Le Tour de JR Smith

J.R. Smith a Denver potrebbe essere l'uomo giusto al posto giusto…

Estate 2006. Un caldo allucinante. Non ci sono solo calciopoli e il calciomercato a tener banco.

Il basket-mercato ha letteralmente preso fuoco, sia in Europa che negli States, con firme più illustri, Big Ben ai Bulls o Peja Stojakovic agli Hornets, meno illustri, Francisco Elson agli Spurs o Marcus Banks ai Suns, e trade più o meno significative.

Una cosa è certa: il nome che più è venuto alla bocca di addetti ai lavori e non è sicuramente stato quello di JR Smith, la giovanissima, e dotatissima, guardia dei New Orleans/Oklahoma City Hornets. Il ragazzino del New Jersey ha compiuto un vero e proprio tour degli Stati Uniti, manco fosse Lance Armstrong o, per rimanere alla più stretta attualità , Floyd Landis, neo vincitore del Tour de France, per confermare ancora una volta che "un americano a Parigi" vale, eccome se vale.

Per la cronaca: JR Smith è stato ceduto dagli Hornets ai Bulls con PJ Brown per Tyson Chandler. Mossa comprensibile: i tori, avendo appena firmato Wallace, si liberano di un altro lungo che in attacco è praticamente nullo e con un contratto piuttosto pesante, per avere in cambio un veterano in scadenza come Brown e una giovane promessa.

Problema: i Bulls in quel ruolo hanno già  Gordon, e al draft hanno scelto Sefolosha. Di spazio, fisico e salariale, per un talento bisognoso di tiri e minuti come Smith non ce n'è. Quindi: i Bulls lo spediscono a Denver, che ha bisogno di una guardia come del pane quotidiano, per Howard Eisley, un journeyman ormai, che i Bulls taglieranno subito mantenendo un bel po' di spazio salariale per le riconferme di Deng, Gordon, Hinrich e Nocioni, futuri free agents e colonne del progetto, presente e futuro, del team della windy city .

JR Smith è una guardia classica, 1.98 per 100 kg, classe '85, di Newark, New Jersey, iperesplosiva, capace di volare sopra il ferro per schiacciate carteresche, ma anche di tirare da distanze siderali.

Potenzialmente uno dei primi della pista. Ha preferito la Nba ad una borsa di studio a North Carolina, da coach Roy Williams, per giocare con la maglia color del cielo del suo idolo, del suo modello, MJ ovviamente, cui si riferisce il numero 23 che porta sulle spalle, per gli Hornets in questo suo esordio Nba, e per i Nuggets dal prossimo ottobre.

La sua stagione da rookie è stata positiva, oltre 10 punti, 2 rimbalzi e 2 assistenze, ad allacciata di scarpe. Non ha sfigurato nemmeno alla gara di schiacciate di Denver, vinta da Josh Smith, dove ha messo lì un diamante: schiacciata dopo essersi passato la palla dietro la schiena in aria. Il 26 marzo 2005, contro i Grizzlies, ha siglato il suo carter-high a 33 punti, con sei triple. Da rookie ha giocato 76 partite, 56 delle quali in quintetto, mentre l'anno scorso ne ha giocate solo 55, 25 dall'inizio.

I minuti sono passati da 25 a 18, la sua convinzione è pian piano scesa, soprattutto a causa degli screzi con coach Scott e dall'ascesa di Chris Paul. Il rookie da Wake Forest ha preso subito in mano le chiavi di una squadra che l'anno prima era appartenuta, per buona parte, proprio a Smith. Disarmante è una lettura delle sue statistiche riguardanti minuti e punti: nei primi due mesi di stagione regolare, Smith giocava oltre 30 minuti con quasi 15 punti; poi, tra gennaio, febbraio, marzo e aprile, i minuti sono scesi a 11 con una conseguente produzione 3,4 punti.

Tornando all'attualità , penso che gli Hornets abbiano rinunciato troppo presto ad un giocatore con un potenziale, che al momento non è ancora esploso totalmente, e che non si sa dove potrà  arrivare.

Il talento è lì da vedere. Coach Karl e i Nuggets devono lavorare sulla sua convinzione, sull'aspetto psicologico e poi andare su quello tecnico, dove manca in rimbalzi e assist. Soprattutto quest'anno, credo gli sia mancata una spinta, un incoraggiamento. I Nuggets rischiano di aver fatto un gran colpo, considerando che erano sì alla ricerca di una guardia tiratrice, ma questo è qualcosa in più, e con Melo può venir fuori un bel duo. Finchè l'amore durerà . Per quanto riguarda i Bulls, la loro scelta è più che comprensibile, anche perché, come ho già  detto, lo spot di guardia titolare spetta a Ben Gordon ed è giusto invece che Smith abbia minuti e tiri.

Per concludere, sperando che JR non cambi ancora squadra, sennò mi tocca rifare sto pezzo, penso veramente che i Nuggets abbiano risolto dove avevano una falla, cioè in quel ruolo di esterno con punti nelle mani, che tanto mancava dai tempi, non troppo remoti peraltro, di Lenard.

Attualmente il quintetto dei Nugs annovera Miller, Smith, Melo, Kmart e Camby: con questi bisogna passare il primo turno, soprattutto se rimangono dei lottatori dal pino come Evans, Boykins e Patterson. Inoltre penso che questo scambio abbia cancellato ogni possibilità  che arrivi uno tra Francis e Crawford dai Knicks per Kmart. Occhio però che con Isaiah Thomas non si è mai tranquilli.

Ora c'è calma dopo la tempesta delle prime firme e delle prime trades ma il mercato Nba può riservare ancora qualcosa. Sempre allerta e mai abbassare la guardia. Quella non l'hanno abbassata ma l'hanno trovata i Nuggets, si spera, con JR Smith.

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