Quando un tiro può fare la differenza, guarda Sam.
Los Angeles, CA. In America quella di ieri la chiamano a must-win game e se non lo era per Phoenix, certo lo era per i Clippers.
E come disse prima della partita Sam Cassell, questa (L.A.) è una squadra che quando ha dovuto dare una risposta, l'ha sempre fatto. I Clippers ci sono, reggono la pressione e vincono per la gioia di tutta la Clippers-Nation cui è stata regalata la possibilità di poter ammirare i propri idoli, nella propria Arena, per almeno un'altra volta.
Già perché questa serie meno di 6 partite non può durare. Il 36enne veterano dei Clippers, dopo aver sofferto la marcatura di Marion in gara 3, si ritrova. Da vero leader, quale viene riconosciuto dai suoi stessi compagni, prende per mano la squadra e piazza, in faccia allo stesso Marion, la tripla che uccide la partita. Il solito, grande, Sam I Am.
LA PARTITA
La partita, prima ancora di iniziare, si presenta in salita per coach Dunleavy: deve rinunciare a Chris Kaman che ha patito un infortunio alla spalla in gara 3 e lo staff medico ha sconsigliato un suo utilizzo ieri sera.
Dunleavy porta in quintetto Radmanovic, con Brand spostato nel ruolo di centro e Maggette dall'inizio per Ross. Non esattamente quello che aveva pianificato. Come se non bastasse il serbo non entra subito in partita, mentre D'Antoni toglie Diaw che ha 2 falli dopo pochi minuti e gioca con un quintetto sempre più piccolo.
Dunleavy pensa allora di buttare nella mischia, al posto dell'ala serba, niente meno che Shaun Livingston. Due quintetti piccoli in campo, gioco veloce, tanti tiri, tanti canestri. Il ritmo è quello che piace ai Suns, ma sono i Clippers a sembrare unstoppables.
Tirano ancora attorno al 60% dal campo (nel primo quarto, finiranno con il 48,8%), caricano di falli gli avversari e dalla lunetta sono una sentenza.
Due aspetti vanno inoltre sottolineati.
Il primo: i Clippers fin dalle prime battute dimostrano di essere tornati i grandi dominatori delle palle che non entrano nel cesto.
Il secondo: con Livingston, Maggette e Cassell contemporaneamente in campo, Nash è costretto a mancare un avversario pericoloso offensivamente ed a sprecare molte energie. In questo senso si spiega la rinuncia a Ross quale starter, giocatore che calcherà il campo solo per 16 minuti in gara 4. Come dire, la miglior difesa è l'attacco!
Operazione apparentemente riuscita, se guardiamo ai numeri ed alla prestazione dell'MVP. La difesa dei Clippers, con Kaman indisponibile e Ross poco utilizzato ha concesso qualcosa ai Suns (d'accordo sono i Phoenix Suns, ma 107 punti non sono pochi). Ma superando l'avversario 55 a 37 a rimbalzo e 18 a 13 nei punti racimolati da secondi tiri, vincere diventa molto più di una possibilità .
Senza dimenticare la cattiva giornata dei 3-points shooters di D'Antoni: 10-36 dalla lunga distanza.
61-51 è il punteggio in favore di L.A. all'intervallo. I Suns provano a riavvicinarsi, ma quando Cassell mette la tripla del +13 (106-93) a 6 minuti dal termine, sembra che il 2-2 nella serie sia scritto.
Invece i 5 minuti successivi sono il caos e la paura di vincere blocca i Clippers. Nessun punto per cinque giri di lancette, mentre Marion e Barbosa ricuciscono lentamente lo strappo: 106-105 ad un minuto dal termine. A svegliare tutti dall'incubo ci pensa Brand che su assist di Cassell firma il +3.
Dopo un tiro sbagliato di Marion è Brand a servire il due volte campione NBA che si prende un tiro dalla lunghissima e fa esplodere lo Staples Center: +6 a 27 secondi dalla fine.
Poi molti sbagli e qualche tiro libero concludono la partita.
I PROTAGONISTI
Brand continua la sua incredibile serie contro Phoenix: ieri 30 punti, 13-24 dal campo, 9 rimbalzi (5 offensivi) e 8 assists. Questa volta anche Cassell si avvicina alla tripla doppia: 28 punti, 3-5 da tre, 11 rimbalzi e 9 assists. Alla prima occasione per chiudere una gara, il clutch-shooter dei Clippers non ha fallito.
Meritevoli di essere ricordate anche le prove di Mobley, 10 punti ed 8 rimbalzi, e Maggette. Per lo swingman di L.A. 18 punti, 8-8 nei liberi e la bellezza di 15 rimbalzi (tutti) difensivi. Infine Livingston: 11 punti, 2 stoppate (su Nash), 4 assists e 4 rimbalzi offensivi.
Phoenix ha prove positive da Bell (33 punti) e Diaw (21 punti, 8 assists e 7 rimbalzi). Marion va in doppia doppia (14 punti e 10 rimbalzi) ma con 0-4 da tre. Peggio Tim Thomas (13 punti, 2-10 da tre) che raccoglie la miseria di 6 rimbalzi. Nash come già anticipato, sotto tono: 8 punti (3-11 dal campo) e 11 assists. Alcuni, tuttavia, davvero sublimi.
QUOTIN'
Cassell svela il retroscena del tiro-partita:
Era un gioco per Elton Brand, ma Tim Thomas aveva fatto un ottimo lavoro spingendolo fuori. Ho pensato che mancavano pochi secondi alla fine (dei 24) e ci ho provato.
Brand e l'altro punto di vista sul tiro di Cassell:
È stato deludente dover ricorrere ad un tiro del genere, dopo essere stati sopra di 13 punti a 5 minuti dalla fine. (In realtà erano 6 minuti)
Nash sulla doppia trasferta a Los Angeles:
La differenza tra queste due partite a Los Angeles è che nella prima, pur giocando non molto bene offensivamente, non abbiamo regalato nulla agli avversari. Nella seconda siamo stati passivi per metà partita, come se non fosse una partita da vincere a tutti i costi. Poi nel secondo tempo abbiamo giocato con più intensità , ma non puoi regalare metà partita ed aspettarti poi di vincere, specie fuori casa.
Ancora Cassell e il fattore rimbalzi:
(commenta il box-score mentre lo legge) Loro sono una squadra che in pochi secondi riesce ad andare al tiro, ma noi siamo stati bravi a rimbalzo. Maggette mi pare ne abbia presi 15, io … 11. WOW!… Siamo più bravi dei nostri lunghi. Brand ne ha presi solo 8.
LA SERIE
Si torna in parità : 2-2. Come dice Dunleavy, ora inizia una serie al meglio delle tre partite ed i Clippers devono vincerne una a Phoenix per superare il turno. Ci proveranno già martedì sera.
Con Maggette e Livingston a lungo in campo, Nash ha faticato in difesa. Maggette sostiene che il suo ingresso in quintetto costringerà Phoenix a cambiare starting five. Aspettiamo un paio di giorni e vedremo cosa hanno in serbo per gara 5 Dunleavy e D'Antoni.