Magari il look non è il pezzo forte del repertorio di Morrison, ma non lasciatevi ingannare…
A vederlo per la prima volta, bianco, con i suoi baffetti un po' così, i capelli lunghi e disordinati, il corpo un po' smilzo, chiunque sarebbe portato a dubitare che Adam Morrison sia un grande giocatore di basket. Se poi si viene a sapere che il ragazzo é pure diabetico, allora gli si da ancora meno speranze.
Queste però sono solo le prime impressioni riguardo ad Adam Morrison, perché poi basta vederlo in campo, fino a quest'anno con la maglia dei Bulldogs di Gonzaga, per scordarsi tutti i dubbi e lasciarsi conquistare da un giocatore particolare, di sicuro talento, che in molti, non a caso, danno in cima al draft del 2006.
Si parla di Morrison come giocatore dal suo secondo anno nella NCAA, quando si impose all'attenzione generale grazie ad una serie di belle prove che l'avevano messo sulla mappa degli scout di mezza America nonostante, quando era al liceo, non fosse stato, per così dire, subissato di offerte di borse di studio, tanto che decise di rimanere a casa sua, a Spokane, a fare l'università . Morrison era sì un prospetto conosciuto, ma comunque c'erano dei dubbi sulla sua possibilità di giocare a basket ad alto livello visto la sua malattia, nonostante le grandi prove alla Mead High School.
La vera stagione della consacrazione però per Adam è stata l'ultima, quando è riuscito a portare i suoi Bulldogs alle Sweet Sixteen, eliminato, in quella che probabilmente è una delle partite più belle del torneo di quest'anno, da UCLA. Alla fine della gara Morrison è scoppiato in lacrime, consolato da Aron Affalo di UCLA e da tutto lo staff, per quella che poi si sarebbe rivelata la sua ultima partita NCAA.
Per spiegare la grande annata di Morrison basta prendere le cifre di questa stagione, chiusa come miglior realizzatore di Division I a quota 28.1 punti per gara, ai quali ha aggiunto 5.1 rimbalzi e 1.8 assist, tirando con il 49.6 % dal campo e il 42.8% da tre, dimostrando di essere un giocatore che può avere più dimensioni.
Inoltre il ragazzo, per confermare la sua fama di realizzatore, è andato tredici volte in stagione oltre i trenta punti e cinque volte oltre i quaranta, da faro e punta principale, ovviamente, di Gonzaga. Nel corso della sua carriera ha sempre aumentato le sue cifre, ed ha anche fatto dei progressi a livello tecnico, a dimostrazione che durante l'estate lavora sui suoi difetti per cercare di migliorare.
E quest'estate potrà già fare un po' di esperienza contro i suoi futuri avversari NBA, dal momento che è stato selezionato nel gruppone di giocatori dal quale usciranno i dodici giocatori per il Mondiale che si giocherà in Giappone ad Agosto.
Ma perché una franchigia NBA dovrebbe volere Morrison nella sua squadra? Di sicuro perché è un ragazzo che sa segnare in vari modi, può essere pericoloso, anche se di sicuro deve rinforzarsi un po', soprattutto nella parte superiore del corpo. Non sarà mai un atleta straordinario, ma sa giocare a basket, alla vecchia maniera, può tirare sia da tre che con l'arresto e tiro dal palleggio, ma può anche entrare in area. Deve e può migliorare sia come rimbalzista che come passatore, e sicuramente è necessario che faccia dei progressi in difesa, dove a volte è molto più che sospetto.
Chi cerca un giocatore di talento, un'ala efficace che può rendersi utile in vari modi in attacco, farebbe bene a prendere questo ragazzo di Spokane che, nei provini individuali, sta veramente impressionando gli addetti ai lavori, salendo nella considerazione di tutti, tanto che, come già detto, in molti ormai lo pronosticano al numero uno.
Certo é che il draft di quest'anno è difficile da capire, ci sono una serie di giocatori interessanti, con caratteristiche diverse, che potrebbero andare al numero uno. Di sicuro Morrison è uno di questi, e ormai in pochi si lasciano intimidire dal fatto che sia diabetico, visto che ha più volte dimostrato di poter giocare e gestire la sua malattia al meglio.
Sin dal momento in cui, in un servizio su ESPN Magazine, Adam ha reso pubblica la sua malattia, è diventato un idolo per tutti i ragazzi diabetici che sognano di sfondare nello sport, in quanto Morrison è la dimostrazione vivente che questa malattia non pregiudica nessuna possibilità di raggiungere traguardi importanti nella vita. Adam si sta prendendo a cuore la causa delle persone affette alla sua stessa malattia, ed è diventato un volto dell'associazione americana che aiuta le persone (e soprattutto i bambini) diabetiche.
Morrison è un ragazzo particolare non solo in campo, dove tenta sempre di provocare i suoi avversari, e di caricare i suoi compagni di squadra facendo, per così dire, sentire abbondantemente la sua voce, ma anche fuori dal campo. Basti pensare ai poster che ha nella sua stanza a Gonzaga, da quello di Larry Bird, suo idolo a livello cestistico, passando per quello di Che Guevara e di Karl Marx, per terminare con quello del suo gruppo preferito, i Rage Against the Machine.
Abituato da sempre a spostarsi, visto che la famiglia si è spesso trasferita, soprattutto nella sua infanzia, per seguire il padre John, allenatore di basket che ha dato le basi fondamentali del gioco a suo figlio, Adam avrà poche difficoltà ad abituarsi anche alla realtà NBA, visto anche la sua determinazione e la sua voglia di andare avanti.
Nella NCAA ha fatto incetta di riconoscimenti di vario tipo, dividendosi quest'anno i premi più importanti con il suo amico JJ Redick, nella NBA entrerà dalla porta principale la prossima settimana, di sicuro non andrà oltre la quinta chiamata, con i Blazers che, per esempio, sarebbero molto più che contenti di poterlo accogliere nel loro roster.
Di sicuro c'è da giurare che sentiremo parlare di lui per molto tempo.