E' ufficiale: John Salmons giocherà nei Kings l'anno prossimo…
Un'arena in più, un Bonzi Wells in meno: questa è l'estrema sintesi dell'ultima settimana a Sacramento. Con annesse discussioni, polemiche in un quadro che per i prossimi mesi promette di diventare incandescente.
Salmons in, Wells out
L'annuncio l'ha fatto Geoff Petrie in persona: "Abbiamo messo sotto contratto la guardia John Salmons per quattro anni - ha dichiarato il responsabile delle cose cestistiche dei Kings - e questo significa che non rinnoveremo l'accordo con Bonzi Wells" E ancora: "E' stato subito evidente che noi non saremmo stati disponibili a soddisfare le esigenze economiche del giocatore e del suo agente. Quindi ho parlato chiaro."
Il contratto dell'ex Sixers, che nella città dell'amore fraterno ha avuto una media di 6 punti in 18 minuti di utilizzo a partita, partirà da 4.4 milioni di dollari nella prima stagione per raggiungere i 25.5 complessivi, con un aumento annuale dell'8%. In questo modo la franchigia ha sfruttato la sua "mid-level exception", risparmiando bruscolini, 800.000 dollari. "E' un giocatore diverso - ha concluso Petrie - al momento non è possibile dire se la squadra con lui sarà ugualmente forte, oppure meglio."
Evidente il tentativo di parare il colpo: il tifoso medio di Sacramento, avendo negli occhi il giocatore della serie contro San Antonio, riteneva una priorità avere indietro l'ex Portland.
"Sacramento non si è mai spostata - ha spiegato William Phillips, agente di Wells - dalla prima offerta (35 milioni di dollari per 5 anni ndr). E questo non è adeguato." Ad indispettire ancora di più il giocatore sarebbero state alcune clausole piazzate sul contratto come paletti per disciplinarlo: secondo la più importante il giocatore avrebbe subito una decurtazione di stipendio se trovato con un peso superiore ai 98 chili.
Questo perché la dirigenza visse con un certo scorno l'ingrassamento progressivo di Wells durante le 30 partite di stop per l'infortunio all'inguine. La polemica dev'esser stata forte anche se all'esterno sembrano sussurri: Phillips in teoria ha ancora bisogno dei Kings perché solo grazie a loro il suo assistito potrebbe ottenere i soldi che pensa di meritare, grazie a un "sign-and-trade".
La nuova arena
In un altro momento le polemiche su questa scelta tecnica sarebbero state più pressanti; attualmente però l'argomento forte riguarda l'accordo raggiunto per la costruzione di una nuova arena in centro città . Il nocciolo del contendere è uno solo: i lavori dovrebbero essere finanziati con un aumento della tassazione cittadina.
Il condizionale è d'obbligo perché, per essere ratificata, dovrà essere vagliata prima dalle autorità cittadine e poi dalla popolazione; i cinque membri del Collegio dei Supervisori della Contea hanno appena dato il primo via liber, quattro voti favorevoli e un uno contrario, ma si dovranno riunire di nuovo verso la metà di agosto per mandare definitivamente l'accordo al ballottagio.
Tutto il mondo è paese: se si propone di alzare le tasse la polemica diventa rovente, le istanze di stampo economico, politico e sociale si sprecano.
Secondo i calcoli l'aumento proposto, in 15 anni porterebbe nelle casse cittadine 1.2 miliardi di dollari; il costo dell'arena è stimato fra i 470 e i 540 milioni di dollari. Con il resto del ricavato dovrebbero essere finanziate opere di interesse pubblico non ancora precisate.
L'accordo fissa anche onori e oneri della famiglia Maloofs: i proprietari dei Kings dovrebbero pagare una somma una-tantum iniziale intorno ai 70 milioni di dollari, aggiungerne altri venti da versare in un fondo "di garanzia" e poi sottostare a un ulteriore canone annuale di 4 milioni di dollari per la concessione a gestire in esclusi le attività della nuova arena e tenersi i guadagni generati.
