Team USA: primo contatto

LBJ, al confronto dei giocatori area FIBA, pare un uomo in mezzo ai bambini…

Questo scampolo di mondiale giocato nell'isola di Hokkaido (girone D) ha dimostrato come -stavolta – i proclami dei giocatori di team USA non fossero solo parole date in pasto ai media di tutto il mondo così, tanto per riempire i giornali o i notiziari sportivi.

C'è un detto americano che recita: "Talk the talk but walk the walk""
Tale detto si usa riferirlo a persone che di solito parlano tanto , ma poi alle parole fanno seguire i fatti..

Ed è proprio quello che gli uomini di coach Krzyzewski (se escludiamo il primo tempo alquanto pigro contro i nostri straordinari e sottovalutati azzurri..) stanno facendo da quando hanno iniziato la loro avventura in quel di Las Vegas il 19 di luglio (ad un mese dal torneo , a differenza delle solite tre settimane..)

Sta proprio qua la differenza tra questo gruppo e quelli di Indy 02 e Atene 04 :

L'abusatissimo refrain del "RESPECT THE GAME" (e aggiungeremmo noi, gli avversari) finalmente è stato onorato. Come?

Per esempio : mettendo il proprio talento al servizio dei compagni , invece che avere la bramosia di tenerlo esclusivamente per sè (ogni riferimento a "quella" point guard dei knicks è puramente casuale"), tuffandosi per recuperare un pallone vagante anche in pieno garbage time, e -soprattutto- andandosi ad interessare anche di coloro (leggi avversari) che frequentano il parquet con divise di colore diverso , e che non si trovan li per caso"

Su questo ultimo aspetto gran parte del merito va sicuramente attribuito ad uno staff decisamente pronto alla sfida .

Poi è vero che Lebron; uno dei membri della triade del 2003 che è stato insignito dei gradi di capitano, afferma che alla fine saranno loro a vincere o a perderlo questo Mondiale..

Ma allo stesso tempo, non si può fare a meno di segnalare che -non solo il coaching staff – ma anche alcuni dei dodici "boyz" sono stati avvistati più volte sugli spalti dell'impianto di Sapporo ad osservare gli avversari del proprio girone e : meraviglia delle meraviglie , sono state addirittura indette delle sedute video all'uopo"(cosa assolutamente impensabile prima delle dèbacles degli ultimi anni")

E' da qui che probabilmente nasce la forza di questa versione "quasi dream" di Team USA .

Infatti la consapevolezza di essere i numeri uno per talento atletismo e rotazione immensa è ovviamente rimasta, ma la boria delle scorse spedizioni è stata sostituita , dalla sensazione che avere qualche informazione sugli avversari di turno, non solo non è un motivo di debolezza (come la mentalità  "machistica" del recente passato presumeva..), ma anzi può essere un bel vantaggio.

Tale rivoluzione culturale è poi impreziosita da un sistema di gioco che sembra cucito su misura per i dodici elementi selezionati da coach K , dal suo staff e da Mr. Jerry Coloangelo, che in linea di massima sarebbe colui che in questo progetto è stato il primo ad impegnare tempo , energie e" in sostanza la faccia"
Il concetto è semplice , quanto efficace:

Non avendo uomini d'area classici (Howard è ancora da sgrezzare da questo punto di vista..) , ma avendo tantissime ali capaci -indistintamente- di difendere con profitto sia sui "3"che sui "4" (Battier e Melo tra tutti..) e una quantità  di atleti impareggiabili, la soluzione più logica (altro che play in the right way") non poteva essere che quella di giocare "small"cercando di alzare i ritmi il più possibile"

Perciò in campo si vedono sempre più spesso, due guardie, due ali piccole , più un'ala pivot (Howard/Bosh) o addirittura un'altra ala di poco più di due metri (Elton Brand")

Si sa che correndo , si possono trovare canestri più facili e soprattutto si può evitare di dare il tempo agli avversari di schierare una difesa a zona"

Di fatto tale strategia ha contribuito a fare di team Usa la squadra più prolifica (110 punti di media ) di tutto il torneo , con l'orgoglio - per noi italiani – di essere stati gli unici a tenerli sotto il par dei 100 punti, nella bellissima gara di mercoledì .

