QB Wars

Cutler si allena in maglia Broncos, a Denver sperano in un nuovo grande quarterback.

L'inizio della offseason e l'arrivo del draft sono coincisi con una girandola di cessioni e acquisizioni in molte squadre nel ruolo di quarterback, movimenti che daranno spazio per molti nomi già  conosciuti in nuove città  e che creeranno, altrove, vere e proprie battaglie per la conquista di un posto. I tre quarterbacks usciti al primo giro dovrebbero avere la certezza di giocare come titolari in tempi piuttosto brevi, ma le sorprese non sarebbero da escludere visto il modo in cui due anni fa Drew Brees riuscì a "liberarsi" della pressione sopraggiunta con l'arrivo della stella Philip Rivers. Proprio Rivers, quest'anno, diventa titolare dei San Diego Chargers ed avrà  il compito di dimostrare che le scelte societarie delle ultime stagioni sono state azzeccate (trade con New York per Eli Manning e cessione del QB titolare). Lo stesso Brees è finito a New Orleans, dove nella stagione del rientro a casa (ricordate l'uragano Katrina?) dei Saints cercherà  di far dimenticare le speranze disattese da Aaron Brooks il quale, a sua volta, è volato a Oakland per dimostrare a tutti di essere stato per troppi anni l'uomo giusto nel posto sbagliato. Nei Raiders troverà  Randy Moss a ricevere e Art Shell ad allenare: se anche con queste basi non si vedranno miglioramenti la carriera di Brooks potrebbe definitivamente cominciare l'ultima discesa. Altra franchigia ad essersi messa al riparo nello spot di QB è Miami, squadra che è andata a pescarsi due vecchie conoscenze della NFC North: Daunte Culpepper e Joey Harrington. Difficile pensare che il primo, se in buone condizioni fisiche, possa perdere il posto da titolare, non solo per le proprie qualità  ma anche per i limiti mostrati dall'ex Lions nelle prime tre stagioni in lega. A Detroit è così arrivato Jon Kitna, mentre in Minnesota il posto di Culpepper rimarrà  nelle mani del veterano Brad Johnson che già  lo sostituì per buona parte della stagione scorsa. Trent Dilfer è finito a San Francisco dove sarà  la spalla del giovane Alex Smith, ancora troppo acerbo per la NFL, mentre al suo posto a Cleveland ci sarà  Charlie Frye, giovane secondo anno ex Akron University sul quale i Browns hanno deciso di puntare moltissimo. Fermo restando che posizioni come quelle dei vari Favre, Manning (entrambi), Brady, Vick sono intoccabili, il "gioco delle coppie" sarà  vivo in molte città  e, in alcune di queste, potrebbe essere proprio l'ultimo arrivato ad avere la meglio. Scegliamo alcune squadre dove la "sfida" sarà  apertissima per i più disparati motivi, dalle condizioni fisiche del titolare a necessità  puramente tecnico-tattiche, e vediamo dove e chi saranno i prossimi protagonisti a giocarsi un posto al sole.

Arizona

Matt Leinart si è infuriato per una scelta giunta, a suo giudizio, troppo in basso nel recente draft NFL, eppure è un ragazzo straordinariamente educato e composto. Sarà  stata la tensione, si dirà , ma se non si regge la pressione di un draft figuriamoci quella di due defensive ends della NFL che vogliono cucinarti per cena. Leinart entra comunque in NFL pieno di titoli e meriti individuali, con un Heisman Trophy in tasca, due titoli nazionali e tre finali consecutive giocate. E' il futuro; dei Cardinals sicuramente, della NFL molto probabilmente. Il suo compito sarà  "fare le scarpe" a una vecchia gloria come Kurt Warner, grande condottiero ormai scalfito da troppi infortuni. Ci sono molti pareri contrastanti su Leinart, molti dei quali dettati da una misera perdita di popolarità  in fatto di prime pagine patinate e, quindi, del tutto insensati. Leinart è, forse, dei nuovi arrivati il più pronto e preparato a giocare nella lega, ma certamente quello che ha meno margini di crescita. Certo, se il suo standard fosse quello del college avrebbe ben poco da crescere, sarebbe già  un impatto decisivo così com'è. Forte QB da tasca Leinart è il classico passer da sgrezzare per i piani alti del football ma dotato di braccio, tocco, visuale. La fortuna di finire in un attacco potenzialmente devastante come quello di Arizona lo mette nella condizione di giocare sin da subito le proprie carte per valutare come muoversi tra i professionisti. Difficile vederlo in campo già  dal primo snap, ma la mia impressione è che Warner potrebbe finire presto a fare da chioccia sulla sideline, soprattutto se qualche ossicino dovesse ricominciare a scricchiolare.

