Nell'attesa James si tiene impiegato con USA Basketball ai Mondiali in Giappone
Dopo aver trepidato per qualche giorno ed aver ricevuto la notizia che la franchigia di Cleveland non dovrà chiudere i battenti, ossia Lebron James ha accettato il rinnovo contrattuale propostogli non andando ad esplorare il mercato dei free-agent, adesso il management di Cleveland sta cercando di migliorare il roster della squadra senza andare ad appesantire il cap. in quanto il proprietario Dan Gilbert non vuole diventare un tax payer, e versare alla lega l'onerosa Luxury tax.
La firma di James ha ridato facoltà di respiro a tutti i tifosi dei Cavs, anche se Lebron firmando un'estensione di soli tre anni ha voluto mettere una data di scadenza ben precisa sul progetto allestito dall'accoppiata Brown-Ferry; se il ragazzo non sarà soddisfatto della situazione tecnica creatasi in Ohio non si sarà legato per troppo tempo ad una squadra che non gli aggrada e potrà andare a cercare miglior fortuna in squadre di suo, e dei suoi sponsor, gradimento.
In fondo James ha capito che i soldi per lui non arrivano tanto e solamente dall'ingaggio ma, in maniera ben più cospicua, dagli endorsement siglati per sponsorizzazioni e simili.
Ferry non è riuscito a trattenere Flip Murray, reduce da una buona stagione in Ohio e utile backup per il reparto dietro dei Cavs, passato alla corte dei Detroit Pistons per dare respiro a Billups e Hamilton.
Sempre in quest'ottica è da intendere il waiting game che Ferry ha impostando con [g]Drew Gooden, il giocatore è free agent, ha davanti una qualifing offer per la prossima stagione pari a 5.3 milioni di dollari, ma sta cercando di ottenere il “contrattone”, come i 60 milioni ottenuti da Nenè dai Nuggets; anche se più il tempo passa più il buon Gooden dovrebbe rendersi conto che nessuno nella lega ha lo spazio salariale e sopratutto la voglia di offrirgli i soldi che chiede.
Ferry è stato alla finestra, cercando alternative meno costose nel caso in cui Godden avesse ricevuto un'offerta troppo alta, alla fine però il gioco d'attesa ha pagato e Gooden ha accettato l'offerta di Cleveland: 23 milioni di dollari nei prossimi 3 anni, quindi il giocatore ha ottenuto uno stipendio vicino a quello desiderato ma al contempo la franchigia non si è legata per troppo tempo ad un giocatore che nei suoi 4 anni di NBA non ha convinto fino in fondo, pur ottenendo cifre di tutto rispetto, 12 punti e 7,7 rimbalzi di media in carriera.
Altro nome che viene associato ai Cavaliers è quel del veterano David Wesley, la guardia, ex New Orleans Hornets, potrebbe garantire minuti di difesa e punti facendo da cambio a Hughes e Snow in entrambi sgli spot del backcourt. Andrebbe a riempire il vuoto lasciato da Murray e dall'incapacità degli altri Cavs, in primis Damon Jones, di contribuire in maniera continua alla causa.
Proprio Jones, dopo aver lucrato sull'annata passata alla corte di Shaq, ha fatto vedere nella scorsa stagione tutti i suoi limiti tecnici e di conoscenza del gioco, Ferry sta cercando disperatamente di disfarsi dell'auto proclamatosi uomo più sexy del mondo e del suo contratto che comanda ancora 12 milioni di dollari per le prossime tre stagioni.
L'estate a Cleveland sta passando nell'attesa: attesa di sapere cosa vorrà fare Gooden, come tornerà Lebron dai mondiali in Giappone; attesa per verificare se dopo un anno di apprendistato coach Brown saprà far rendere al meglio la squadra a sua disposizione.
Attesa per Hughes, Marshall, Varejao e gli altri, non più facce nuove ma membri stabili dell'organizzazione, che dovranno far vedere progressi nel rendimento collettivo ed individuale dopo le difficoltà palesate la scorsa stagione, quando, oggettivamente, stavano ancora imparando a giocare insieme al giocatore più dominante del mondo.
Adesso molta parte di questi problemi dovrebbero essersi risolti con la conoscenza reciproca e l'abitudine al sistema di gioco di Mike Brown; Hughes ha risolto i suoi problemi fisici, Varejao ha acquisito esperienza di campo sia in regular season sia nei play off. Tutta la squadra è cresciuta in convinzione giocando nei play off, eliminando Washington e andando alla bella contro i temutissimi Pistons, e sopratutto tutti i Cavs hanno visto quanto vicino all'onnipotenza cestistica possa andare a giocare Lebron James.
La strada cominciata dai Cavs dopo anni di delusioni sembra quella giusta, gli dei del basket sembrano aver preso a guardare con benevolenza la franchigia dove gioca il loro figlio prediletto, perciò la prossima stagione sarà davvero importante per capire se tutto ciò che è cominciato con la scelta numero 1 del Draft 2003 sta proseguendo nella giusta direzione, ovvero verso le finali NBA.