Ross sorprende la difesa dei Suns.
Los Angeles, CA. Ancora una vittoria per i Clippers, davanti ai quasi 20 mila dello Staples Center. Ancora una partita condotta con sicurezza ed una vittoria tanto netta quanto meritata.
Una stagione trionfale per Brand e compagni, comunque vada questa serie. Un pensiero questo che giocatori e tifosi accetteranno solo dopo l'eventuale eliminazione, perché ora che hanno dimostrato di poter vincere, non vogliono sentirne parlare di andare in vacanza.
Il traguardo storico, la prima finale di Conference ever per la franchigia più derisa della Lega, è lontana una sola W. Nel pre-partita riconoscimento per Elgin Baylor, eletto Best Executive of the Year, Una conferma che la squadra allestita all'ombra dei Lakers è davvero competitiva.
LA PARTITA
Ormai le rotazioni le conosciamo, anche se per gara 6 Dunleavy ripropone Ross come starter al posto di Maggette. Proprio il difensore perimetrale dei Clippers è la sorpresa della notte. Sulla carta il realizzatore meno pericoloso dei californiani, Nash e compagni gli lasciano spazio per prendersi tiri e per guadagnare fiducia.
Ross diventa un fattore nella partita, tanto da realizzare 16 punti a metà gara, compresa una quasi tripla sulla sirena. Ma sarebbe riduttivo dire che l'ala al secondo anno nella Lega abbia spostato gli equilibri. Dal secondo quarto in poi la contesa ha visto i Clippers prende il largo e gestire il vantaggio con fermezza e personalità .
I Suns riusciranno al massimo ad accorciare al -7 con cui si conclude la terza frazione, ma il parziale di 13-6 realizzato interamente da Maggette e Brand al rientro in campo, uccide la partita. I Clippers raggiungono il loro massimo vantaggio proprio nel quarto conclusivo, quando un tiro di Brand sigla il 105-88.
Quali le cause della sconfitta dei Suns? Molteplici. Hanno giocato 13 gare di playoffs in tre settimane e mezzo, con una rotazione di 8 giocatori che, ultimamente, è diventata di 6 e mezzo (anche ieri Jones contribuisce solo per 10 minuti).
Per il gioco dispendioso e spettacolare di cui D'Antoni è profeta, gli alti e bassi e la stanchezza sono tutt'altro che imprevedibili. Phoenix ha tirato discretamente dalla lunga distanza (41,9%), ha tirato 9 volte più degli avversari così come sono stati persi 9 possessi in meno dei Clippers.
Ma il gap a rimbalzo (48-28) è davvero notevole e se si aggiunge l'incredibile 61,5% dal campo che il boxscore associa a Los Angeles, la sconfitta della squadra dell'Arizona diventa inevitabile. Partita giocata a ritmi alti, simile per certi versi alla prima gara della serie. In quel caso Phoenix tirò meglio dal campo e soprattutto perse la sfida a rimbalzo di 5, non di 20!
I PROTAGONISTI
Brand continua la sua serie a livelli da MVP. Ieri ha registrato 30 punti (14-21 dal campo), 12 rimbalzi e 5 stoppate. Maggette parte dalla panchina ma finisce con 25 punti (7-8 dal campo e 9-9 dalla lunetta) e 8 rimbalzi.
Kaman va in doppia doppia per punti e rimbalzi (15 + 10) sbagliando un solo tiro, mentre come detto Ross a sorpresa punisce la difesa dei Suns con 18 punti (9-14 dal campo). Cassell perde 6 palloni, non si prende neppure un tiro da tre e chiude con 15 punti e 8 assists. Tra i Suns, Marion garantisce il consueto apporto di punti (34, con 4-7 da tre) e rimbalzi (9) aggiungendo anche 6 recuperi.
Si difende anche Diaw, per il francese 14 punti, 9 rimbalzi e 7 assist. Barbosa si permette di tirare ben 20 volte, ma con buone percentuali (50%) e chiude a 25 punti. Nash ha 17 punti (6-16 dal campo) e 11 assists, ma soffre in difesa. Tim Thomas e Bell i peggiori in campo: insieme fanno 16 punti, 3-15 dal campo (di cui 2-10 da tre) e la miseria di 6 rimbalzi.
QUOTIN'
Ross sottolinea l'importanza del contributo offensivo che i compagni devono a Brand:
Quando la palla arrivava ad Elton lo raddoppiavano. Noi dobbiamo essere bravi a punire queste situazioni
Nash ed i soliti problemi: a corto di energia:
Non so se è a causa di tutte le partite che abbiamo giocato (13) o se come squadra non abbiamo l'energia per essere tanto efficaci in difesa quanto lo siamo in attacco. Di sicuro dobbiamo migliorare in difesa.
Cassell vi invita tutti ad assistere a gara 7:
Una grande partita di pallacanestro, perciò se non avete la televisione via cavo, fareste meglio a procurarvela.
LA SERIE
Abbiamo visto Phoenix vincere la partita con il punteggio più basso (gara 3) così come L.A. vincere due gare realizzando in media 120 punti (gara 2 e gara 6). Abbiamo visto i Suns riuscire a vincere tirando molto male (ancora gara 3). Quali le poche costanti? Quali le certezze?
I Clippers hanno perso tre gare abbastanza equilibrate, ma in tre hanno dominato o quasi. Brand è inarrestabile, ormai ne siamo certi. Non ha sbagliato neppure una partita (cosa cui si avvicina anche Marion, il migliore dei Suns in queste sei partite). Brand è una costante, ma non una garanzia di successo.
La chiave è tutta in questo fattore: i rimbalzi. La sfida, in questo fondamentale, è sempre stata vinta da Brand e soci, ma con notevoli differenze. Nelle tre sconfitte il gap medio è stato di poco più di 4 rimbalzi, nelle tre vittorie il gap medio ha raggiunto l'inquietante quota di 23 rimbalzi!
Come pronosticai ad inizio serie, siamo arrivati a gara 7. I Clippers rispondono per la terza volta ad una vittoria dei Suns e portano la serie all'ultimo, decisivo duello. Una vittoria abbastanza netta ed ottenuta con autorità . Grandi rimpianti per le tre sconfitte ed ai punti la qualificazione se la meriterebbe Los Angeles.
Ma questo non conta niente, quel che conta è vincere e da questo punto di vista Phoenix è alla pari con i rivali. Anzi, potrà giocare l'ultimo atto della sfida, lunedì notte, davanti al proprio pubblico. La tradizione accorda ai padroni di casa un 83% di successo, ma anche questo conta davvero poco.