogliatoio: con Big Ben può solo andare d'accordo. Peccato per l'errore contro la Spagna ai mondiali che sarebbe valso la finale.
Lo spot di numero 4 è un affare tra Sweetney e PJ Brown. Il primo, seppur undersized, ha mostrato di saperci fare vicino a canestro, è l'unico giocatore di post di Skiles, sa usare sapientemente il suo culone: purtroppo è debole in difesa perché non è rapidissimo e non ha molti centimetri ma nell'altra metà campo sa usare le sue dolcissime mani.
Difficile che il vecchio PJ parta in quintetto: con Wallace serve un giocatore con caratteristiche offensive, proprio Sweetney, mentre Brown, uscendo dalla panchina, può dare minuti a entrambi senza far calare l'intensità e il numero di rimbalzi. Potrebbe mancare un giocatore come Songaila che apriva le difese col suo tiro da fuori e la sua intelligenza tattica.
Per concludere, questi Bulls sembrano avere tutte le carte in regola per sorprendere in questa stagione. Pur avendo cambiato molto, hanno mantenuto l'ossatura della squadra, sostituendo degli elementi e aggiungendo freschezza coi due rookies. Toccherà a Skiles far girare in maniera fluida l'ingranaggio.
Molto dipenderà dall'inserimento di Big Ben: non ci si deve aspettare che divenga da subito il leader della squadra e che diventi anche il riferimento primario sul campo. Deve fare quello che ha sempre fatto, nulla di più, perché a fare canestro ci pensano altri.
In più, se le due matricole riusciranno a dare subito una mano, per questi Bulls non ci saranno limiti. Pistons, Heat e compagnia bella sono avvisati: i Tori sono tornati.