Marcus Williams non è molto pubblicizzato, ma potrebbe cambiare la vita a svariate squadre NBA…
Come già ribadito parlando di Rudy Gay, si può facilmente notare, che nell'Ncaa c'è un college che produce più giocatori Nba di qualsiasi altro. Ovviamente parlo della University of Connecticut, UConn per noi addetti ai lavori, che come prestigio lascerà qualcosa alle varie Duke, Indiana, North Carolina e UCLA, ma negli ultimi anni è stata vera e propria fucina di talenti: Rip Hamilton, Emeka Okafor, Ben Gordon e Charlie Villanueva per citare gli ultimi, ma Ray Allen per tornare più indietro.
Dopo Gay, il giocatore migliore erudito da coach Calhoun nell'ultima annata è stato sicuramente Marcus Williams, considerato da tutti il miglior playmaker del draft del prossimo 28 giugno.
Chi è Marcus Williams
Marcus Darrell Williams è nato il 3 Dicembre 1985 a Los Angeles, California. Playmaker mancino sulla carta, ma assolutamente ambidestro per la facilità con cui pennella anche con la mano debole, ha un fisico compatto, alto 187 cm per 90 kg e, come già detto è il miglior prospetto nel ruolo.
Prima di passare a UConn ha frequentato la celeberrima Oak Hill Academy a Mouth Wilson, sui monti della Virginia, dove ha studiato sotto le cure dei monaci e ha preparato il suo gioco con coach Steven Smith. A Storr, nel suo anno da freshman, ha viaggiato a quasi 10 punti e a quasi 8 assist in 31 minuti nella squadra di Gordon e Okafor che poi avrebbe vinto il titolo, ma rimase fuori durante il torneo per insufficienza accademica.
Nell'ultimo anno, per il fattaccio legato al furto di pc portatili nel dormitorio del campus, è stato sospeso fino a gennaio ma, tornato a regime, ha chiuso la stagione a 12.3 punti 3.9 rimbalzi e 8.6 assists. Non è riuscito però a guidare una squadra fortissima nemmeno alla Final Four, complice la sorprendente George Mason e dei compagni che lo hanno abbandonato nei momenti chiave: lui ha chiuso, nonostante tutto a 13+11 assists.
I suoi punti di forza sono sicuramente la facilità nel passare la palla, chirurgica, un tiro da fuori che è migliorato di anno in anno, dal 20 al 40%, un primo passo spacca-caviglie e l'incredibile capacità di concludere nel traffico anche dopo aver subito il contatto.
È un leader nato, una macchina da assists e non si tira indietro se c'è da prendersi responsabilità decisive. Di contro c'è la tendenza a perdere palloni, anche perché è fortemente attratto dal passaggio spettacolare, un po' alla Jason Williams, e la tenuta mentale. Si dice che non abbia tutto sto interesse per la palla a spicchi quindi ci sono comunque dei dubbi su questo giocatore.
Chi lo sceglierà
Difficile prevedere la sua posizione di scelta: potrebbe finire addirittura nelle prime cinque o arrivare sino alla quindicesima, un po' come successo con Gerald Green l'anno scorso. I Raptors lo prenderebbero di sicuro ma non sono disposti a rischiare la prima chiamata, anche se sembra fatto apposta per loro: non escluderei uno scambio dell'ultimo momento per scendere, magari fino alla 4 o alla 5 per assicurarselo. A quel punto sarebbero una squadra con pochi buchi da tappare.
Gli Hawks sono indecisi tra un play, lui o Foye, o un lungo, chi c'è ancora libero: per i falchi sarebbe perfetto e potrebbero così rimettere Joe Johnson nel suo ruolo di guardia. Anche i Celtics lo seguono ma prima c'è Minnesota che gli consegnerebbe le chiavi della squadra, visto che né Jaric, né Banks ispirano fiducia. I Rockets lo seguono ma chi punterebbe tantissimo su di lui sarebbero i Sixers così da togliere ad Iverson i compiti di regista e affiancargli un giocatore che pensa prima al passaggio che al tiro.
Nell'NBA
Gli scout dicono: "Deron Williams con più talento e più classe". Se così fosse, chi lo prende è a posto per una decina di anni. Riguardo al ragazzo, le ombre riguardano la sua tenuta mentale e l'ambiente fuori dal campo. Le tentazioni, i soldi, gli amici, potrebbero fargli dimenticare la pallacanestro che, a come si dice, già non è il suo primo amore. Ma il talento è lì da vedere"