Come ti erudisco il rookie

'Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi…'

Evidentemente il mio fluido e' piu' adulterato del Tavernello mischiato alla Frizzina…

Dopo aver azzeccato una buona fetta di pronostici baskettari, ho chiaramente toppato quello del mondiale occhi a Mandorla (che ne sapevo che i Greci avrebbero visto il canestro grande come il Peloponneso, mentre i figli di Bush, geni come lui, hanno perso le tracce del manuale “la difesa sul P&R”?).

Inoltre, e' bastato il solo nominare il cognome del teutonico Pontefice nell'ultimo pezzo, per scatenargli un Katrina di contumelie da parte di mezzo mondo. Povero papa nostro, neanche Blatter ha fatto piu' danni nella lingua di Goethe……..

Settembre, per la NBA, e' un mese piuttosto morto, e per i giocatori ha lo stesso effetto dell'agosto degli studenti: e' l'ultimo mese di vacanza. Anche noi fanatici del mondo a stelle e strisce, ci dobbiamo arrabattare con notizie sul mercato, ma le bombe sono scoppiate quasi tutte a luglio, quindi c'e' ben poco.

Qualche notiziola succosa pero' arriva.
Con la scusa che la rookie class di quest'anno ci interessa parecchio da vicino, la Rosea sta seguendo con particolare interessere la preparazione alle esame di “Matricola 1” che Mago e compagni stanno svolgendo all'Ateneo di Stern.

Mettiamola in questi termini: il quoziente medio intellettivo del nostro rookie non e' certo pari al suo talento, talvolta siamo particolarmente “sgarruppati”, anche perche' veniamo da famiglie “sgarruppate” (quando ci sono) cresciuti in quartieri che sono parecchio “sgarruppati”.

Logico che, se dall'oggi al domani fai piovere nelle mani di questi bambocci un paio di milionate, per bene che ti vada si incrementa il fatturato della mignotteria d'alto bordo che bazzica dalle parti degli spogliatoi.

Una volta leggevo Rodman (che non e' Socrate, ma due o tre giri di walzer li ha messi insieme) che diceva che la Lega era 50% soldi e 50% sesso, aggiungendo che le splendide e voracissime fanciulle che bazzicavano gli spogliatoi, avevano perfettamente chiari i meccanismi del salary cap e gli aggiornamenti contrattuali delle loro atletiche (ed imbecilli) vittime. Il Verme non e' certo la Corte di Cassazione, ma immagino che non sia molto lontano dal vero.

E allora che ti prepara Stern: semplice, mette in piedi la Scuola di Bon ton cestistico, con le 10 regole auree per giocare (e bene) a pallacanestro e sopravvivere anche a quello che succede fuori.

Ci vogliamo scherzare un po' su? Affare fatto.
Ecco a voi 10 personalissimi consigli per fare il rookie in serenita' e vivere bene in mezzo ai pescecani del mondo NBA.

10) Limita la tua crew alla singola cifra. Oltre ci puoi andare solo se ti chiami Allen e giochi a basket a Phila, oppure se sei Diego Armando e ti diverti con i piedi. Ma in entrambi i casi e' affare dispendioso e metti su un allevamento di sanguisughe.

9) La mamma e' sempre la mamma. Ma evita che dia interviste sul fatto che il coach ti sottoutilizza. La cosa fa girare le balle a tutti: da chi ti porge l'asciugamano a chi ti stacca gli assegni.

8) Sei un 20enne tutto “ciccia e brufoli”? Fino a ieri non battevi chiodo neanche al muretto dietro la pista da pattinaggio a Lignano Sabbiadoro, mentre oggi orde di sosia di Tyra Banks ti dicono che sei l'uomo della loro vita?
Se associ questi strani fenomeni al triennale da 15 milioni che hai appena firmato, il mondo ti sembrera' un po' meno poetico ma piu' logico.

7) Se proprio proprio non ce la fai a dire di no a quella Venere che ti punta da 2 settimane con l'aria di chi ti deve svelare una posizione del Kamasutra che non c'e' sui libri… ricordati sempre dei consigli dei nonni, e mi perdoneranno le signore per il proverbio da nostalgico della Legge Merlin: le donne che si pagano PRIMA sono quelle che costano meno.

6) C'e' un tizio con la parlantina sciolta che ti tampina al telefono senza sosta, offrendoti una imperdibile opportunita' di decuplicare i guadagni entro una sessione di tiro, costruendo quartieri residenziali dove ora sguazzano gli alligatori, o megacentri estetici nella Death Valley, o concessionarie d'auto negli atolli Maldiviani. Ringrazia e spiega che in realta' gestisce tutto il tuo patre putativo (ovviamente non ce l'hai, nella storia se ne rcorda uno solo, ed il figlio non fu trattato bene, ma non sottilizziamo), ringrazia e saluta.