"Si tratta di un investimento che porterà diversi benefici alla città , - ha dichiarato Roger Dickins, fra i membri del Collegio dei Supervisori, ma anche parte attiva delle negoziazioni al fianco dei Maloofs, tanto per ribadire che il conflitto d'interessi non è un'esclusiva italiana - gli altri membri del colegio me ne hanno reso atto. Ora dobbiamo lavorare per farlo capire alla gente." Se il buon giorno si vede dal mattino auguri.
Per la cronaca l'unica istanza che ha spinto Barbra Mc Clash a dare parere negativo riguarda la maggioranza richiesta dall'eventuale ballottaggio; la donna ha riconosciuto la necessità di costruire un'arena nuova ma ha affermato che nel 1996, in occasione dell'ultimo aumento di tasse sottoposto al giudizio popolare, esso fu approvato con i due terzi dei pareri favorevoli.
Altre voci ben più forti si sono alzate: Dave Jones, potente esponente locale del partito democratico, da sempre contrario all'ipotesi della costruzione di un'arena con soldi pubblici, ha già confermato la sua opposizione a capo della "People United for Better Sacramento". Sul piede di guerra si è messa anche la "Lega dei Pagatori di Tasse di Sacramento", anche qui la traduzione è letterale, che per mezzo del suo leader, Joe Sullivan, ha definito "illegale" l'aumento di tasse proposto.
Sull'argomento il nervo è abbastanza scoperto perché, secondo i dati diffusi dal "California State Board of Equalization", se la proposta fosse ratificata, Sacramento sarebbe fra le prime città dello stato per percentuale di tassazione su reddito pro-capite.
Fra i critici più pesanti troviamo anche i sostenitori del progetto per erigere la nuova arena in periferia, nell'area di Natomas,; per loro Jeff Raimundo ha ricordato sibillinamente che il rapporto fra i Maloofs e la città qualche mese fa non era così saldo.
Sull'altra sponda la CBS Sacramento Station, la radio che si autodefinisce "La casa dei Sacramento Kings" con una media di 150.000 ascoltatori giornalieri, si è schierata a favore: "Siamo una radio sportiva - ha dichiarato il vice Presidente Steve Cottingham - ed è interesse della città avere qui la Nba."
Ci sono numeri che avvallano questa tesi: "E' difficile convincere associazioni di vario genere - spiega un esponente della locale Camera di Commercio - a venire qui per le loro conventions nazionali. Avere una franchigia Nba ti mette sulla cartina e, in qualche modo, ti rende maggiormente appetibile"
Nel dicembre 2005 l'Associazione Californiana degli Studenti di Bussines e Finanza ha tenuto a Sacramento il suo raduno portando alle casse dell'economia locale 1 milione di dollari. Il loro ritorno è previsto per il 2011. "Prima dell'arrivo dei Kings - spiega Bob Dean, vice Presidente Esecutivo di un'importante Agenzia Immobiliare locale - spesso quando uscivo dal nostro stato mi sentivo chiedere se Sacramento è più vicina a Los Angeles o San Francisco."
Fra le poche attrattive che una città di "periferia", per i canoni statunitensi, può offrire per uscire dall'anonimato ci sono le famose suite "affacciate" sull'Nba, dove ci si incontra e si combinano affari. L'Arco Arena come sappiamo da questo punto di vista è alla preistoria. Come si capisce Sacramento è pronta a dividersi in mille fazioni diverse che poi confluiranno in due grandi schieramenti. Per questo l'arrivo di Salmons, al confronto è una notiziola.
Il ballottaggio ci sarà , difficile che la proposta sia bloccata; da li in poi diventa difficile fare previsioni anche se Sacramento si riconosce nei Kings. Il velato ricatto della famiglia Maloofs di spostarli, in caso di insuccesso, è un fattore che non contribuisce all'amore dei tifosi per i proprietari. Ma potrebbe pesare parecchio al momento di andare a esprimere un'opinione ufficiale. La città non è pronta a perdere la sua squadra anche se ritiene alto il prezzo per tenersela.