Delusione Pacers

Rick Carlisle deve ancora dimostrare di poter gestire il caldo spogliatoio dei Pacers…

E'noto che in 49 stati è “solo” pallacanestro…
Non nell'Indiana, dove la passione per questo gioco che ci piace tanto raggiunge vette indescrivibili…

Cominciare la stagione con la chiara ambizione-convinzione di potersela giocare fino a giugno inoltrato, per poi essere eliminati al primo turno dei playoffs, non deve essere il massimo che si può avere dalla vita( sportiva)…

Il bilancio della stagione dei giallo-blu non migliora se consideriamo che la sconfitta per mano dei Nets è avvenuta in una Conseco Field-House mai così fredda e diffidente nei confronti della squadra di casa.

Ed è proprio questo il più grande insuccesso per il club dell'Indiana: si può infatti uscire dal campo sconfitti , ma la cosa peggiore è quando si perde la fiducia , la stima e la passione di un pubblico caloroso come quello di Indianapolis… e arrivano bordate di fischi come arrivederci alla stagione successiva…

Ed è proprio questo disamoramento che non è andato giù ai vertici del club: nell'ultimo incontro con la stampa Larry “Legend” Bird (general manager della franchigia) non ha avuto peli sulla lingua:

Non mi piace che i tifosi ci fischino, ma alcun giocatori – in particolare Jackson – hanno messo a dura prova la loro pazienza con comportamenti – a volte – davvero imbarazzanti che hanno infastidito non poco anche me.

Ubi maior…

Riavvolgiamo il nastro della stagione dei Pacers: l'avvio era stato secondo le attese: 4-0 (prima sconfitta di uno contro i Sixers) con il gruppo coeso come da copione…
Ma ecco esplodere la classica bomba ad orologeria , Ron-Ron Artest (il migliore dei suoi sui due lati del campo) si “auto-detona”, affermando che gradirebbe lasciare “basket state” per altre destinazioni: la più gradita sarebbe stata la grande mela… sai che affarone sarebbe stato per i nervi piuttosto scossi di Larry Brown…

Il probabile miglior difensore della lega allora (chiedere al Prescelto… che quest'anno è stato tenuto per due volte questa stagione sotto i 20 punti e… sarebbero state anche le uniche…) viene tenuto in quarantena, prima di esser ceduto nella California del nord alla corte dei fratelli Maloof, i quali oltre a essere proprietari di uno dei più grandi casinò di Las Vegas, posseggono anche i Sacramento Kings(scommessa vinta per i due simpatici fratelloni).

Compie il percorso inverso Peja Stojakovic, che si comporterà  anche bene durante la stagione regolare (poco meno di 20 punti di media in 40 gare giocate), ma non potrà  contribuire contro i Nets menomato da un ginocchio malandato (solo due gare giocate, le uniche vittorie dei suoi…).

Detto del “pazzerello” Artest, ci sono state altre grane di non poco conto: Jermaine ha saltato più gare quest'anno per infortuni vari… che l'anno passato per la scazzottata di Auburn Hills; Tinsley, play che maneggia la “pelota” come pochi, a causa di plurimi infortuni è stato visto anche lui più volte a bordo campo in abiti civili… che in canotta e pantaloncini in mezzo.al campo.

Tenendo presenti altri guai fisici a gente di spessore come Croshere, Fred Jones, Foster…(ma c'è stato qualcuno sano??), e aggiungendo uno spogliatoio dilaniato da tutte queste tensioni, vien quasi da dire che il raggiungimento della post-season (41 pari il bilancio alla fine ) è stato un risultato apprezzabile. Però tutte queste attenuanti, seppur valide, svaniscono di fronte ai tanti tifosi inferociti.

Svuotati gli armadietti è già  tempo di decidere quali mosse compiere nei prossimi mesi: il talento non mancherebbe di certo, la profondità  del roster è sotto gli occhi di tutti" (panchina più lunga ad Est, se non nell'intera NBA.), quindi non sembrerebbe esserci bisogno di stravolgimenti…

A chi vorrebbe cedere Jermaine, Bird risponde che non telefonerà  mai a nessuno con tali intenzioni" [NDR Ma se qualcuno lo chiamasse?]

