Prince sempre più efficace, sia in attacco che in difesa…
E ora siamo 1-1, palla a due a Miami.
Detroit batte Miami per 92-88, ma la partita è stata molto meno equilibrata di quanto lo scoreboard lascerebbe supporre.
Solo infatti la cronica supponenza e distrazione di Detroit ha riaperto negli ultimi 2 minuti una partita che era già chiusa a doppia mandata.
Prevedibile la reazione dei Pistons, dopo la sconfitta rimediata in Gara 1: i ragazzi di Saunders sono scesi in campo con la determinazione che era mancata nella loro precedente esibizione al Palace of Auburn Hills. Che la musica fosse cambiata lo testimoniavano i 7 punti nel solo primo quarto di Ben Wallace.
Gli Heat non riuscivano a reagire, e i Pistons ben presto prendevano un vantaggio in doppia cifra, guidati da Prince, ormai sempre più giocatore totale. Da specialista difensivo è diventato solida opzione offensiva, senza tuttavia perdere di efficacia nella fase difensiva. Solita nota stonata Billups, che sembra essere arrivato in riserva a questi Playoff dopo la smagliante Regular Season.
Guidati da un Lebronesco Wade (anche se con 9 perse) e da O'Neal che decideva di iniziare a fare sul serio, gli Heat provavano più volte a riemergere dalla fossa che si erano scavati con la loro falsa partenza nel primo quarto, ma Hamilton, Prince e all'occorrenza Rasheed Wallace provvedevano a ricacciare indietro la squadra di Pat Riley.
Si arriva a 2:41 dal termine, e i Pistons sono sopra 81-71. Partita chiusa? Neanche per sogno. I Pistons si rilassano, e gli Heat in un amen segnano 17, avete capito bene, 17 punti e con una tripla di Wade, successiva a una palla persa per 5 secondi sulla rimessa da un Prince con il terrore negli occhi, riporta gli Heat sotto solo di 2, sul 90-88 a 9.8 secondi dal termine.
A questo punto serve un sangue da rettile a Billups che viene mandato in lunetta per stoppare il cronometro, e Billups non tradisce.
Wade prova un ultimo disperato assalto, ma Houdinì si reincarna in Lindsey Hunter, che ruba palla in maniera pulita a Flash e mette le olive nel Martini, in una partita che sarebbe dovuta essere in cassaforte tanto tempo prima.
Non basta quindi agli Heat un Wade capace di metterne 32 con 7 rimbalzi e 5 assist, e un O'Neal che si impegna per andare in Florida sul 2-0.
Come si immaginava, l'ago della bilancia si rivela il supporting cast di Miami, che stavolta combina per soli 27 punti, a fronte della decisiva prestazione in Gara 1 (Riley nel dopo gara dirà : “Per vincere bisogna che si giochi bene in 4 o 5…”)
La vittoria ha dato fiducia ai Pistons, come si evince dalle parole di Billups: “Sono venuti qui e hanno vinto una partita, ora tocca a noi andare lì e fare lo stesso”.
Ben Wallace, tornato guerriero si mostra soddisfatto nonostante le tante botte: “Ho un occhi nero un labbro gonfio, ma ho fatto quel che dovevo. Quando giochiamo in questo modo di squadra, siamo un osso duro da battere”.
Wade non si dà pace per il pessimo inizio: “Avremmo dovuto giocare tutto il tempo come nell'ultimo quarto”
O'Neal invece avrebbe preferito che la squadra lo avesse cavalcato di più: “Avremmo dovuto giocare più dentro l'area, abbiamo preso troppi jumpshot”.
Appuntamento a sabato notte, per gara 3, che essendo gara dispari come al solito riveste una grande importanza, per l'inerzia che può dare alla serie.