Rockets: fiducia in T-Mac

Houston ha ancora fiducia in TMac, per il momento…

Da alcuni anni ormai il Texas rappresenta una delle maggiori fucine di talenti cestistici, vedi Gerald Green, Kenyon Martin, TJ Ford, o gli ultimissimi arrivati LaMarcus Aldridge e Daniel Gibson. Nella Nba si parla addirittura di Texas Trip, ovvero quando una squadra affronta consecutivamente Mavs, Rockets e Spurs.

Questi team fanno parte dell'èlite Nba, i Mavs sono addirittura arrivati ad un Wade dall'anello. I Rockets, in quest'ultima stagione però, sono stati molto sotto traccia, complici un gioco impostato da coach Van Gundy che di distacca, e non poco, dall'attuale trend in voga nella lega, ma soprattutto una miriade di infortuni che hanno minato la rotazione e la continuità  della squadra del Toyota Center.

Per quanto riguarda il gioco di JVG, si basa ancora troppo su isolamenti degli esterni, ritmo bassissimo e gioco esclusivamente a metà  campo: ciò favorisce le qualità  di Yao ma sovraccarica eccessivamente McGrady, troppo spesso costretto a giocare 1 contro 5.

Per quanto riguarda gli infortuni, la stagione dei Rockets la si può esprimere con delle semplici cifre, senza sprecare troppe parole: 6-20 senza T-Mac, 6-10 senza il cinesone, 1-9 senza entrambi, 20-10 quando la combo era in azione insieme.

Questo vi dice di come i Rockets, con le loro stelle al proprio posto, siano una squadra di alta fascia Nba, una formazione non troppo lontana dal 60% di vittorie, anche nella Western Conference, anche e soprattutto nella Southwest division, con Mavs, Spurs, Grizzlies e Hornets.

Dalle cifre si può vedere come T-Mac sia indispensabile, ancor più di Yao, ma come, viceversa, siano dominanti insieme, al pari forse di Shaq e Kobe prima e di Shaq e Wade ora. Il cugino di Carter quest'anno si è sparato solo 47 partite e Mr. Ming ne ha grassate appena 57: troppo poche per competere, anche perché il resto del roster è fatto in gran parte di specialisti in là  con gli anni, che litigano anche loro con gli infortuni, vedi Sura e Wesley, o giocatori con grande energia ma senza il talento sufficiente per provare, almeno, a sopperire le assenze dei due big, vedi Head (comunque eroico), Hayes, Bogans e Ryan Bowen. Ancor più deludenti sono stati Alston, scambiato per Mike James, Howard, e Swift, già  rispedito al mittente.

Ma veniamo all'attualità : Yao e Tracy stanno recuperando in vista del training camp mentre la dirigenza ha lavorato sul mercato già  a partire dal Draft. E proprio la notte del Draft credo che i Rockets abbiano fatto una bella frittata: avevano la scelta numero 8, tutti si aspettavano la chiamata di Marcus Williams, miglior play del draft, giocatore buono come il pane. Invece ci si accorge che Rudy Gay, considerato il talento più grezzo di quelli dichiaratisi, non è ancora salito a stringere la mano a Stern: preso!

Ma il guaio è che, quel vecchio volpone di Jerry West, Mr. Logo e attuale GM dei Grizzlies, colui che scelse un certo Bryant Kobe alla 13 nel 1996, ha subito fiutato l'affare: pur di prendersi la stellina di UConn rinuncia al suo miglior difensore, Shane Battier, e si riprende Stromile Swift col suo contrattone, liberando i Rockets di un peso, non solo in termini economici.

I Rockets si prendono un ottimo sesto uomo, eccellente difensore, buon tiratore sugli scarichi, cittadino modello, ragazzo buono e gentile che si fa allenare e amare dai propri allenatori. Coach K, ai tempi di Duke, lo definì: "Il miglior giocatore che abbia mai allenato" – si liberano di Swift, eccellente atleta, stoppatore e rimbalzista, ma poco solido, mentalmente soprattutto, per un allenatore come Van Gundy. I Grizzlies si prendono un talento, forse non ancora pronto, ma con un'ottima base su cui lavorare.

Io credo che i Rockets avrebbero fatto meglio a tenersi Gay perché potrebbe in futuro sostituire McGrady, invece hanno puntato su un giocatore che può essere affiancato a T-Mac o dargli qualche minuto, ma nulla di paragonabile. Battier sai com'è, Gay è un'incognita: potrebbe essere un flop come un talento abbacinante. E poi la schiena di McGrady può bloccarlo in ogni momento.

Il GM Carroll Dawson si è detto soddisfatto e felice della trade e l'ha giustificata dicendo:

Gay non era tra i giocatori che i Rockets volevano: gli obiettivi erano Randy Foye e Brandon Roy, giocatori, un po' come Battier, pronti subito per ritornare in fretta a i playoffs. Battier fa le piccole cose che servono a vincere, non sarà  il miglior atleta della lega ma sarà  bravo a punire i raddoppi su Tracy e Yao.

Dal Draft, al secondo giro, i Rockets hanno preso Steve Novak, ala da Marquette, tiratore fantastico senza limiti di raggio ma un po' lento e nemmeno troppo atletico. Lo scorso anno il ragazzo ha tirato dall'arco con 50% e ha chiuso con oltre 17 punti a serata. Può costruirsi una grande carriera da specialista, un po' come Matt Bullard, altro ex Rockets ai tempi di Olajuwon e Barkley.

Probabilmente il miglior tiratore del draft con JJ Redick, Novak scherzando ha detto:

I layups non contano.

E poi ha aggiunto:

Devo lavorare molto per costruirmi un gioco vicino e spalle a canestro, devo ampliare il mio bagaglio tecnico ma soprattutto devo migliorare il mio atletismo e aggiungere un po' di muscoli.

Houston, vista l'annata con molti alti e bassi di Alston, i continui infortuni di Sura e l'impossibilità  di Head di giocare play, i Rockets hanno firmato il greco Vassilis Spanoulis, scelto dai Rockets due anni fa e reduce da una grande annata col Panathinaikos, e John Lucas III che ha convinto la dirigenza con una grande Summer League e che abbiamo visto anche a Udine sul finire dello scorso anno.

Inoltre è arrivato anche Kirk Snyder, all-around degli Hornets, che può dare minuti di riposo agli esterni. In sostanza va a riempire il buco lasciato da Bogans, tornato a Orlando. I Rockets ripartono senza Wesley, probabilmente senza Sura, martoriato dagli infortuni, e senza i free agent Rick Brunson e Richie Frahm.

Ad oggi è difficile dare un giudizio sui Rockets: tutto dipende da Yao Ming e Tracy McGrady, se loro due stanno bene, allora i Rockets sono almeno da secondo turno, altrimenti sono da lotteria. Stiamo a vedere, l'estate è ancora lunga, ma è difficile che Houston possa arrivare ad un grande nome o smuovere più di tanto le acque. I Rockets, comunque, hanno fiducia in T.Mac.

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