Brown – Knicks: ending story?

Dove allenerà  Larry Brown il prossimo anno?

L'amore tra coach Larry Brown e i New York Knicks sembra, dopo neanche un anno, già  essere volto al termine. Questo è quanto si evince leggendo il New York Post di domenica, uscito con un articolo choc di Peter Vecsey, il quale raccontava come una fonte attendibile e molto vicina alla squadra gli avesse riferito quelli che sarebbero i reali piani della franchigia: silurare Brown.

La decisione, naturalmente, sarebbe stata presa dal GM Isiah Thomas e dal proprietario James Dolan, nel corso di una riunione tenuta mentre il coach era a casa ancora in fase di convalescenza per un intervento alla prostrata.

Secondo le prime indiscrezioni l'uomo designato da Dolan per sostituire Brown sarebbe proprio Thomas, il quale però avrebbe rassicurato Joe Glass, il procuratore dell'ex coach di Detroit, smentendo tutto. Sorprende tuttavia che ancora nessuno dello staff dirigenziale abbia tenuto una conferenza stampa per ribadire pubblicamente la fiducia all'attuale allenatore"Che possa essere un altro indizio?

Dolan aveva mostrato evidenti segni di insofferenza verso il plurivittorioso coach sin da inizio stagione; o forse sarebbe meglio dire: sin da quando Brown ha cominciato a sparare ad alzo zero sui suoi giocatori chiedendo continuamente costose trade per ottenere uomini vecchi e con contratti alti, che altro non avrebbero fatto che pesare ancor di più sul già  oberato monte salari della franchigia.

Quindi, in poche parole, Dolan ritiene che in termini economici gli sia più convenevole liquidare Brown che assecondare tutte le sue richieste. A influire enormemente sulle scelte dei Knicks, in ogni caso, ci sono anche quelle 59 sconfitte stagionali che pesano come un macigno sulla testa dell'allenatore. I pronostici di novembre, infatti, andavano ben oltre le sole 23 vittorie che poi sarebbero arrivate a culmine di un anno disastroso: comprensibile quindi, anche la tanta delusione che sta patendo Dolan ,e che lo sta spingendo verso una decisione drastica.

Brown lo scorso luglio aveva firmato un contratto quinquennale da 50 milioni di dollari, il che significa che è legato alla società  per altri quattro anni, nei quali avrà  diritto ancora a 40 milioni.

Fino a mercoledì la conclusione più probabile, almeno stando alla stampa newyorchese, sembrava essere quella di una risoluzione contrattuale pattuita tra
le due parti che era ipotizzabile si aggirasse intorno ai 25 milioni, cioè 19 in meno del totale che gli sarebbe spettato.

Questa opzione è stata però esplicitamente rifiutata da Glass, il quale ha dichiarato: " Non accetteremo mai una liquidazione. Non c'è mai stata una discussione su questo argomento e mai ci sarà . O i Knicks decidono di esonerare il mio assistito, o decidono di tenerlo. Anche perché Larry vuole allenare questa squadra."

Come è evidente Glass e Brown non vogliono rinunciare ad un solo dollaro in questa storia; il loro obiettivo è quello di convincere Dolan a licenziare lo stesso coach, in modo che abbia diritto all'intero stipendio dei rimanenti quattro anni. Senza buy out.

Ma è anche vero che così facendo si rimettono completamente al volere del proprietario, che potrebbe, come è verosimile, anche decidere di tenerlo fermo fino alla scadenza dell'accordo, a meno che un'altra squadra interessata all'ex campione NCAA con North Carolina si accordi con la stessa dirigenza di New York per pagare, in parte o completamente, il suo stipendio. Liberandolo.

Proprio in previsione di quest'ultima possibilità , come fa notare giustamente qualcuno, l'idea di avere a libro paga due allenatori per quasi un lustro, non piace particolarmente al proprietario, che così avrebbe scelto di dare l'incarico al suo uomo di fiducia, Isiah Thomas, il quale assumerebbe il doppio ruolo di GM-coach: con comprensibile risparmio per le tasche della società .

