The Diesel spende il gettone, poche speranze per Detroit
Miami passa a condurre 2-1 nelle serie con Detroit, e stavolta deve ringraziare la combo: Shaq ha dominato (forti sospetti che abbia deciso di spendere qui il suo gettone), Wade pure, e per i Pistons non c'è stato scampo.
I due hanno combinato per 62 punti, ma soprattutto per 24-32 dal campo, e soprattutto nei momenti chiave della partita non hanno deluso.
Aggiungendo poi che Miami ha tirato con il 58% dal campo contro il 42% di Detroit, il computo dei rimbalzi recita 40-27 Miami, e che l'area pitturata dei Pistons, un tempo “no-fly zone” e limite invalicabile, è fonte di 50 punti contro i 16 dell'area pitturata Miami, i toni della sconfitta dei Pistons sono decisamente roboanti.
Ancora una volta i Pistons hanno provato a giocare al gatto col topo, non capendo che è una tattica che difficilmente da risultati nei Playoff, dove è richiesta la massima concentrazione per 48 minuti.
Non traggano in inganno i 31 punti di Billups: l'MVP delle Finals 2004 è sì apparso in netto miglioramento rispetto alle recenti uscite, ma ha forzato troppi tiri (solo 3 assist).
In ogni caso, avere un centro che tira i liberi con il 2-10, che non si chiami Shaq e che non difenda come richiesto a un MVP difensivo (emblematico il rimbalzo offensivo di Wade in testa a Ben Wallace a tre minuti dal termine, in teoria quando i Pistons avrebbero dovuto tirare fuori gli attributi) porta più danni che altro, e vincere in queste condizioni appare difficoltoso.
Tayshaun Prince, l'eroe di gara 2 e autore di 20 punti di media nelle due precedenti esibizioni, stavolta ha sofferto non poco l'atipicità di Walker, al di là di quanto dicano le cifre, ed è stato limitato a soli 3 punti, e forse questa è stata la chiave di volta della partita.
Per il resto solito Hamilton da ventello, e solito generoso Sheed, a dire la verità ancora troppo poco cercato in fase offensiva.
Non si capisce cosa possa essersi spezzato nei Pistons che dominavano in Regular Season e che si sono guadagnati il titolo di favorita numero uno, specie dopo la dipartita di San Antonio per mano di Dallas: problemi di spogliatoio, stanchezza, tutte e due le cose, la mancanza di bastone solido come quello di Brown, la scarsa esperienza di Saunders nella Post season. Fatto sta che ora devono darsi una svegliata.
Partita che inizia subito con Miami in fuga e con Wade on fire, che segna subito 15 punti, di cui 13 di fila, con 7-8 al tiro portando subito la banda di Riley sul 30-24. Nonostante Wade si riposasse un po' nel secondo quarto, gazie al lavoro di Shaq gli Heat avevano modo di andare al riposo sul 49-38, con una giocata della combo e anche grazie alla scarsa precisione ai liberi dei Pistons, solo 3-10 mentre Miami non è andata neppure una volta dalla linea della carità .
Terzo quarto sulla falsariga dei primi due, Detroit a giochicchiare e Miami a fare sul serio, fatale che il vantaggio cresca sul +12.
All'inizio dell'ultimo quarto la svolta: Detroit decide di iniziare a fare sul serio. Parte subito con un parziale di 11-0 nel giro di 4 minuti, grazie a un canestro e fallo di McDyess, un jumper di Sheed e due triple in fila di Billups e con McDyess ha la palla del sorpasso, che avrebbe girato l'inerzia tutta dalla parte dei Pistons.
Ma Dwyane Wade dice di no: stoppa Dice e dall'altra parte del campo piazza la tripla che taglia le gambe ai Pistons “Play of the game” dirà a fine partita coach Saunders). Poi si assiste a una noiosa sequela di falli, prima un hack-a-Shaq, con scarsi risultati, poi a un hack-a-Ben e qui i risultati sono più confortanti.
Miami fugge definitivamente e Detroit non la prenderà più.
Finisce 98-83 Miami, e ora Miami ha la ghiotta opportunità di portarsi sul 3-1, ma come visto già in questi Playoff non equivale necessariamente a superamento della serie…