Devin Harris è finora la mossa decisiva di Avery Johnson.
La serie tra Spurs e Mavs è facilmente individuabile come la più bella ed intrigante di questa edizione dei playoffs Nba, e lo svolgimento di gara 3 è stata ulteriore conferma delle emozioni ad alto voltaggio che queste due squadre ci daranno da qui al suo termine.
La gara è stata ricchissima di contenuti tecnico/tattici ed emotivi, con gli Spurs chiamati a reagire ala scoppola rimediata in casa nella partita precedente e con Dallas a crederci davvero; il risultato è stato un primo tempo tutto a favore dei padroni di casa, un quarto periodo tinto di nero argento, e tanti balzi dalla sedia nel finale.
Le caratteristiche che avevano reso vincenti i Mavs in gara 2 sono state interamente mantenute da Avery Johnson ed il primo tempo ne è stata un'eloquente dimostrazione: giocata ancora la carta Devin Harris in quintetto e con un Jason Terry più partecipe nell'attaccare il canestro, presto Dallas si è ritrovata avanti anche in doppia cifra grazie a continue soluzioni in transizione, all'ennesima imposizione dei propri ritmi di gioco, ed a una particolare attenzione difensiva che almeno inizialmente ha messo fuori gioco Tony Parker e Manu Ginobili, comunque divenuti efficaci quando più contava.
Popovic ha risposto con un quintetto da small ball, con Brent Barry titolare al posto di Ginobili e con l'ennesimo posizionamento di Robert Horry da centro che lo ha accoppiato spesso con Nowitzki lasciando Josh Howard alle cure di Bruce Bowen.
La chiave che ha consentito a Dallas di trovarsi avanti nella prima frazione è stata la stessa di gara 2: i ragazzi di Johnson hanno letteralmente azzannato il canestro sfruttando i vantaggi in termini di velocità del proprio backcourt, trovando l'immediato contributo del decisivo Devin Harris, che dopo i 20 di gara 2 ha concluso la partita con 24 punti ed è stato tra i responsabili dei 42 punti in area segnati dai Mavs.
Il secondo anno da Wisconsin si è mangiato più volte Barry in entrata, trovando ben tre canestri più fallo nei primi 24 minuti e la precisione dalla linea dei liberi (10/11) ne ha fatto un'autentica sicurezza anche in momenti delicati.
Della bravura dalla linea ne ha approfittato anche Dirk Nowitzki: il tedesco ancora una volta ha segnato molto senza tirare troppo, e grazie alla maggiore aggressività ha ottenuto il massimo in carriera di liberi segnati e tentati in carriera rispettivamente con 21 e 24, e trovando quindi modo di segnare 27 punti (oltre a 15 rimbalzi) con solamente 3/9 dal campo.
La reazione decisiva degli Spurs, tenuti a galla ancora da un straordinario Tim Duncan, è cominciata negli ultimi minuti del primo tempo ed è proseguita per tutto il terzo quarto ed ha permesso loro di restare a 6-7 punti di distacco dopo il -13 a cui erano arrivati in precedenza.
Gli ospiti hanno cominciato a rallentare impercettibilmente il ritmo della gara costringendo i Mavericks a giocarsela sulla metà campo, ed hanno creato un numero interessante di turnovers (14 alla fine), decisivi per il rientro nel punteggio: dal lato offensivo, l'insistenza nel giocare in post per Duncan è stata cosa necessaria dato che non sembrava vi fosse traccia della famosa fascite plantare, quindi la maggior intraprendenza di Tony Parker, 15 punti con 6/16, ha consentito agli Spurs di attaccare gli avversari con la loro stessa arma, l'aggressività verso il ferro.
Nel quarto periodo la vite difensiva degli Spurs è girata ulteriormente e, limitando di molto le escursioni ai liberi dei padroni di casa e continuando a disturbare le linee di passaggio, la squadra di Popovic ha trovato un inaspettato vantaggio a 6 minuti dal termine, un vantaggio che prima aveva avuto solamente sul 5-4.
Tim Duncan ha continuato a martellare in post scrivendo la sua miglior gara numerica dei playoffs con 35 e 12, nello stesso momento Manu Ginobili è salito in cattedra segnando nell'ultima frazione 10 dei suoi 24 punti (6 negli ultimi 2 minuti) facendo letteralmente impazzire Josh Howard dal lato difensivo, andando dentro indifferentemente a destra ed a sinistra e chiudendo l'entrata o con il canestro o con il fallo fischiato a favore.
Con una gara così in equilibrio, la decisione poteva arrivare solo da episodi, e così è stato.
Gli episodi decisivi ala fine sono stati tre ed hanno coinvolto Erick Dampier, autore di un fondamentale tap-in a 3:42 dal termine per la parità a 93; quindi un'entrata di Nowitzki che ha provocato il sesto fallo di Duncan (che nel dopo gara ha recriminato parecchio) e dove il tedesco si è storto la caviglia destra; infine il decisivo turnover di Ginobili che si è fatto scivolare sul ginocchio il possibile possesso della vittoria, poi ottenuta grazie all'ennesimo 2/2 dalla lunetta dello stesso Nowitzki.
Il tempo per riposare sarà minore ora, gara 4 è già alle porte: lunedì notte la serie riprende, si continua a giocare a Dallas con i Mavericks avanti per 2-1.
Che lo spettacolo continui.