Rivedremo queste schiacciate? Dalla risposta dipende il futuro dei Suns.
Alla fine della dolorosa sconfitta in gara 6 contro Dallas, il pubblico dello US Airways Center era in piedi ad applaudire, orgoglioso della propria squadra, anche nella sconfitta. Sembra un controsenso, qualcosa di assurdo, ma in realtà è più che ragionevole, quasi ovvio. Basta tornare indietro qualche mese, a Settembre o ai primi di Ottobre per rendersi conto di quanto abbia fatto questa squadra in poco più di cento partite tra Regular Season e Playoff.
Dopo un estate movimentata, nella quale il motto "we'll keep the core together" (terremo insieme il nucleo della squadra) era sembrato una battuta di cattivo gusto visto che della fantastica squadra della scorsa stagione erano rimasti solo Stoudemire, Nash, Marion, Jackson e Barbosa. Si respirava pessimismo, nessuno credeva in questa squadra e alla fine invece, eccoci qua, a cercare di scrutare il futuro dei Suns dopo una stagione nella quale hanno, di fatto, migliorato la prestazione della precedente.
Di certo non si può dire che sono mancate le difficoltà .
La prima? Il terribile infortunio di Amaré Stoudemire, quello che per molti era il miglior giocatore dei Suns era fuori per gran parte della stagione e alla fine, è stato fuori di fatto l'intera "season". E nonostante ciò, ci sono voluti i migliori Mavericks della storia e un'inopportunissimo infortunio a Raja Bell per piegare gli uomini di D'Antoni in un Playoff che rimarrà nella retina di tutti i tifosi dei Suns per anni: la tripla di Thomas, quella di Bell, le magie di Diaw, i voli di Marion e le corse pazze di Nash.
Ora tocca però guardare al futuro, cosa ci si può aspettare da questa squadra nel 2006-2007?
A prendere la parola e proprio Coach D'Antoni che da ormai qualche giorno è passato al ruolo di Vicepresidente/General Manager: "Faremo tutto ciò che possiamo per avere una squadra da anello".
La prossima domanda è: "Cosa farete?". "Nulla - risponde D'Antoni - il ritorno di Amaré ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno per vincere". Il messaggio è chiaro: questa squadra con Stoudemire al 100% è da titolo, non c'è bisogno di fare altro.
La realtà però è leggermente più complicata. Sebbene sia vero che c'è la sensazione che i Suns di quest'anno con una bestia come Amaré sarebbero stati piຠtemibili di cià³ che erano, qualcosa da ritoccare ci sarà .
La prima questione è come tornerà Stoudemire? Questa è sulla carta la chiave dei nuovi Suns. L'attuale condizione dell'ala centro non è chiara anche se durante i Playoff c'erano addirittura voci (smentite prontamente dal coach D'Antoni) che lo davano vicino al rientro.
Attualmente è nell'ultima fase del recupero e si allena a Phoenix in vista del Training Camp del Team USA a fine Luglio. "Mi sento abbastanza esplosivo - dichiarava il giocatore alla fine dell'allenamento - non ancora come prima, ma sto tornando a poco a poco quello che ero l'anno scorso".
Non è sicuro però che partecipi alle partite di esibizione in Corea e Giappone visto che il suo secondo figlio dovrebbe nascere proprio in quel periodo. Più probabile quindi che lo rivedremo in campo in "preseason", la grande domanda è: tornerà quello di prima? Nessuno può saperlo attualmente, dovremo attendere ad Ottobre. Aaron Nelson, il trainer dei Suns è ottimista: "L'ho visto diventare pù forte e più potente, è sulla buona strada".
Il rientro di Stoudemire comporterà tutta una serie di "adjustments", il primo sarà far convivere Boris e Amaré nel quintetto titolare, cosa che potrebbe comportare qualche problema visto che amano entrambi giocare nella stessa zona. L'abilità di Diaw per giocare da "falso centro" renderà le cose molto più facili. Sembra infatti che Kurt Thomas non rientri molto nei piani dei Suns: "Continueremo a giocare allo 'small ball' e correre", dichiarava Mike D'Antoni, sempre più convinto della sua filosofia.
Questo potrebbe voler dire che Kurt Thomas è merce di scambio oppure potrebbe essere utile partendo dalla panchina. Entrambe le possibilità trovano una spiegazione logica: disfarsi di Thomas vorrebbe dire liberare spazio salariale (7,3 milioni quest'anno e 8 l'anno seguente) e quindi prevenire un problema che arriverà senza dubbio con i vari rinnovi di Tim Thomas, Barbosa e Diaw. Mentre tenersi "Crazy Eyes" Kurt in panchina sarebbe sempre d'aiuto quando c'è bisogno di un "big man" che prende rimbalzi e difende bene a uomo.
Il problema dei rinnovi è una questione scottante, D'Antoni ha messo in chiaro che vogliono mantenere la squadra il più unita possibile, ma ciò non vuole certo dire che non si muoverà nessuno.
Il caso dell'altro Thomas, Tim, è il più difficile da gestire. Il suo passato (problemi di spogliatoio, atteggiamenti lesivi per la squadra) sconsiglierebbe rinnovarlo, tuttavia la sua grande prestazione in questi playoff e il suo atteggiamento positivo consiglierebbero il contrario.
