Raja Bell decisivo in Gara 4
Ora gara 5 assume un'importanza fondamentale per lo svolgimento della serie, non solo perché chi la vincerà andrà avanti 3-2, ma soprattutto per l'impatto emotivo che potrebbe avere. Non è un caso che i Suns abbiano, subito dopo la vittoria nella scorsa partita, immediatamente cerchiato in rosso l'appuntamento di stanotte.
In Arizona, infatti, si è convinti che la vera chance per vincere a Dallas e riconquistare il vantaggio del fattore campo sia gara cinque, piuttosto che gara 7, dove normalmente le squadre che giocavano in casa sono favorite.
A rafforzare il concetto ci ha pensato D'Antoni, ripetendo più volte: "Questa per noi è come una gara 7. Non è una gara 5, ma una gara 7 per noi, che scenderemo in campo con questa mentalità . E' la partita che vogliamo vincere".
Fa un po' impressione parlare in questo modo di una squadra che, secondo gli stessi giornali di Phoenix, sembrava esser in crisi d'identità non più tardi di due giorni fa, mentre invece ora, dopo la vittoria in gara 4 che ha pareggiato la serie a quota due vittorie per squadra, sembra di essere di nuovo di fronte ad un ambiente ed una squadra che hanno completamente recuperato la fiducia nelle loro possibilità .
Forse solo ora i Suns stanno iniziando a rendersi conto per davvero del traguardo che si sta avvicinando, la Finale NBA, e non è un caso che sia proprio Raja Bell, l'unico della squadra ad essere già approdato all'atto finale della stagione NBA (con i Philadelphia 76ers nel 2001), a parlare apertamente della questione: "Siamo alle finali di Conference, ed è un gran risultato, abbiamo la possibilità di andare in Finale NBA. Molte persone non hanno mai avuto questa possibilità in tutta la loro carriera. Quindi direi che la prospettiva di andare in Finale dovrebbe essere una motivazione sufficiente per andare avanti in questa serie".
Prima però di iniziare a parlare della finale NBA, non bisogna scordarsi che ci sono almeno due partite ancora da giocare, e per i Suns è abbastanza facile analizzare quelle che saranno le richieste di coach D'Antoni ai suoi giocatori, cioè alzare il ritmo in attacco (non è un caso che sia stato confermato anche in gara 4 il trend secondo il quale quando i Suns segnano più di cento punti potano a casa la W) e darsi da fare in difesa come hanno fatto nell'ultima gara, dove sono riusciti a controllare gli avversari.
Dallas in gara 4 ha segnato 86 punti, ma soprattutto ha visto la sua bocca da fuoco principale, Dirk Nowitzki, tenuto probabilmente alla sua peggiore gara dei playoffs, segnando solo 11 punti con sette rimbalzi.
E' chiaro che nella prova non perfetta del tedesco sono tanti i meriti della difesa di Phoenix ma, altrettanto importante, è stata la serata storta del numero 41 di Dallas. I Suns devono quindi comunque tenere alta la guardia, con la consapevolezza che é difficile che Nowitzki sbagli due partite consecutive.
La notizia più positiva per l'ambiente e la squadra, oltre chiaramente alla vittoria che ha portato al pareggio nella serie, è nella carica che l'ambiente sembra aver ritrovato dopo una gara 3 che aveva obiettivamente dato delle indicazioni non molto positive per la squadra di casa.
Probabilmente ad alimentare questa carica e fiducia nella squadra ha fortemente contribuito il fatto che Raja Bell abbia insistito per giocare la gara, nonostante i medici non fossero poi così convinti della sua possibilità di scendere in campo. Alla fine Bell ha giocato ed ha anche segnato, pur essendo molto limitato nei movimenti, ma soprattutto è stata importante la su presenza in campo, come dice anche il suo coach: "Non c'è dubbio. C'eravamo scordati quanto fosse importante averlo sul parquet. In gara 2 e 3 eravamo in campo, ma ci mancava quel qualcosa in più. E' quello che ci ha dato Raja"
A Dallas, invece, il centro dell'attenzione è chiaramente Nowitzki che, probabilmente, aveva abituato tutti troppo bene in questa stagione ed ancora di più in questi playoffs. Il primo ad essere calmo e realista è però il tedesco: "La serie è in parità ed io devo giocare molto meglio in gara 5 e noi dobbiamo vincere due partite. Ma non sento la pressione di dover sempre segnare 30 punti, siamo una squadra equilibrata".
Ma al di là dei punti, Dirk è mancato soprattutto a rimbalzo, avendone catturati, come già detto, solo sette, ben dieci in meno rispetto alla media delle ultime cinque partite precedenti gara 4. Nowitzki può permettersi una serata storta al tiro (3/13) ma non può permettersi, per il bene della squadra, di andare poco a rimbalzo, soprattutto contro una squadra come Phoenix che, per ovvi motivi, soffre a rimbalzo, come evidenzia anche Dirk: "Quando mettono un piccolo su di me, come succede dall'inizio della serie, devo essere attivo e catturare rimbalzi".
Stackhouse sottolinea anche come le difficoltà in attacco abbiano influito anche sulla difesa di Dirk: "Può essere che in pochi pensino che siamo arrivati fino a qui per la difesa di Dirk, ma lui è migliorato molto. Rispetto all'anno scorso non ha cambiato passo solo offensivamente ma anche in difesa"
A mettere un po' di ulteriore tensione alla situazione dei Mavs ci ha pensato la signora Cassandra Johnson, moglie di Avery, che ha avuto un'accesa discussione sul finale del primo quarto con due tifosi dei Suns. La discussione è stata controllata anche grazie all'intervento di qualche membro dello staff dei Mavs, a cominciare da DJ Mbenga e dal proprietario Mark Cuban. La situazione non sembra grave, anche se alla fine la signora Johnson sarebbe stata denunciata dai due tifosi (in ogni caso non due angioletti") che sostengono di essere stati spinti durante la discussione.
Ritornando al basket, che è la cosa che più conta, i Mavs in gara 5 dovranno entrare in campo molto determinati, per cercare di controllare l'attacco avversario come hanno fatto nella seconda e nella terza partita, ma soprattutto per cercare di sfruttare i punti deboli della difesa avversaria come non hanno fatto nell'ultimo mach. La chiave è probabilmente nel giovane Harris, che deve a tutti i costi obbligare Nash a spremersi un po' in difesa, penetrando di più, in modo da far stancare il suo avversario diretto e ritrovarlo così più stanco nella metà campo offensiva.
Avery Johnson non era chiaramente soddisfatto della prova dei suoi e l'ha fatto abbondantemente capire nella sessione video dopo la sconfitta di gara quattro. Allo stesso tempo, però, il coach dei Mavs non vuole che i suoi abbiano una reazione troppo forte, non vuole che si abbattano perché comunque la situazione è di equilibrio nella serie: "Basti pensare che nella scorsa serie, quando eravamo sopra 3-1, in molti erano pronti a darci un trofeo. Mentre quando eravamo 3-3 e con una gara 7 da giocare in trasferta, la nostra stagione doveva essere finita.".
La situazione per i Mavs non è quindi così brutta come potrebbe sembrare dopo la sconfitta, anche perché, non bisogna scordarselo, Dallas ha sempre il vantaggio del fattore campo, la possibilità quindi di giocare due delle prossime tre partite in casa.
Ora abbiamo, dunque, una mini serie di tre partite che deciderà chi delle due sfidanti andrà alla Finale NBA fra poco più di una settimana. La prima delle tre gare si giocherà stanotte all'American Airlines Arena di Dallas.