Pat Riley e gli Heat vincono la prima gara
Era prevedibile che l'energia sarebbe stata una fattore determinante; Miami s'è presentata per gara1 con 6 giorni di riposo e ha vinto la sua sfida. Detroit è scesa in campo 48 ore dopo la conclusione della serie contro i Cavs e ha già perso il sottile vantaggio del fattore campo. Difficile commentare una gara che gli Heat hanno vinto ben al di là del punteggio; ancora più arduo se si considera che il primo episodio ha stravolto tutto quello che per mesi avevamo scritto a proposito delle dinamiche fra queste due squadre.
Dwyane Wade e Shaquille O'Neal hanno giocato solo 56 minuti in due, ben presto appiedati da problemi di falli: l'esterno da Marquette ha segnato 25 punti in 27 minuti sul terreno di gioco risultando imprendibile sia per Hamilton, all'inizio, che per tutti quelli che hanno provato a fermarlo. Shaq, ha segnato 12 dei suoi 14 punti in un primo quarto chiuso sul 33-25 per quelli della Florida. Solo i liberi, 13 su 13, han tenuto in linea di galleggiamento quelli della Motown.
Ma la partita si è decisa in altri momenti: nel secondo periodo Wade ha commesso il terzo fallo a 7'47" dalla fine, O'Neal l'ha seguito in panca poco dopo. Payton, Walker e Alonzo Mourning hanno guidato la squadra in quello che anche secondo Riley "è stato in assoluto il frangente più importante della gara. Non era mai capitato, infortuni a parte, di dover fare a meno dei nostri uomini di riferimento così a lungo." Miami con 9 punti consecutivi è volata sul 48-39, per poi andare al riposo in vantaggio 48-44.
Nel terzo periodo ancora Wade s'è visto fischiare il quarto fallo con 9'07" da giocare; li per li Detroit ne ha approfittato andando sul 60-55. Ma i canestri di Payton, Walker e Posey, hanno segnato la riscossa. Il parziale si è esteso fino al 20-5 nel quarto periodo quando è rientrato Wade. In questo lasso di tempo Detroit ha sbagliato 12 tiri consecutivi.
Complessivamente Miami ha segnato 52 punti nell'area dei Pistons, adoperando l'arma delle penetrazioni che si era rivelata inefficace durante le sfide di stagione regolare.
I numeri della partita Il successo di Miami è ancora più sorprendente se si considera il -14 degli Heat nelle palle perse e l'inferiorità (9-5) nei rimbalzi d'attacco. La differenza è venuta solo da una voce: gli uomini di Riley hanno tirato col 56.3% dal campo, Detroit ha racimolato il 37.8.
E' probabile che a questo livello i Pistons non possano vincere se Billups e Hamilton mettono assieme un complessivo 15 su 41 dal campo. E' certo che non possono farlo se, in una serata di questo tipo, Rasheed Wallace racimola 7 punti, facendo notare d'essere lontano dal suo standard ottimale.
"Abbiamo sbagliato tiri - ha spiegato a fine gara Billups - che normalmente entrano."Come dire: non è successo niente, è solo un caso.
"Questa sera siamo sembrati stanchi dall'inizio della gara", ha commentato invece Tayshaun Prince. Ed effettivamente quell'11-0 a sfavore in uscita dai blocchi di partenza, il 75% dal campo degli Heat nel primo periodo, sono argomenti impresentabili per una squadra che vuole andare alle finali Nba. "Abbiamo annaspato per tutta la sera - ha rincarato la dose Flip Saunders - senza avvantaggiarci dei loro problemi di falli"
Resta da capire quanto quest'atteggiamento sia stato figlio della stanchezza dovuta alla serie precedente; perché Detroit, molte volte in stagione regolare, ha avuto atteggiamenti di questo tipo, salvo poi rimettersi in linea di galleggiamento.
Nei playoffs diventa più difficile. "Stiamo giocando per le finali - ha fatto notare con una certa perfidia Antoine Walker - si va in campo ogni due giorni. Non so come possano pensare di riposarsi." Un modo lo devono trovare perché Detroit non può certo permettersi di volare nello stato degli alligatori e dei fuoriusciti da Cuba sotto 2-0.
Dalla prossima partita dipende gran parte delle chances dei Pistons in questa finale di conference. Vediamo come rispondono e se tengono fede al manifesto di Billups.
"Se non è difficile non ci interessa".