I Pacers si rifanno il look

Al Harrington durante la presentazione

4 maggio 2006, gara 6 tra Indiana e New Jersey, Antonhy Johnson il gregario dei gregari realizza 40 punti (career high) ma non bastano ad evitare la sconfitta che condanna i Pacers all'eliminazione al primo turno dei playoffs.

Quella lì è stata l'ultima partita da Pacer per diversi giocatori ma forse (il tempo ci saprà  rispondere) è stata la fine di un ciclo che ha portato ad una finale di Conference come top. Perchè cambiare? Perchè i Pacers da qualche stagione iniziano da contender e finiscono per un motivo o per un'altro per inciampare.

I giocatori più simbolici sono sempre alle prese con problemi fisici, a partire dal leader Jermaine O'Neal che nella scorsa stagione ha giocato solo 51 partite in regular season per arrivare ai playoff forse al 70% della condizione, dal play Jamaal Tinsley che si è fermato a 42 e non ha disputato i playoffs se esludiamo un piccolo spezzone di gara 2 nel quale non reggeva in piedi. Per non parlare del serbo Peja Stojakovic alle prese con un ginocchio dolorante che gli ha permesso di giocare solamente 2 gare contro i Nets (fral'altro le uniche due gare vinte). Discorso a parte merita Jonhatan Bender, eterno talento inespresso, costretto al ritiro lo scorso febbraio.
Anche se c'è da dire che le speranzie di titolo sono finite il 19 novembre 2004, nella famosa rissa di Detroit che ha condizionato la squadra.

All'inizio della off-season si è parlato di ricostruzione, addirittura qualche giorno prima del draft si vociferava di un clamoroso scambio sull'asse Indiana-Toronto, con Jermaine O'Neal in cambio della prima scelta assoluta (Larry Bird non ha mai nascosto la sua stima per Adam Morrison di Gonzaga).
Quella che stanno operando Larry Bird insieme al CEO Donnie Walsh non è una ricostruzione, ma un rinnovamento. I parallelismi ci portano 6 anni indietro, quando i Pacers persero le finals contro i Los Angeles Lakers e si scelse di fare una sorta di ricostruzione rimanendo competitivi, infatti i Pacers non mancarono un solo anno l'accesso alla post season.

Proprio come il dopo finale, anche se i Pacers non hanno fatto alcuna finale lo scorso anno, ma era evidente la voglia cambiare. Quindi tanti volti nuovi, a partire dal draft con a sorpresa lo swingman Shawne Williams e la guardia “volante” James White. Le trades che hanno portato da Dallas, Marquis Daniels, Darrell Armstrong, Rawle Marshall e Josh Powell in cambio di Austin Croshere e Antonhy Johnson. I free agents con il play Orien Greene dai Celtics, l'ala Maceo Baston dal Maccabi Tel-Aviv e la play-guardia Jimmie “Snap” Hunter ammirata nella Summer League di Orlando. Poi come sappiamo il grande botto, col ritorno di Al Harrington da Atlanta, che darà  una nuova dimensione a questi Pacers; insieme a lui è arrivato un altro ex, il centro John Edwards, il tutto in cambio di una prima scelta al prossimo draft.

Il mercato in entrata come conseguenza di quello in uscita, a partire da Peja Stojakovic volato a New Orleans, Fred Jones ai nuovi Toronto Raptors, Scot Pollard dall'ex assistente di Carlisle, Mike Brown dei Cleveland Cavaliers, più ovviamente Johnson e Croshere.

Ma non è finita qui, soprattutto in uscita, al momento sotto contratto ci sono 18 giocatori, 3 sopra il massimo consentito. Uno di questi (se non due) sarà  una point guard perché al momento sono 5: scartiamo Tinsley, Jasikevicius e Armstrong (i primi due indiziati per eventuali scambi), la lotta sarà  tra e l'ex Rieti Jimmie Hunter anche se non è da escludere che verranno tagliati entrambi dopo il training camp se non prima. Da questa scelta dipenderà  il taglio di uno tra Edwards, Powell e Marshall, per il secondo si parlava di un possibile approdo alla Carpisa Napoli.

Non è detto che sia finito qui il mercato in entrata però, i Pacers hanno ancora a disposizione la mid-level expection da 5.2 milioni di dollari più altre trade expections, tutte da poter spendere nel mercato dei free agents. Nel momento in cui scrivo si parla di un altro possibile ritorno, quello del centro Antonio Davis.
Senza contare che giocatori come Tinsley e Jackson sono sempre soggetti alle trade proposte dai tifosi.

I nuovi Pacers fino ad ora, come giocheranno? Sicuramente dipenderà  dalle mosse della coppia Bird-Walsh non solo in chiave di giocatori, ma anche di guida tecnica. Rick Carlisle ha ancora un'anno di contratto che non gli è stato rinnovato, il tutto fa capire che per lui sarà  l'anno decisivo, anche perché si vocifera di un Larry Bird in versione Pat Riley, quindi pronto a prendere la squadra in mano da un momento all'altro. L'attuale head coach non ha nascosto che l'arrivo di Al Harrington cambierà  un pò l'assetto del team, meno da “metà  campo” e più propositivo in campo aperto, lo stesso Harrington nella conferenza stampa lo ha sottolineato e Jermaine O'Neal ha detto di preferire giocare come power forward ma anche di non avere problemi a giocare centro se sarà  necessario, questo fa pensare che i due lunghi titolari saranno proprio loro due, per una front-line giovane e che soprattutto può giocare in velocità , in contropiede e può aprire le difese col tiro dalla media e perché no da 3 punti (i progressi di Big Al si faranno sentire).

In ala si punterà  sicuramente su Danny Granger che l'anno scorso ha stupito subito tutti al primo anno nei pro per maturità  e duttilità . Tanto da meritare già  al secondo anno un posto importante in questo team, giocherà  come ala piccola ma anche di fianco al centro.

Il reparto guardie è quello che al momento ha più incognite ma che allo stesso tempo offre varie soluzioni. Marquis Daniels è un tuttofare, si adatta nei tre ruoli di esterno senza nessun problema, probabilmente giocherà  da shooting guard ma non è da eludere che verrà  impiegato da 6° uomo per dare spazio a Stephen Jackson (o viceversa).

Le point guards sono delle incognite più grandi, Jamaal Tinsley e Sarunas Jasikevicius si divideranno i minuti ma può darsi che uno dei due (o entrambi) verrà  messo sul mercato. Il lituano viene da una stagione non esaltante nella quale non ha avuto tantissimo spazio (chiuso proprio da “Mel the Abuser” e successivamente da Antonhy Johnson) perché non in coerenza col basket praticato da Rick Carlisle; per lui potrebbe esserci il riscatto (magari con Larry Bird in panchina) e chissà  forse l'arrivo del suo amico ai tempi del Maccabi, Maceo Baston potrà  spronarlo ancor di più.
Tinsley è un buonissimo point man, buona visione di gioco, riesce a far girare la squadra a suo piacimento e a prendersi i tiri giusti, senza strafare, il tutto quando i problemi fisici non lo tormentano, il problema è: quando non è infortunato? Quasi mai, per questo la sua instabilità  lo rende sempre più oggetto misterioso.

Al momento, una squadra così se ben fatta giocare garantisce un buon posto nella griglia playoffs. Anche se oggettivamente non credo si possa puntare a qualcosa in più di una semifinale di Conference (o al massimo finale di Conference)

Frantz
indianapacers.splinder.com

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