Forza Shaq: recupera le tue gambe e la parola
La peggior partita di playoffs nella carriera di Shaquille O'Neal; nella notte in cui nulla ha funzionato questo è il dato che spicca, inchiodando gli Heat con le spalle al muro. Non basta questo a spiegare una sconfitta che sembra per lo meno una resa parziale. "State giocando male tutti alla stessa maniera", ha urlato infatti Riley in un time out infuocato del primo tempo. Ma è una parte consistente delle ragioni dell'attuale 2-0 a favore di Dallas.
Shaq 5 punti nei playoffs non li aveva mai segnati; nel 2004, gara2 del primo turno di playoffs contro gli Houston Rockets, s'era fermato a 7. E già era sembrato strano.
Pat Riley, che ha le sue responsabilità , ha voluto pensare avanti, lasciando il suo pivot seduto per gli ultimi insignificanti 15 minuti di partita. Nella speranza che almeno sia riposato in gara3 per cercare di ribaltare in casa la negatività che si è generata in Texas. "Dallas ha fatto quel che doveva fare. - ha spiegato l'ex architetto dello Show Time - In diversi momenti della stagione avete scritto (voi, giornalisti ndr) che eravamo cotti, battuti; lo avete fatto dopo le due sconfitte di Chicago. So che lo farete anche ora ma confidiamo che in casa cambi qualcosa."
Il break di 22-6 che, dal 28-23 a favore di Miami, ha di fatto deciso la gara dice tutto: Dallas è apparsa maggiormente organizzata, più concreta, dotata di maggiore energia. Dopo tutto di trattava solo della seconda partita di Miami in 9 giorni. Un lusso per gli standard Nba. Si sapeva che la strategia difensiva degli Heat sarebbe sembrata meno incisiva con Nowitzky e gli altri finalmente in grado di far canestro con continuità . Ad Haslem non è rimasto che lasciarsi andare a qualche fallo duro, quasi a segnalare che se non si alza il tono della squadra, la tentazione di dichiarare finite queste finali diventa quasi impellente. " Hanno avuto maggiore dedizione - ha dichiarato Riley - e voglia di lottare."
Fa specie, visto che siamo all'atto conclusivo della stagione. La "rimonta farsa" che, con Walker finalmente in grado di esprimersi nel suo basket da cortile, libero di spendere e di spandere, ha riportato gli Heat a -12 a metà del quarto periodo non illude nessuno. Miami è stata inferiore per numero e per mezzi.
Shaq (ma anche un po' Wade) Shaq O'Neal se né andato dal palazzotto dello sport senza parlare. Conoscendolo non si tratta dell'atteggiamento un po' isterico di qualche idolo della domenica calcistica italiana: pesantemente deluso dall'andamento delle cose, l'ex LSU deve aver scelto di lasciare 10.000 dollari alla Nba pur di chiudere il capitolo. Di lui ha parlato con malcelata soddisfazione Dampier che ha segnato un punto più del suo fustigatore, surclassandolo a rimbalzo: "Già in gara1 s'era lamentato di quante volte ha toccato il pallone - ha spiegato il centro di Dallas - in realtà la palla l'ha avuta ma spesso l'ha rimandata indietro. Quante volte la vuole?."
L'umore di O'Neal non era sembrato troppo turbato dalla sconfitta, e tantomeno dalla sua prestazione numericamente sotto la media. "Sono un fenomeno da baraccone naturale - aveva risposto in conferenza stampa a chi gli chiedeva perché è convinto di dover pesare 160 chili - non avete mai visto uno così alto, grosso, bello e sexy" Una di quelle dichiarazioni per cui O'Neal dovrebbe giocare fino ai 35 anni di contributi.
"Date troppa importanza alla questione - ha continuato il pivot - perché il mio peso si alza e cala costantemente. Quello che conta è che per tutta la mia carriera sono stato attorno al 12% di grasso corporeo"
Il vostro redattore ricorda un periodo in cui ai Lakers si dichiarava al 16% e il preparatore atletico non voleva commentare. Comunque l'umore di Shaq è stato buono fra le due partite. Poi gara2 in cui ha tirato 5 volte, in cui Miami all'inizio ha cercato di andare da lui con risultati scarsi, per poi passare al piano "b" di cercare Wade. Chiaro che la strategia chiama in causa Riley che sta dimostrando, a differenza di quel che avveniva senza far nomi con Phil Jackson, di volerlo servire solo alla maniera classica, da fermo.
Dopodiché bisogna ammettere che Shaq 5 anni fa quella palla l'avrebbe presa comunque. E continuare a uscire sui pick roll per "blindare" un perimetro che è un colabrodo, ora a 34 anni, non aiuta le sue gambe. "Se al momento Shaq non è in grado di dominare come vorremmo - ha riconosciuto lo Wade da 6 su 19 - dobbiamo dargli una mano." Soprattutto: quella benedetta "scatola" dovrebbe essere un po' aperta col tiro da fuori che, se conta, entra molto raramente. Wade ha segnato 5 layup e un solo tiro da distanza maggiore. Non a caso quell'unico vantaggio significativo che abbiamo citato, è arrivato con una tripla di Posey: perché quando si aprono le finestre si cambia l'aria.
L'attuale situazione è riassumibile in queste poche parole: tornate indietro a controllare cosa hanno fatto Wade e Shaq nella finale di conference contro Detroit. Confrontate poi le loro medie, che sono un segnale del loro apporto, con quelle di queste due partite. Notando la differenza, capirete che cosa non va. Questo non significa che è colpa di quei due. Significa che devono essere loro a dare la scintilla. Il supportin cast che, nel momento in cui le prime punte mancano, evidenzia tutta la sua inadeguatezza soprattutto perché formato da giocatori non di ruolo fatta eccezione per Posey e Haslem, forse potrà accodarsi. Contro i Pistons non sempre è successo.
"Dovremo giocare una partita d'inferno (letterale ndr) - ha spiegato Riley - trovando il modo di metterli in difficoltà ora che sono convinti di sapere come fermarci" Al di là della tattica, l'aspetto psicologico al momento è da ribaltare: Dallas arriva a Miami tranquilla, sapendo che anche portare via una sola partita sarebbe un risultato accettabile. Gli Heat invece devono giocarle una per una, rosicchiandole come fa la fiera con la sua preda, per tornare in corsa.
In questo senso la gara4, immaginando una certa rilassatezza texana in gara3, sarà "pivotal"
E il fatto che si giochi 3 partite in cinque giorni, gara2 compresa, con un solo giorno di riposo, non aiuterà certo O'Neal a ritrovare il suo "prime". Quello secondo molti è andato. "Mai sottovalutare il cuore dei campioni", ammonì un giorno Rudy Tomjanovich. In Florida si riparte anche da li.