Jamaal Tinsley ora deve fare sul serio
Con la #17 draft pick, Larry Bird poteva selezionare Rajon Rondo, Marcus Williams, Kyle Lowry, Jordan Farmar o Sergio Rodriguez, tutti col denominatore di essere delle point guards. Invece ha pensato a tutt'altra cosa e si è buttato su Shawne Williams da Memphis.
Anzi, per cominciare, il 24 luglio viene ceduto Antonhy Johnson ai Dallas Mavericks, fino ad allora il playmaker che meglio si era comportato, in cambio fondamentalmente di un Darrell Armstrong che a fine stagione appenderà le scarpe al chiodo, di un semi-talento come Rawle Marshall e Josh Powell che difficilmente arriverà al training camp.
“Dovevamo fare dei cambiamenti in posizione di point guard. Erano troppi i minuti da gestire fra i nostri tre giocatori (Tinsley, Jasikevicius e appunti Johnson, ndr)” ha ricordato il CEO Donnie Walsh. Così è stato sacrificato Antonhy Johnson. “Lui era molto richiesto dopo gli scorsi playoffs” continua Walsh.
Ad inizio stagione lui era considerato il terzo point man della squadra, invece è stato colui che ha avuto più spazio, è partito in quintetto 53 volte con 11.1 punti e 5 assists in media, superando nettamente Sarunas Jasikevicius e approfittando delle fermate ai box di Jamaal Tinsley.
Nella serie playoffs contro i New Jersey Nets, Johnson è letteralmente esploso, ha avuto in mano la regia della squadra e ha mantenuto cifre ottime. Per lui 20 punti e 5.2 assists per gara, compresa una gara 6 (purtroppo persa) da 40 punti.
Anche un'anno prima, anche favorito dai problemi altrui, Johnson aveva disputato dei buoni playoffs, in particolare nella serie contro i Boston Celtics venne elogiato perchè vinse nettamente il duello con Gary Payton.
Carlisle gli ha dato fiducia, soprattutto perchè è una point guard molto ordinata, che sa difendere e prendersi i tiri giusti. Il prototipo di playmaker adatto al basket di Carlisle fino alla scorsa stagione.
Alla fine va via colui che dava più garanzie in regia, tra i tre aspiranti al ruolo di titolare. Al suo posto un giocatore che contribuirà in modo diverso: Darrell Armstrong.
38 anni suonati, Darrell si direbbe ne dimostri meno per la vivacità che strizza da tutti i pori.
Si è parlato di uno spogliatoio che nei playoffs è andato un pò in incandescenza, senza un leader vero in grado di alzare la voce e dettare legge e Carlisle, come ha detto senza peli sulla lingua Bird alla stampa, non è riuscito a gestire la squadra nei momenti topici.
“L'importanza di Reggie Miller, dentro e fuori dal campo era fondamentale per questo team. Io credo che Bird e Walsh vedano in me il suo carisma”. Si era presentato così Darrell Armsotrong, non è certo modesto, particolarità del suo carattere.
Lo vedevamo sempre alzato, a saltellare ad ogni canestro della sua squadra ma soprattutto ad applaudire ed incitare i suoi compagni, questo è Darrell Armstrong.
Con diversi minuti da gestire, forse era meglio un anziano (sempre se non si offenda) in grado di dare soprattutto un contributo importante fuori dal campo. “E' il miglior giocatore da “locker room” che abbia mai avuto” ci tiene a sottolineare Rick Carlisle.
Ma Darrell non ci sta. “Posso giocare tutte le 82 gare. Anche se ho 38 anni, è stato il mio lavoro per 12 anni. E' facile…scrivilo, è' facile” ripete ad un giornalista dell'Indianapolis Star, per testimoniare che non si sente assolutamente soltanto una chioccia. Ma anche Carlisle al riguardo è diplomatico: “E' un grande cambio, un giocatore terrificante grazie alla sua grinta e al suo cuore”
Ma se c'è un giocatore per il quale i Pacers vogliono ancora puntare, questo è Jamaal Tinsley.
Per lui 134 gare su 246 nelle ultime tre stagioni, decisamente poche per chi deve essere la point guard titolare. I problemi fisici sono stati una costante, cominciati nella finale di Conference del 2004, lo hanno perseguitato fino ad ora.
Ma i Pacers credono ancora in lui. “Abbiamo tantissima fiducia nelle abilità di Tinsley. Ci sentiamo coperti in questa posizione se lui riesce a recuperare.” Fa sapere Carlisle, che col tempo ha imparato ad apprezzarlo, dopo che al primo anno gli preferiva Kenny Anderson, perché riteneva il basket del playmaker di New York, causa di troppe palle perse.