Il vero problema risiede nel fatto che i Suns non hanno spazio salariale per offrire a Tim più della "midlevel exception" (intorno ai 5 milioni l'anno). L'unica cosa certa è che la società vuole rinnovarlo e che anche il giocatore disposto a continuare. "Sarebbero stupido andare a cercare da un'altra parte - ha dichiarato Tim in un intervista - con quello che stiamo costruendo qua a Phoenix".
Ad Ottobre inoltre sarà già possibile offrire il rinnovo a Barbosa e Diaw anche se non scatterà fino alla prossima stagione, questo comporta che, di fatto, i problemi salariali arriverebbero soltanto dopo la prossima estate.
Quindi è molto improbabile che i Suns cerchino di liberarsi di grossi contratti questa stessa stagione quando non c'è un vero bisogno di farlo fino alla prossima. Perciò non bisognerà dare troppo ascolto alle voci che danno Marion in partenza (come ogni santissima estate), giacchè la franchigia vuole prima vedere come giocano Matrix, Diaw e Stoudemire prima di prendere qualsiasi decisione.
La società ha già espresso l'interesse nel mantenere sia il brasiliano che il francese, anche se è ovvio e sottointeso che Boris Diaw sia l'uomo da tenere a tutti i costi. La sua magnifica stagione, la sua progressione costante (ha chiuso la stagione con prestazioni superlative in finale di Conference) e la sua giovane età fanno di lui una delle chiavi dei Suns del futuro.
Barbosa piace molto allo staff, ma non è escluso che rientri in qualche operazione per alleggerire la massa salariale o per ottenere un "pick" più alto nel Draft.
Il gregario James Jones ha un contratto ancora lungo e relativamente poco oneroso, tuttavia se la squadra decidesse di muovere qualcuno potrebbe rientrare nell'operazione per far quadrare i salari.
Parlando di "panchinari", Eddie House ha un'opzione per un altro anno ma non si è ancora deciso ad esercitarla, così come Brian Grant, entrambi hanno tempo fino al trenta giugno, tuttavia la società preferirebbe risparmiarsi i quasi due milioni di dollari che l'ex Lakers e Heat guadagnerà l'anno prossimo. Quello che invece ha già preso una decisione è Pat Burke, che ha già esercitato la sua opzione, il futuro di "Skita" invece non è chiaro.
Di che cosa avrebbero bisogno questi Suns per dare un ulteriore salto di qualità ? Un playmaker di riserva e un "big man" atletico che corre e difende bene. Entrambe queste necessità potrebbero essere risolte al Draft, dove Phoenix ha due scelte: la numero 21 e la 27.
Alla franchigia piacciono molto Mouhamed Saer Sene, un centro senegalese di sette piedi che corre bene e capace di intimidire sotto canestro e Sergio Rodriguez, un playmaker spagnolo che ricorda molto Jason Williams per il suo stile spettacolare. Prendere una "point guard" vorrebbe dire poter dare riposo a Nash. "Sarebbe bello poter trovare qualcuno che possa permettercelo - commentava D'Antoni - ma credo che Barbosa stia diventando un giocatore capace di farlo".
Il problema è che sia il senegalese che lo spagnolo sembrano essere destinati a scelte più alte, Sene piace ai Jazz (scelta 14) e Rodriguez ai Kings (scelta 19). Altre opzioni sono Rajon Rondo, dell'università del Kentucky e Oleksiy Pecherov, un "4" ucraino con gran tiro da 3 e ottima capacità di prendere rimbalzi. Non è da escludere che i Suns tentino di spedire le due "pick" e un giocatore a qualche altra squadra per avere una scelta migliore.
"Tutti vanno al Draft cercando di mettersi dov'è il giocatore che si vuole - affermava David Griffin, vicepresidente di "Basket Operations" - noi quest'anno abbiamo due scelte, c'è la possibilità di muoversi verso l'alto per avere migliori possibilità di prendere chi vogliamo".
Un'altra voce che negli ultimi giorni ha percorso la Valle del Sole sarebbe quella che dà Jorge Garbajosa, un vecchio conosciuto di D'Antoni e dei tifosi italiani, indeciso tra i Suns e i Raptors.
Non è chiaro quanto sia attendibile questa voce e nemmeno quanto potrebbe essere utile un giocatore delle sue caratteristiche e della sua età a una squadra come i Suns, ma di certo potrebbe aiutare più di Burke e Tskitishvili. Negli ultimi giorni comunque pare che sia destinato ad andare in Canada, almeno attenendosi alle informazioni che pubblica "Gigantes" (una rivista spagnola specializzata in basket soprattutto europeo) nel suo numero di questa settimana.
Le previsioni nella "Valley of the Sun" per l'anno prossimo sono quindi soleggiate e c'è davvero la convinzione che col ritorno di Stoudemire e qualche piccola operazione nel Draft e nel mercato "free-agent" si possa ambire a tutto.
"L'anno prossimo non mi accontenterò di niente che non sia un anello", parola di Amaré Stoudemire.