Baltimora

Scaricato dai Titans che si sono arricchiti del nuovo eroe Vince Young, Steve McNair giunge a Baltimora per giocarsi le ultime carte in carriera, conscio di un fisico ormai al limite e delle poche chances di rigiocarsi un titolo. A farne le spese, in casa propria, Kyle Boller, discreto quarterback con una sola stagione da 16-16 in carriera e ben disposto a prendersi un altro anno di esperienza senza trovarsi troppo spesso nel fango della lotta di trincea. Se Air McNair non avrà  problemi fisici la sfida non comincerà  nemmeno, l'ex Titans sarà  titolare inamovibile.

Buffalo

Nei Bills Kelly Holcomb sembra aver superato come preferenze il giovane J.P. Losman, attesissimo lo scorso anno ma ben lontano dal dimostrare di che pasta sia realmente fatto. Holcomb ha esperienza in NFL ma non è stato impegnato poi così spesso nelle sue nove stagioni precedenti, anzi. L'arrivo di Dick Jauron in panchina lascia supporre che Holcomb continui ad essere in vantaggio vista le predisposizione dell'ex allenatore di Chicago e Detroit per le difese: head coach che non ha ancora dimostrato di amare il rischio, Jauron cercherà  di non bruciarsi Losman e di mettersi nelle mani di un veterano dell'attacco per quanto poco esperto di lotta in primo piano. Prima la difesa quindi, il resto si vedrà  poi. Conterà  molto l'idea della società , comunque, che probabilmente cercherà  di spingere per veder fruttare i propri interessi sul giovane Losman ed anche il record sarà  fondamentale: a stagione finita tutto può succedere, anche che si punti su Craig Nall come ultima chance.

Chicago

Sembra scontato che, se la salute ko sorreggerà , il posto di titolare sia di Rex Grossman, ma è evidente che l'ex Florida Gators non sia per nulla una certezza viste le poche apparizioni nei suoi primi tre anni di carriera. Tralasciando gli infortuni, Grossman potrebbe rivelarsi meno adatto al ruolo di titolare rispetto a quello che si aspettano a Chicago. Numeri e coraggio sembrano non mancare a dispetto di un fisico non proprio eccellente per un QB (è alto solo 184 centimetri) che lo spinge a cercare spesso palloni nel mezzo appena la linea apre un varco; centro dove lancia però con una certa precisione. Per non correre rischi e dover ricorrere di nuovo all'inesperto Kyle Orton ecco che allora Chicago si è rifugiata in Brian Griese, giocatore con otto anni di esperienza alle spalle, non troppo integro ma certamente capacissimo di tenere il campo come si deve. Un carattere forte, un atteggiamento positivo, questo spinge Griese a mettersi costantemente in discussione e ad accettare nuove sfide ogni qualvolta una squadra arriva a preferirgli altri giocatori. L'infortunio del 2005 ha spinto Jon Gruden a lanciare Chris Simms in quel di Tampa e le buone prove del giovane QB hanno fatto sì che i Bucs scegliessero lui nel primo spot nella depth chart liberandosi, forse troppo rapidamente, del buon vecchio Brian. Vantaggio per Grossman in avvio di stagione, una stagione dove il numero 8 di Chicago dovrà  indubbiamente mostrare continuità  e limitare gli sbagli: un veterano come Griese alle spalle è un'occasione troppo ghiotta per qualsiasi coach se le cose si mettono davvero male.

