Tim Thomas esulta dalla panchina, i Suns hanno vinto e convinto.
Nelle prime ore di ieri, il telefono di Mike D'Antoni è squillato, il cellulare era quello dell'agente di Raja Bell. "Allora Mike, io ci ho parlato, ma lui vuole giocare. O lo ammazziamo o lo facciamo giocare. Che ne pensi?".
Bell, assente per due partite (Phoenix 1-5 in stagione senza di lui) per infortunio, ha fatto il suo anticipato rientro nella nottata di ieri tramutandosi in una sorta di ispirazione che ha acceso la spia interna di ciascuno dei suoi compagni, motivatissimi nel vederlo in campo a dare loro una mano contro il parere dei medici.
La partita che hanno giocato i Suns è stata di intensità ben diversa di quella fiacca dimostrata nel secondo tempo di gara 3, ed a farne le spese sono stati Dirk Nowitzki ed i Dallas Mavericks, smantellati nel secondo tempo e raggiunti a quota 2 nelle partite vinte in questa serie.
La presenza in campo di Bell, 9 punti, 3 assists, 4 rimbalzi in 30 minuti, ha aiutato i compagni a ricordare che un modo di battere i Mavericks c'è, ed è percorribile prendendosi cura del pallone, tenendo alto il ritmo-gara ed aggredendo il canestro a più non posso, sfruttando le doti in penetrazione di molti dei componenti della squadra dell'Arizona.
Il risultato? Tripla cifra in punti per la prima volta in tre partite con 106, solo 7 turnovers a fronte dei 14 di Dallas, 48 punti in area verniciata ed il 54% al tiro contro il 41% degli avversari, tutte cifre che non potevano che deporre a favore della vittoria del team guidato da D'Antoni, sigillata con il +20 finale.
Una difesa di squadra molto migliore ed un lavoro individuale dedicato su Nowitzki svolto per la maggior parte da Marion e dai raddoppi hanno fatto altresì la differenza: il tedesco ha giocato la partita più buia di questa edizione dei playoffs, dove non aveva mai terminato al di sotto dei 20 punti e dove teneva medie contro Phoenix di oltre 27 punti e 16 rimbalzi, terminando con soli 3 tiri a segno in 13 tentativi, 11 punti e 7 rimbalzi; togliendo dalla gara lui Phoenix ha svolto gran parte del lavoro necessario ad arginare i Mavs, che nonostante la doppia cifra di 6 elementi non hanno trovato continuità in attacco, ed i 16 punti di Josh Howard sono così risultati il meglio tirato fuori dal team di Avery Johnson.
La parola continuità , abbinata ad un'ottima circolazione di palla, è stata più consona ai padroni di casa: la distribuzione delle marcature offensive è stata equa, ed ha portato 3 giocatori dei Suns a segnare 20 o più punti.
Il miglior marcatore, Barbosa, ha beneficiato più degli altri della presenza di Bell che lo ha fatto tornare in panchina, partendo dalla quale ha dato finora il meglio. Leandrinho ha segnato 24 punti con estrema precisione al tiro, 10/13 in totale, 4/6 da tre, sfruttando l'eccellente velocità per lasciare sul posto l'avversario, fatto che gli ha concesso maggior spazio per prendersi i suddetti tiri da fuori.
Steve Nash ha concluso con 21 punti e 7 assistenze, 8/13 dal campo, mentre Boris Diaw, ormai non più una novità , si è assestato sui 20 punti aggiungendovi 9 rimbalzi e 4 passaggi smarcanti e 2 delle 8 stoppate di squadra, segno di una maggiore aggressività complessiva specialmente a fronte dei soli 2 tiri bloccati dai Mavs.
La storia della partita ha visto Phoenix quasi sempre al comando, con un primo quarto in equilibrio ed un piccolo allungo nel secondo, con un vantaggio massimo di 9 punti.
I Mavericks, con Nowitzki fermo a 5 punti prima dell'intervallo, hanno avuto una fiammata solamente nel terzo periodo, quando una serie di giocate di Jason Terry (13, 4/10) ed il contributo di un inaspettato Adrian Griffin (13, 6/8, 7 rimbalzi) hanno fatto tornare nella mente di D'Antoni i fantasmi dei vantaggi già sprecati nelle altre gare ed hanno ridotto il distacco a soli 2 punti.
Da quel momento in poi, però, i Mavericks sono scomparsi dalla gara ed un jumper di Raja Bell ha dato inizio ad un parziale di 33-10 protrattosi nei successivi 11 minuti, parziale che ha velocemente garantito un cuscinetto di vantaggio comodo ai padroni di casa e tolto diverse preoccupazioni ai loro tifosi, quantomai timorosi di vedere i propri idoli cadere ancora una volta sotto di due partite.
"Il riposo mi ha giovato parecchio", ha detto Bell, "lunedì non riuscivo a fare molti movimenti e non sapevo come mi sarei sentito oggi, ma dentro di me volevo fare di tutto per esserci e dare una mano ai miei compagni per pareggiare la serie. Sono molto felice che me ne sia stata data possibilità , come sono felice di non essermi fatto nulla perché in un paio di occasioni ho forzato ed ho provato del dolore, perché l'importanza della gara mi ha fatto spesso dimenticare di essere infortunato."
Giovedì notte si tornerà a Dallas per l'importantissima gara 5, che se vinta darà la possibilità ad una delle due squadre di porre l'altra sull'orlo dell'eliminazione ad un passo dalla finale Nba; il rientro anticipato di Bell aggiunge un maggiore equilibrio ridando un minimo di profondità al roster dei Suns, mentre dall'altra parte Avery Johnson dovrà ancora una volta trovare e soluzioni per mettere a freno uno dei migliori attacchi della lega.
Per un altro confronto da ricordare, le premesse ci sono senz'altro.