Con una partita incredibile Boris Diaw ha spinto i Suns alla vittoria in terra texana.
Il primo obiettivo dei Suns è stato raggiunto, quello di aver vinto una partita in casa dei Mavs ed aver in questo modo ribaltato a proprio favore il fattore campo nella serie. La partita di mercoledì notte ha mostrato ancora una volta il grande carattere di Phoenix, che non ha mai mollato anche sotto di nove a poco più di tre minuti dalla fine, chiudendo la gara con un parziale di 16-9 che le ha permesso di ribaltare la situazione e portare a casa una vittoria molto più che importante, anche se siamo appena alla prima gara.
Ma è qui che ha preso in mano la situazione quello che ormai, negli ultimi due anni, potrebbe essere considerato in giustiziere di Dallas, Steve Nash che, in tutti gli scontri con la sua ex squadra, non ha mai avuto pietà per i suoi ex compagni ed in particolare per il suo carissimo amico Dirk Nowitzki. Nash, alla fine, ha segnato 27 punti con 16 assist, ma il suo contributo in ogni parte del gioco e il suo controllo della squadra vanno molto al di là delle cifre.
Degno scudiero dell'Mvp delle ultime due stagioni NBA è il sempre più incredibile Boris Diaw, che non solo ha segnato 34 punti (sì, 34!), ma ha anche segnato il canestro della vittoria a 0.5 decimi dalla fine della gara; probabilmente aveva anche commesso infrazione di passi, ma la cosa non è molto rilevante, perché quello che importa veramente è che questo ragazzo franco-senegalese, cresciuto all'Insep di Parigi prima e al Pau Orthez poi, ormai può definitivamente essere considerato un giocatore decisivo anche a livello playoffs, dove in tanti, invece, si aspettavano un suo calo.
Unico, importante, neo della serata per i Suns è sicuramente l'infortunio di Raja Bell, che si è stirato un polpaccio e probabilmente potrebbe saltare fino a tre gare nella serie, mettendo in difficoltà ancora una volta Phoenix, bersagliata come poche altre nel corso della stagione dagli infortuni. Il sostituto in quintetto dovrebbe essere Leandro Barbosa, molto tranquillo sulle possibilità dei suoi di superare anche questo inconveniente: "Ogni volta che qualcuno si fa male, noi non cambiamo il nostro gioco, che ci porta a correre avanti e indietro per il campo, e credo che chiunque in squadra possa farlo. Questo non cambia, dobbiamo solo giocare insieme e per quelli che si sono fatti male".
E' un dato di fatto, non a caso, che i Suns sono riusciti ancora una volta ad imporre il loro a dir poco particolare stile di gioco anche contro i Mavs, che solo una volta tra regular season e playoffs avevano subito più punti dei 121 incassati in gara uno. Ancora più confortante per Phoenix è averlo fatto a casa dei Mavs, giocando come più preferiscono, segnando ben 72 punti in area (anche se Dallas ne ha segnati 74) ma soprattutto 32 in contropiede contro i soli dodici messi a referto dagli avversari. E' abbastanza chiaro che a questo ritmo la situazione e la serie sono favorevoli alle caratteristiche della squadra di coach D'Antoni.
Il coach di Phoenix sembra abbastanza tranquillo nella sessione di allenamento organizzata nel giorno di pausa e non si preoccupa più di tanto per l'infortunio di Bell, che ancora una volta lo obbligherà a mescolare le carte, ben consapevole di poter contare sulla versatilità di quasi tutti i suoi giocatori: "E' per questo che Shawn (Marion) è così importante, può giocare sia sotto che dietro. Lui, Tim (Thomas) e Boris (Diaw) sono tutti giocatori molto versatili, possono marcare sia gli esterni che i lunghi, sono la chiave del nostro successo". La forza di squadra dei Suns è più che provata, come dimostrano e confermano anche le parole di Nash: "Ognuno rende migliore gli altri, è questa la nostra forza. Come gruppo siamo più forti che presi separatamente. Questa è stata la soddisfazione più grande, quella di vederci crescere come gruppo".
D'altra parte, però, non si può non sottolineare come la sconfitta di Dallas sia anche arrivata per demeriti dei Mavs, che si sono lasciati sfuggire una vittoria che a un certo punto sembrava abbastanza tranquilla, per farsi risucchiare dal vortice dei Suns. Possibile che Dallas fosse stanca mentalmente dopo una serie estenuante conto gli Spurs ma, alla fine, una volta arrivati a quel punto, i Mavs avrebbero dovuto gestire la situazione, evitando di perdere palloni e fare tanti errori difensivi banali come quelli che sono stati commessi proprio sul finale di gara 1.
In casa Dallas Avery Johnson ha le idee chiare su quello che è stato il problema di gara 1 e lo ripete in modo ossessivo: "Transizione difensiva, transizione difensiva, transizione difensiva. Sia che si realizzi, sia che si sbagli un tiro, bisogna tornare in difesa. Sembravamo una squadra senza un sistema, e questa è colpa mia.". Si deve dunque partire da qui per bloccare la velocità dell' attacco avversario, non certo una grande scoperta, ma ora Dallas dovrà metter in pratica le correzioni suggerite dal coach.
La squadra sembra in effetti, almeno a parole, aver recepito le istruzioni di coach Johnson, e a fare da portavoce delle buone intenzioni della squadra è Dirk Nowitzki, non soddisfatto della prova della sua squadra: "E' chiaro, non possiamo avere dei giocatori che stanno nell'angolo ad ammirare i loro tiri, non è la serie giusta per farlo. Bisogna scattare indietro ed accoppiarsi difensivamente con il giocatore che è più vicino, anche se non è il tuo. In gara 1 non abbiamo difeso bene, loro hanno fatto quello che volevano, andando dove volevano e di conseguenza la difesa, in pratica, non è esistita".
La strada quindi è stata tracciata per i Mavs, ma non bisogna scordarsi che per lungo tempo Dallas era rimasta in testa, controllando la situazione nonostante l'assenza di Josh Howard, scavigliato, che è in dubbio anche per la gara di stasera, dove, in ogni caso, non sarà al cento per cento della condizione. Questo porta inevitabilmente ad una maggiore responsabilizzazione, sia in difesa che in attaccato, per Stackhouse, Van Horn e soprattutto Marquis Daniels, reduce da una serie complessa contro San Antonio, dove addirittura è rimasto a guardare dalla panchina tutta gara 7.
La volontà di reazione c'è tutta, insieme alla consapevolezza di aver perso una partita che poteva essere vinta, e di aver commesso degli errori banali che dovevano essere evitati, primi tra tutti in difesa, dove i Mavs sono sembrati in difficoltà e inaspettatamente sorpresi da una squadra che ha caratteristiche assolutamente opposte rispetto a quelle della loro precedente avversaria. Anche Johnson mette in risalto questa situazione, sottolineando però come non deve assolutamente essere un alibi per i suoi: "Dovremmo riconoscere che stiamo giocando contro un avversario veramente diverso dagli Spurs, e dobbiamo adattarci al diverso ritmo della gara piuttosto rapidamente".
Phoenix quindi ha iniziato alla grande questa sfida contro i texani, ma la serie è appena iniziata e si preannuncia lunga ed appassionante. Aspettiamoci ora una risposta di Dallas, che stasera si troverà in una must-win situation, dove l'unico risultato accettabile è la vittoria, per non rischiare di far scappare i Suns.