Altre fonti, sempre con una qual certa attendibilità , avrebbero affermato che il duo dirigenziale stia facendo di tutto per mettere Brown nella peggiore situazione possibile, inducendolo a rassegnare lui stesso le dimissioni. Ipotesi alquanto improbabile, conoscendo il tipo; è parere comune, infatti, che il nativo di Long Island sarebbe disposto a fare le valigie di sua spontanea volontà , solo nel caso avesse già  pronto un nuovo contratto plurimiliardario; cosa che al momento non ha.

In ogni caso, non appena Brown sarà  tornato in salute, i tre avranno un confronto diretto, da cui dipenderà  il futuro della squadra: come è presumibile, l'allenatore si giocherà  le sue ultime carte nella speranza, ormai quasi utopia, di convincere il suo principale a riconfermargli la fiducia anche per il prossimo anno. Altrettanto presumibilmente, sarà  anche l'occasione giusta per Thomas per uscire allo scoperto.

Altro aspetto che al front office Knicks proprio non è andata giù di Brown, è il suo turbolento rapporto con molti giocatori, uno su tutti Stephon Marbury, che durante l'annata ha avuto più di un battibecco con il suo allenatore.

All'interno delle riunioni settimanali tra coach, general manager e presidente si era affrontato più volte l'argomento, cercando di persuaderlo a mettere da parte i problemi personali, anteponendo il bene del team; per tutta risposta il giorno dopo ad uno di questi meeting, Brown, in conferenza è tornato ad attaccare la sua shooting guard, provocando sia del giocatore, sia quella di Thomas e Dolan.

Lo stesso Marbury in settimana si è espresso sull'argomento, rivelando una malcelata freddezza nei confronti di quello sembrerebbe essere diventato ormai il suo ex allenatore: "Con la stagione che abbiamo avuto quest'anno è normale per qualunque coach essere messo in discussione. A me non importa se il prossimo anno sarà  ancora lui il nostro coach. Non me ne curo""

Marbury a parte, anche il resto dei giocatori avrebbe scelto di schierarsi dalla parte del general manager; come non ha mancato di far sapere lo stesso Thomas, il quale con un comunicato avvertiva che 8 di loro, durante i colloqui di fine stagione, hanno dichiarato di non voler più giocare sotto Larry Brown. Chi fossero non è stato rivelato.

Brown è stato raggiunto dalla notizia del possibile siluramento tramite i media, mentre stava tornando dall'ospedale. Tuttavia, sempre secondo i ben informati, il tecnico aveva già  da tempo un fondato sentore di quello che sarebbe successo; pare infatti, che avesse confidato ad amici di non avere più alcun contatto con il front office da addirittura tre settimane.

La moglie Shally, che come si sa ha sempre avuto buona voce nelle scelte del marito, ha intanto fatto sapere che secondo lei ci sarebbero almeno il 50% di possibilità  che Larry resti nella Grande Mela. Ma, ha continuato, sente come un senso di già  vissuto, per la somiglianza che questa faccenda ha con quella dell'estate scorsa con i Pistons.

Tuttavia, semmai l'addio a New York, come sembra probabile, si dovesse concretizzare, certo non sarebbe un problema per l'ex head coach dei San Antonio Spurs trovare un'altra sistemazione. Per ora, tra le papabili che possono ambire ad ingaggiarlo, ci sono Charolotte, Sacramento e Golden State. Tutte squadre, che per un motivo o per un altro, hanno diritto quantomeno a provarci. Allo stato attuale delle cose i favoriti, però, sembrerebbero essere i Warriors, che possono contare sull'amicizia che lega Brown al proprietario Chris Cohan.

Come andrà  a finire lo scopriremo tra non moltissimo; per ora la situazione è in stand by, per lo meno fino all'incontro tra Brown, Thomas e Dolan che ci dovrebbe sciogliere qualche dubbio. Nel frattempo rimaniamo in attesa.

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