Dwayne Wade è chiamato a replicare la monumentale prova di gara3, per tenere Miami in corsa.
I Mavs hanno fatto la frittata, hanno perso gara 3, permettendo agli avversari di rientrare mentalmente nella serie, ed hanno perso la possibilità di mettere, almeno teoricamente, una seria ipoteca sulla vittoria del titolo. Sì perché se i Mavs non si fossero smarriti negli ultimi sette minuti di una terza partita della serie che stavano controllando, e non avessero buttato via i tredici punti di vantaggio che avevano con una gestione scellerata degli ultimi minuti ed alcuni errori, come il libero sbagliato da Nowitzki, assolutamente inaspettati, ora sarebbero 3-0 nella serie, con ben quattro match point per chiuderla, di cui due in casa.
E invece a Dallas si devono mangiare le mani per una colossale occasione sprecata nel peggiore dei modi, con una marea di dubbi che si è ora infranta su una squadra che fino a due giorni fa sembrava avere la situazione sotto controllo e, fino a sei minuti e trentaquattro secondi dalla fine di gara 3, sembrava poter addirittura infliggere agli avversari uno sweep. Ora la situazione è diversa, ci sono ancora due partite da giocare a Miami e tutti, anche se, bisogna dirlo, soprattutto i giornalisti non texani che seguono la finale, s'interrogano sulla reale tenuta mentale di questi Mavs, che però coach Johnson non vuole mettere in dubbio: "Di continuo ci interroghiamo su quale sia lo stato mentale della squadra, ma noi non siamo fragili. Abbiamo fatto dei grandi passi avanti in questa stagione".
Ma al di là di questi dubbi, a Dallas sono ancora, giustamente, convinti che questa squadra abbia tutte le qualità per riuscire a strappare almeno una delle prossime due gare all'American Airlines Arena di Miami, per poi ritornare, nella situazione peggiore, nella città texana con la possibilità di chiudere la serie in gara 6. Ci credono a Dallas e ci crede la squadra che, nel corso della stagione, ha sempre reagito alla grande ai momenti di difficoltà , basti pensare alle ultime due serie di playoffs giocate. I Mavs, infatti, si sono visti recuperare dal 3-1 fino al 3-3 dagli Spurs, ma sono andati a San Antonio a vincere gara 7, mentre contro Phoenix hanno battuto i Suns per 4-2 nonostante la sconfitta casalinga di gara 1 che avrebbe potuto complicare e non poco la serie.
Importante per i Mavs è mantenere un certo equilibrio, come dice anche Stackhouse: "A questo punto della stagione, quando vinci sei sulla vetta del mondo e quando perdi è come se fossi nel punto più basso in cui puoi essere. Quando abbiamo perso una partita, abbiamo sempre trovato il modo di reagire, in particolare in una serie di playoff dove gli avversari sono sempre gli stessi. Siamo arrabbiati e delusi per come è finita gara 3, ma diamo anche credito ai Miami Heat che ci hanno battuti".
La parola d'ordine è dunque non piangersi addosso ed andare avanti, ben consapevoli che comunque i Mavs sono sempre avanti 2-1 nella serie di Finale e fino ad ora, complessivamente, hanno giocato meglio degli avversari. Poi si può sempre vedere, anche dopo una sconfitta, il bicchiere mezzo pieno, osservando come i Mavs hanno sì perso, ma erano comunque avanti nell'ultimo periodo mentre gli Heat, per sconfiggere i loro avversari, hanno avuto bisogno di una prova mostre da quarantadue punti di Wade e di un recupero notevole negli ultimi minuti della gara per portare a casa la vittoria.
Allo stesso tempo non bisogna però sottovalutare il fatto che i Mavs non abbiano chiuso una partita che poteva essere fondamentale nell'economia della serie, si sono fatti rimontare negli ultimi minuti e hanno lasciato passare un'occasione davvero ghiotta. Il rischio di un contraccolpo psicologico sulla squadra c'è, anche se tutti non sembrano, almeno a parole, temerlo.
A livello tecnico-tattico, i Mavs devono cercare di penetrare di più nella difesa, di entrare in area con più continuità e di accontentarsi di meno del tiro da fuori, come sostiene anche Nowitzki: "Dobbiamo mischiare le soluzioni, è chiaro che loro siano una grande squadra difensiva, hanno la possibilità di stopparti in area con Shaq e Mourning che esce dalla panchina. E' quello che le grandi squadre hanno, giocatori che proteggono l'area e il canestro".
Il sistema di Miami è chiaro, gli Heat preferiscono lasciare spazio ai tiratori piuttosto che rischiare delle penetrazioni; la loro priorità é difendere l'area, rischiando poi di essere battuta sul perimetro. Fino ad ora sono riusciti a realizzare il loro piano partita, obbligando Dallas a tirare più di quanto avrebbe voluto da tre punti, e diminuendo anche il numero di tiri liberi tentati, chiaro indice del fatto che i Mavs penetrano di meno. Allo stesso tempo è necessario riconoscere che, nelle prime due gare e per buona parte della terza, i Mavs erano riusciti lo stesso ad imporsi sugli avversari, a dimostrazione che questa potrebbe non essere una strategia così efficace come potrebbe sembrare.
Ritornando all'aspetto psicologico della prossima partita e di tutta la finale in genere, i Mavs, che sono una squadra giovane e relativamente inesperta, avranno bisogno del contributo di esperienza e leadership dei tre veterani dello spogliatoio, Griffin, Armstrong e Stackhouse che, nonostante nessuno dei tre sia mai arrivato in finale, hanno un bagaglio di esperienza nella Lega che può rivelarsi molto utile visto l'inesperienza e la gioventù di alcuni loro compagni di squadra.
In ogni caso la serie sembra essere tra due squadre che più o meno si equivalgono almeno a giudicare dalle cifre, anche se poi in campo, nelle prime due partite, la differenza è sembrata più evidente. In ogni caso, tornando ai numeri, i Mavs hanno segnato solo due canestri in più degli avversari, mentre gli Heat hanno preso tre rimbalzi in più. Entrambe le squadre hanno perso 49 palloni, a dimostrazione di un equilibrio che le prime due partite hanno in parte nascosto, ma che esiste e che dimostra come la serie fosse tutt'altro che finita dopo gara 2 ed anzi, forse, sta cominciando proprio ora.
A questo punto non resta che concentrarsi su una gara 4 che si preannuncia come pivotal game della serie, come partita cardine. Miami, infatti, se riuscisse a portare a casa la W, pareggerebbe la serie e, di fatto, riaprirebbe tutti i giochi, mettendo tra l'altro qualche ulteriore granello nell'ingranaggio dei Mavs. Ma di certo i ragazzi di coach Avery Johnson non hanno intenzione di mollare neanche un centimetro, e non sono sembrati particolarmente agitati o preoccupati dopo la sconfitta subita nell'ultima partita, ben sapendo di avere tutta una città , Dallas ovviamente, che è completamente impazzita per loro e che vuole che portino a casa il titolo.