Parlando di attacco "dobbiamo evidenziare i progressi fatti in quello alla zona:
E' noto che ad Atene tale difesa fosse vista dagli Americani con la stessa diffidenza che Superman nutriva nei confronti della criptonite" ma ora lo spauracchio sembra -se non sparito nel nulla- almeno esorcizzato:

Il merito va diviso tra la persona di Jim Boeheim -autentico guru in materia – ed una pattuglia di tiratori non certo sensazionale , ma sicuramente meglio assortita rispetto al recente passato (Hinrich e Joe Johnson avrebbero fatto comodo sull'Acropoli..).
Il coach di Syracuse ha fatto un certosino lavoro sia dal punto di vista tecnico (ore ed ore di "ripassi" in palestra e al video) sia da quello psicologico "(vi ricordate il terrore di alcuni -uno a caso Lebron- al solo pensiero di dover scoccare un tiro dalla fatidica linea dei 6,25?)"

I risultati sono apprezzabili se pensiamo che le percentuali da tre sono più che decorose: 38.5 %, e che c'è chi -come la Slovenia - si è vista piovere una scarica di triple (10/20 in quella gara) ,chi come l'Italia ha preferito mantenere per tutta la durata dell'incontro la difesa individuale, tenendo presente che ; quando il tuo avversario attacca bene la tua zona , anche se magari non la mette dalla lunga distanza , può trovare un tiro dalla media , da sotto o ancora "un comodo rimbalzo (specie se vai in aria con i tappeti elastici come - sempre uno a caso- Dwyane Wade..).

Passando alla fase difensiva ; non si può non notare come la loro intensità  vada a corrente alternata".

Di solito iniziano blandi (es. gara con i portoricani di Julio Toro… ma anche contro il Senegal) per poi alzare il livello dal secondo quarto in poi, e poi riabbassarlo quando lo striscione d'arrivo è vicino e il divario accumulato sensibile (ad esempio contro gli Sloveni..) "

L'anomalia è avvenuta contro di noi , quando per aspettare di vedere le maglie restringersi , si è dovuto aspettare la metà  del 3° quarto e vedere gli azzurri a più dodici"

Saranno le gare di Saitama (domenica l'ottavo contro l'Australia") a dirci se la voglia di faticare nella propria metà  campo verrà  loro sin dal primo quarto , oppure solo in caso di difficoltà  ,.

La nostra sensazione è che : contro una squadra come quella australiana , talentuosa e ben allenata , (ma con una rotazione di soli otto uomini affidabili") potrebbe anche bastare la solita tattica del : risparmio di energie all'inizio per poi aggredire quando c'è più bisogno".

Ma dai quarti in poi sarà  necessario il massimo impegno possibile, anche per far si che quel respect the game non torni ad essere solo uno slogan pubblicitario.

Detto questo ; riusciranno a vincere l'alloro iridato?

Pur avendo grande rispetto per squadre del calibro di : Spagna (la migliore fino ad adesso , ma in un girone troppo soft..) , Argentina (anche loro facilmente primi nel girone A..) Grecia (emersa nel durissimo girone C..) o la nostra Italia ( che ha la miglior difesa del torneo"), crediamo che questi Stati Uniti non avranno troppi problemi a superare le numerose insidie che incontreranno nei prossimi giorni, purchè -come detto- mantengano coesione, umiltà  e intensità .

Come arma letale c'è poi l'immensa rotazione: Paul, con 24.6 minuti è il più impiegato. Tenendo presente che in un torneo massacrante come questo (le prime sei partite si giocano in otto/nove giorni: assurdo") -oltre al talento- saranno le energie rimaste nel serbatoio a fare la differenza; ed il loro è di sicuro quello più capiente"

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