"Mel the Abuser" così si faceva chiamare nei playground di NY, è cambiato però. Quando è in forma è uno dei migliori nel suo ruolo, ha pochi rivali nella visione di gioco, buonissimo ball-handler, pregio che ha un ruolo particolare, per via del (presunto) cambiamento di gioco che caratterizzerà la nuova stagione dei Pacers.
I Pacers lo aspettano di nuovo, hanno sempre pensato che Tinsley può dare più possibilità di vittoria rispetto a Johnson, però tre post season mai concluse fanno pensare sulle sue possibilità fisiche. E' molto probabile che per lui sia l'anno decisivo, l'anno della svolta, quello in cui deve ripagare tutta la fiducia mostratagli da Larry Bird (gli fece firmare l'estensione quando era infortunato). Inoltre tra gli assistenti di Rick Carlisle ci sarà Leonard Perry, che lo ha allenato a Iowa State. I Pacers ripartono da lui.
Controversa la situazione di Sarunas Jasikevicius. Sui giornali americani puoi leggere che in Europa sia un idolo, soprattutto in Israele (per fare capire l'immagine che ha in quel paese, sul web ci sono cinque siti dedicati a lui) mentre lì è semplicemente un backup.
Saras nonostante con la sua nazionale si sia fatto conoscere agli americani, è ancora un oggetto misterioso.
La filosofia di Carlisle lo ha limitato tantissimo a shooting guard e i numeri giovano a favore dell'ex Maccabi Tel-Aviv.
Quando è partito in quintetto (15 gare su 75) come guardia (e quindi ridotto solamente a tiratore) in 26.9 minuti ci sono 7.1 punti e 3.6 assists con percentuali dal campo modeste (29% da 3 per un 34% complessivo), mentre quando ha avuto la squadra per mano in regia, con 31.8 minuti a disposizione ha realizzato 13.3 punti e 5.8 assists, con percentuali stratosferiche (73% da 3 e un 57% complessivo).
I numeri parlano chiaro, in fondo Jasikevicius in Europa ha vinto tutto con la palla in mano, facendo il regista e prendendosi le sue responsabilità , anche nei momenti topici. Un vincente nato e sono sicuro che con il giusto spazio, nella sua posizione, riuscirà a dimostrarlo anche in NBA. Non dimentichiamo che l'anno scorso scelse i Pacers perché erano attrezzati per il titolo, rifiutando l'offerta di Cleveland in cui avrebbe trovato i suoi connazionali Ilgauskas e Andriuskevicius, allora meno blasonata.
Quindi è molto probabile che il lituano sarà il primo cambio di Tinsley, soprattutto se quest'ultimo dovrà convivere con i mille problemi di carattere fisico.
Ma è probabile che come nella stagione conclusa, si tengano sotto contratto quattro point guards (la quarta era Eddie Gill, ndr). L'ultimo spot sarà quasi sicuramente occupato da uno tra Orien Greene e Jimmie "Snap" Hunter, che battaglieranno durante il training camp per impressionare il coach.
Orien Greene era stato tagliato a sorpresa dai Boston Celtics (visti i nuovi arrivi dal draft) e subito voluto fortemente da Larry Bird prima del rookie & free agents camp. “Sono sorpreso del fatto che lo avremmo trovato libero” ha voluto far notare il gm dei Pacers.
Qualcuno ha detto che i Celtics hanno fatto un errore nel privarsene. Greene da rookie l'anno scorso con i Celtics, ha giocato 80 gare, con 3.2 punti, 1.8 rimbalzi e 1.6 assists in 15 minuti di impiego in media.
Per essere una PG, Greene è abbastanza alto (1.93 m) e atletico. Bravo nel cercare l'uomo libero, buona l'intelligenza cestistica, difensore agile e abile quando dopo una palla rubata imposta il contropiede. Queste le sue qualità , per molti è stata un'acquisizione importante.
Jimmie "Snap" Hunter ci aveva provato pure l'anno scorso. Dopo la buona Summer League, l'invito al training cam ma poi il taglio insieme a Damone Brown.
Stavolta ha ricevuto un contratto parzialmente garantito, per lui sarà importante superare l'ostacolo del training camp. Ha impressionato tantissimo nelle ultime 3 gare di Summer League con 20 punti e quasi 5 assists di media.
Qualche anno fa giocava in Italia con Rieti, Hunter è una point guard moderna, sa dirigere ma soprattutto gli piace segnare e tenere la palla in mano.
In America ha giocato in parecchie leghe (ABA, CBA, NBDL e USBL) e cerca di conquistare quella più prestigiosa. La scorsa stagione con i Gary Steelheads nella CBA ha giocato in maniera straordinaria, mantenendo 27.4 punti, 5.4 rimbalzi e assists.