Questione Stojakovic: le doti balistiche del Serbo son note a tutti" come le sue amnesie difensive del resto… Le parti sembrano essere concordi: Bird stravede per lui ritenendolo uno dei pochi che può essere considerato uno dei suoi eredi, (almeno quando si parla di far frusciare la retina da lontano).

L'ex King si è trovato benissimo e ha già  fatto sapere al suo agente di fare il possibile per venire incontro all'organizzazione; ma “l'asta” parte da non meno di 8 milioni di dollarucci ed il “pay-roll” dei Pacers.. (78.681.968 $ entrati nelle tasche degli atleti quest'anno) scollina di parecchio oltre la soglia altrimenti nota come “salary-cap” (stimata per circa 55 milioni per la stagione prossima) che distingue i proprietari oculati (pochi); da quelli spendaccioni, che sono tenuti a pagare la c.d. “luxury tax”.

L'impressione è che alla fine il matrimonio si farà , anche perchè rinunciando a giocare i mondiali in terra nipponica (ed evitando così il pirotecnico spogliatoio degli eredi di: Danilovic, Divac e compagnia..) Peja avrà  un'intera estate di tempo per curare i vari acciacchi che in questi ultimi anni gli hanno impedito di dare il meglio di se stesso.

Alquanto incerta anche la posizione di Stephen Jackson, il cui rendimento è stato buono dal punto di vista delle cifre, ma non si può dire altrettanto dal punto di vista disciplinare…
“Se vuole rimanere con noi dovrà  cambiare alcuni atteggiamento” queste la parole di Larry.

La questione più spinosa è certamente quella che riguarda il capo allenatore Rick Carlisle: Bird ha espresso stima nei confronti del suo ex assistente , ma anche parecchie riserve: “La mancanza di disciplina all'interno dello spogliatoio è da imputare a lui principalmente”, inoltre a suo dire alcuni giocatori non sarebbero stati spronati abbastanza per migliorare i propri “talenti”…
Non si può certo dire che questa sia una sviolinata d'amore…

Ciò che ormai è noto a tutti, in realtà  , è che questa squadra non può più giocare ai ritmi blandi tanto cari a coach Carlisle …perso Artest; non si potrà  più avere quell'intensità  difensiva che aveva reso i Pacers una delle squadre più ruvide dell'intera lega…

Vista le caratteristiche del roster, sarebbe interessante, nonchè più logico tentare di giocare come facevano i “vecchi” Pacers, quelli che per intenderci, sotto la guida di Larry Bird raggiunsero tre finali di conference tra il 98 e il 2000, arrendendosi all'atto finale solo ai Lakers del duo Kobe-Shaq all'inizio di questo millennio.

Il DNA di quella squadra era: buona organizzazione difensiva, ma grande importanza alla fase offensiva, pochi isolamenti e tanto movimento della palla con al timone Mark Jackson: luminare del passaggio… Ironicamente il cordinatore offensivo di quel gruppo era Rick Carlisle… proprio lui che una volta diventato head coach ha deciso di utilizzare uno stile di pallacanestro opposto…

Guarda caso i signori Nelson (padre), e Adelman – appena “sollevato” dalla panchina dei Kings da quelli del casinò…- sarebbero ben felici di accollarsi la responsabiltà  di guidare un gruppo che il prossimo anno avrà  l'obbligo di andare lontano , ma al quale non manca certo il talento per raggiungere l'empireo NBA.

Cambio di panca o no… una cosa è certa: quest'estate Larry Joe Bird … avrà  ben poco tempo per dedicarsi alle passeggiate sui “green” della Florida con mazza e pallina al seguito… ma per riconquistare l'affetto dei tifosi dell'Indiana, gli Hoosiers, si fà  questo e altro… e lui lo sa bene…

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