Ora parliamo anche di cosette tecniche:

5) Sei bianco, latino, magari pure italiano. Quindi sei lento, non salti e sei un tiratore. 'Sta cosa sara' anche vera, ma importa poco. Gli Yankees quando parlano di basket sono come noi italiani con il calcio: luoghi comuni fino al voltastomaco. D'altronde il basket l'hanno inventato loro, il loro campionato e' il migliore (vero, per il momento) i loro giocatori sono i migliori (mmmm), i loro allenatori pure (doppio mmmm) e via discorrendo.

Quindi, fate si con il testone quando brontolano che non siete aggressivi in difesa, che non vi sbattete, che non avete il fuoco dentro: quando avrete i titoli per rispondere, potrete sempre dire che da qualche anno il fuoco dentro glielo mettono a loro argentini o europei a turno, ed il bruciore comincia sempre da una poco nobile parte del corpo.
(Questo ovviamente Stern non ve lo dira', ma ve lo dico io, e' gratis e di solito fa piacere saperlo).

4) L'NBA funziona come il caro vecchio bistrattato servizio militare: entri in caserma e non sei nessuno, anche meno. La versione ufficiale di quello che siete la ripete il Sergente Hartmann ogni volta che il Soldato Palla di Lardo gli si para davanti. Ora, a parte fare punti, prendere rimbalzi, botte e falli, c'e' una cosetta che non siete ASSOLUTAMENTE autorizzati a fare: discutere con i grigi una loro zufolata.
Vi capitera' sicuramente, specie nei primi mesi, di vedervi sanzionati degli sternuti mentre, dall'altra parte del campo, il veterano avra' diritto di usare il vostro braccio come una mensola per le pentole o un tagliere per le bistecche.
Quello che dovete fare e' semplicemente NIENTE. Zero proteste, zero facce strane, zero braccia allargate alla “era rigore, ca…o, fischia”. Niente. Se siete bravi e ve lo meritate, come in un gioco di ruolo, acquisirete importanza e gradi, ed i fischi arriveranno da soli.

3) Gestione dello spogliatoio. Bellissimo argomento. Qui le cose variano a seconda della galassia in cui siete capitati.
C'e' lo spogliatoio di S.Antonio, dove l'ispanico e' oramai lingua ufficiale, ma c'e' gente che si guadagna da vivere traducendo il francese in inglese.
C'e' Dallas, dove il direttore d'orchestra e' tedesco, quindi fate voi.

Ma la maggior parte dei posti ha questa tipologia tipo: superstar da millemilamilioni di $, con diritto di vita e di morte su tutto cio' che rappresenta forma di vita, 2-3 giocatori ben pagati che possono anche parlare senza richiedere il permesso, veterani buoni e bravi che, su richiesta fatta con educazione, dispensano buoni consigli, peones vari che e' gia' tanto che si possono fare la doccia nello stesso posto.

Ora, se sei rookie, magari scelto in alto, quindi con triennale garantito, in realta' sei un lattante di successo, e la maggior parte dei compagni cerchera' di vedere di che pasta sei fatto. Quindi scherzi di peso e gusto variabile, qualche atto di nonnismo qua e la', mazzate feroci in allenamento con il benestare del coach (che vuole vedere un paio di esiti di crach test) e via andare.

Il giochino sta nel capire quando sopportare sorridendo e quando invece e' il caso di mettere due puntini sulle i. Di solito sbattersi in difesa e passare la boccia e' attivita' sempre apprezzata dai compagni, unitamente al non prendersi eventuali meriti delle vittorie, a meno che non si segni 100 punti in una sera di marzo……

2) Ok, siete bravi, parecchio bravi, e vi invitano alla partita delle stelle. Qui e' un po' come il Festival di Sanremo, solo che i colleghi hanno piu' paturnie di Loredana Berte' (e ho detto tutto). Anche qui il consiglio e' uno solo: volare bassi, rasoterra. Portare molti blocchi, assist in quantita' industriali. Evitate minchiate colossali, tipo dire a Karl Malone che il suo blocco (praticamente lo scavo per le Terme di Caracalla) non serve a un tubo, che l'uomo lo saltate lo stesso. Queste superstelle sono caratterialmente facilmente portate ad imbizzarrirsi, meglio lasciar stare….

1) L'ultimo consiglio non ha motivazioni logiche, ma d'altronde questo vademecum e' gratis e, nel dorato mondo dei canestri oltreoceano, “no money, no laugh”.
Pertanto, se dopo tre anni di praticantato siete diventati bravi, forti, praticamente delle superstelle, il consiglio e' uno solo per la destinazione del rinnovo del contratto: BOSTON.

E se effettivamente la scelta non ha alcuna logica (clima non gradevole, squadra scarsa, allenatore mediocre, GM ondivago e senza progetto), fatelo almeno per un nostalgico che, dopo aver atteso 17 anni per vincere uno scudetto ed aver ricevuto uno straccetto usato, almeno possa gioire di qualcos'altro…

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