"Quando hai l'opportunità di provare a far parte di una squadra NBA, devi solo ringraziare Dio, sempre. L'anno scorso sono stato tagliato all'ultimo ma ho lavorato tantissimo, per mettermi in mostra. Sono fortunato di riprovare con Indiana dove sono molto legato al coach e all'intera organizzazione, dallo staff al signor Walsh". Ha detto Hunter dopo il suo ingaggio.
Senza contare che possono essere dei discreti playmaker, all'occorrenza, anche Marquis Daniels e James White.
C'è tanta scelta, molto dipenderà da Tinsley, se riuscirà a prendere la squadra in mano e giostarla a suo piacimento. Ma sarà importante che Jasikevicius si faccia trovare pronto quando ce ne sarà bisogno, che Armstrong sia il leader fuori dal campo e uno tra Greene e Hunter dei buoni ricambi.
Ecco Johnny Davis
Le novità non sono mancate in questa off-season, non solo a livello di giocatori ma anche di guida tecnica.
Confermato Carlisle sono arrivati due nuovi assistenti: Leonard Perry e soprattutto Johnnny Davis.
Trenta anni di esperienza NBA per Johnny Davis, dieci da giocatore e venti in giro per le lega, tra assistant coach, head coach e diversi ruoli negli staff tecnici. Ma nonostante i tanti anni di esperienza, porta con se tanto entusiasmo e giovinezza.
Una solida point guard, per lui quattro anni trascorsi proprio con la canotta dei Pacers tra il 1978 e il 1982. “La prima cosa che ricordo è il tifo dei fans. Sono calorosi. La storia è qui”. Nei 4 anni trascorsi qui ha mantenuto cifre di tutto rispetto: 16.4 punti e 5.4 assist e ha contribuito in maniera decisiva al primo raggiungimento storico dei playoffs da parte di Indiana, nel 1981. Mentre nella stagione 1978/1979 è stato il miglior realizzatore del team, con 18.3 punti in media. Di certo, Davis qui non è un semplice assistant coach.
La sua carriera da coach inizia da Atlanta, poi Clippers, Portland, New Jersey, Minnesota e Orlando. Ai Blazers, insieme a Rick Carlisle era l'assistente di P.J. Carlesimo.
Questa relazione con l'attuale coach dei Pacers ha favorito il suo ritorno nell' Indiana.
“Per me è molto piacevole tornare, per diverse ragioni. Uno perchè conosco Carlisle e conosco che genere di uomo è, due perchè qui c'è un'organizzazione solida e ci sono le risorse per fare bene. E' il massimo.”
Si occuperà maggiormente dell'attacco, che per la prossima stagione subirà dei mutamenti. “Vogliamo correre senza compromettere la nostra difesa". Quindi non solo attacco. "Penso che la difesa può avviare molte opportunità in campo aperto. Palle perse, rimbalzi difensivi, sono cose che possono favorire la transizione. Devi sapere fare bene entrambe le cose, in tutti e due i lati del campo”
Verso il Training Camp
18 giocatori per 15 posti.
Il draft, le trades e le varie firme, hanno portato ad un leggera abbondanza del roster. Anche se c'è da dire che è sempre bene iniziare il training camp con qualche giocatore fuori dal limite consentito.
Proviamo un pò ad immaginare le scelte dello staff tecnico.
Un taglio arriverà probabilmente dalla posizione di point guard. Jimmie Hunter o Orien Greene? Sono loro i giocatori che cercheranno di guadagnarsi il posto fisso in squadra. Sono imparziale nello scontro, anche se Greene per via della sue esperienza è un passettino avanti.
Rawle Marshall, Josh Powell e John Edwards. Due di questi sono soggetti al taglio.
John Edwards aveva militato nei Pacers due stagioni fa, senza particolare spazio. E' stato coinvolto nella sign and trade che ha portato Al Harrington.
Potrebbe essere il terzo centro di ruolo dietro Foster e Harrison, ma se Jermaine O'Neal farà il centro titolare, per Edwards lo spazio si ridurebbe in maniera consistente.
Assegno il secondo taglio a lui.
Restando Powell e Marshall. Per il primo, da un mese è aperta una trattativa con la Carpisa Napoli che lo riporterebbe in Campania dopo le esperienze in Legadue con Scafati e Caserta. Molto probabile che Powell venga lasciato libero.
Per Rawle Marshall potrebbero aprirsi le porte della lega di sviluppo, per il secondo anno di fila. Pronto in caso di emergenza.
Frantz
indianapacers.splinder.com