Denver

Jake Plummer: ossia, come guidare da tre anni i Broncos, conquistare i playoff e non farsi amare. Jay Cutler: ossia, come vedere Denver balzare al pick 10 nel draft grazie a una trade-up e togliere il sorriso a Plummer. Due nomi simili, due cognomi che fanno rima: Jake e Jay si giocano il posto di titolare in Colorado dove The Snake (senza offese, ma povero Stabler…) parte avvantaggiato per i record positivi comunque ottenuti sul campo in queste tre stagioni. Essere titolare a Denver meno di dieci anni dopo dal ritiro di John Elway non è facile, ma nessuno parte dal presupposto di poter sostituire il due volte campione del mondo nel cuore dei tifosi. Certo, Plummer ha mostrato molti limiti nonostante una O-line di incredibile spessore, capace di proteggerlo alla perfezione e di aprire decine di giochi per l'attacco. Plummer ha evidenziato imprecisione nel tagliare le difese in downfield, ha un buon controllo del pallone ma non è in grado di gestire l'attacco da vero leader e di rimediare con decisione alle situazioni più dure. Eppure, fino al salto alla 10 di Denver, si sentiva probabilmente al sicuro come QB titolare di Denver per un'altra stagione. E sarà  certamente così, perché nessuno vuole rischiare Cutler dal primo anno e perché Mike Shanahan, uno che qualche QB buono lo ha già  visto giocare, non è uno sprovveduto e curerà  al meglio la crescita del QB uscito da Vanderbilt. Persona piuttosto silenziosa, Cutler ha mostrato ottimi numeri in un college mediocre come Vanderbilt, catalizzando parecchia attenzione su di sé. Il suo silenzio fuori dal campo diventa sfrontatezza sul terreno di gioco dove, per la prima volta in cento anni di storia del college, ha ottenuto i gradi di capitano per ben tre stagioni di fila. A Denver lo volevano a tutti i costi un nuovo QB per preparare il dopo Plummer, e un ragazzo che riesce a fare bene a Vanderbilt ha la fiducia di tutti, chi più chi meno: Cutler piace al coaching staff, i compagni lo hanno già  apprezzato e il pubblico è affascinato da questa scommessa. Plummer dovrà  giocare al top anche se difficilmente perderà  il posto già  dal primo anno di Cutler, ed anche in caso di infortunio sono convinto che Bradlee Van Pelt avrebbe la precedenza, concedendo al rookie giusto qualche snap per fare confidenza con i campi della lega. A meno che, dopo aver stupito Vanderbilt, non sia già  il momento di stupire tutta la NFL.

NY Jets

Nella New York biancoverde, come in altre città , il problema quarterback deriva più dai dubbi fisici caduti sul titolare in questione che altro. Chad Pennington ha una spalla che non lo lascia vivere, o meglio, che non lo lascia giocare e, alla corte del nuovo coach Eric Mangini è arrivato Patrick Ramsey da Washington, giocatore mai davvero troppo convincente e che ha solo il vantaggio dell'esperienza sul campo rispetto a Brooks Bollinger, giovane sostituto di Pennington nel 2005 non senza qualche difficoltà  di troppo. Aspettare Pennington troppo a lungo, benché si stia parlando di un grandissimo talento, potrebbe essere deleterio ed ecco che, se la spalla facesse di nuovo crack, Ramsey sarebbe pronto a dedicarsi alla causa, nell'attesa di valutare il vero potenziale di Boller e le qualità  del rookie Kellen Clemens, inserito a roster per avere più profondità  in un ruolo che, mai come quest'anno, assume un aspetto fondamentale nell'economia dei Jets. L'augurio che tutti si fanno è che Pennington possa finalmente stare bene e regalare le sue giocate a tutti gli amanti del football, ma buona parte di critica e pubblico sono davvero pessimisti in questo senso.

Tennessee Titans

Una volta scelto Vince Young non è passato molto tempo, a Tennessee, affinché si decidesse di sbarazzarsi del grande McNair. Uscito come vincitore del Rose Bowl con una prestazione esaltante, Young porta in dote un fisico invidiabile, un buon braccio e due gambe con le quali sembra in grado di saltare chiunque una volta ingranata la marcia fuori dai tackles. La sua corsa, il suo modo rapido di leggere le difese in movimento e la sua capacità  di giocarsi eventi importanti senza soccombere alla pressione, ne fanno un prospetto di altissimo valore, certamente un giocatore in grado di poter essere titolare dal primo anno a patto che si adegui rapidamente alle difese, ben più rudi a quelle incontrate finora, della NFL. Il saper alternare lancio e movimenti sarà  fondamentale, per questo motivo non è da escludere che la prima scelta per la prossima stagione possa andare appannaggio di Billy Volek, giocatore senz'altro in grado di trainare una squadra che deve crescere ancora molto e che, con Young, ha fatto solo un primo passo verso un nuovo futuro. La curiosità  è tanta e la speranza di vederlo presto all'azione colpisce tutti i tifosi dei Titans e gli appassionati di football. Dei tre rookie usciti al primo giro del draft è, insieme a Leinart, quello con più possibilità  di giocarsi parecchi snap già  quest'anno e, sul lato tecnico e atletico, quello con maggior vantaggio rispetto al diretto concorrente di questa breve lista di nomi. E ora, la parola al campo.

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