Dwyane Wade numero 3 degli Heat schianta i Nets. Showtime!
Due partite più diverse non le si poteva neanche immaginare. La prima dominata dai Nets, la seconda da Miami, e allora una serie che doveva essere equilibrata in realtà lo è solo perché le squadre sono sul 1-1, non perché le partite siano state tirate. Le due squadre, in questa serie, hanno giocato in pratica una partita a testa e di conseguenza a noi non resta che aspettare che si decidano a giocare tutte e due insieme, anche per aumentare lo spettacolo e l'interesse di chi, come noi, guarda la serie da fuori.
Gli Heat quindi ricuciono la situazione, danno una risposta importante alle critiche che giustamente erano piovute addosso alla squadra dopo gara 1 e sconfiggono i Nets (11-89) in una partita che è sempre stata nelle loro mani grazie a quello che lo stesso Riley ha definito il miglior quarto della stagione.
Della gara c'è poco da raccontare, nel senso che Miami ha preso immediatamente il controllo della situazione, mentre invece i Nets sembravano essere la brutta copia della squadra che due giorni prima aveva espugnato l'American Airlines Arena. Miami voleva dare una prova di forza ed ha iniziato la gara alla grande, tanto che dopo circa sei minuti di partita era già avanti di venti punti. A fine gara Jefferson ha detto che: "Sapevamo che non avrebbero giocato come in gara 1, ma non potevamo immaginare che i ruoli si sarebbero completamente invertiti", anche se i Nets potevano prevedere una reazione forte da parte degli avversari, che si giocavano la possibilità di continuare a loro corsa nei playoffs e dovevano dare una risposta forte anche al loro pubblico.
New Jersey non ha più saputo o potuto reagire, e si è ritrovata presto condannata alla sconfitta, incapace di controllare in alcun modo un Dwayne Wade decisivo e autore di 17 dei suoi 31 punti finali nel primo quarto; in particolare il numero tre ha messo a segno tre triple nei primi cinque giri di lancette (ne aveva segnate solo 13 in tutta la stagione) che hanno immediatamente fatto capire agli avversari che la musica era cambiata. In pratica la partita era archiviata dopo dodici minuti, da quel momento in poi i Nets non si sono più ritornati in gara, arrivando al massimo a quindici punti di distanza.
La progressione dei parziali nella prima frazione è la spiegazione più evidente per la superiorità di Miami in questa partita: subito per iniziare 7-0, poi 16-4 e infine 25-4 con un tiro in sospensione di Haslem con ancora sei minuti ed undici secondi da giocare nel periodo.
Il primo quarto della gara si è poi chiuso sul 41-19, con i Nets che sembravano completamente incapaci di fare canestro, in difficoltà contro l'aggressività difensiva degli avversari, che hanno tenuto i Nets a cinque canestri dal campo e li hanno forzati a perdere sei palloni. Miami, invece, in attacco sembrava non poter sbagliare mai, il 70% dal campo nei primi dodici minuti parla veramente da solo, ed ha lasciato poco scampo agli avversari. Jason Williams, però, è soddisfatto in particolare della difesa della sua squadra: "Non abbiamo dato loro spazio come abbiamo fatto nella gara precedente, e poi una difesa aggressiva porta canestri facili. Se iniziamo così in difesa, non abbiamo problemi in attacco, perché abbiamo un sacco di gente che può segnare"
La situazione si è capovolta da ogni punto di vista, a cominciare dalla precisione al tiro da tre punti che è risultata decisiva: se nel primo match della serie gli Heat hanno segnato quattro dei ventidue tiri tentati, nella seconda partita hanno tirato con più del 50% (11/20 da tre) obbligando gli avversari ad onorare il loro tiro da tre punti e ad allargare la difesa, non limitandosi a difendere e proteggere l'area.
Ma Miami non ha commesso errori in generale, perdendo solo dodici palloni, vincendo la battaglia sotto i tabelloni e limitando i Nets, che erano sembrati superiori nella prima partita della serie, a tirare solo con il 40% dal campo.
Nelle fila della squadra della Florida, oltre al già citato Wade, hanno giocato bene in tanti, con cinque uomini che sono andati in doppi cifra, più precisamente O'Neal (21 punti e 6 rimbalzi), Haslem (11 e 10), Williams (14) e Payton (11), ed in generale una squadra che è sembrata completamente ritrovata rispetto a quella spenta, senza equilibrio e senza idee che era andata in campo lunedì sera.
Sulla precisione da oltre l'arco di Wade si è espresso a fine gara anche Pat Riley: "E' la stessa cosa che è successa anche a Vince (Carter) e a Michael (Jordan) che, agli esordi, erano soprattutto giocatori atletici e penetratori. Dwayne sta migliorando al tiro, ma ancora esita un po'. Verrà il momento in cui tirerà più spesso da tre e a quel punto aggiungerà un'arma importante al suo gioco. Stasera è stato veramente grande".
Il coach degli Heat aveva anche parlato con Shaq dopo una gara 1 difficile: "Gli avevo chiesto di fare dei miglioramenti, di giocare osservando quello che facevano loro difensivamente. Di essere più furbo e di non cadere in problemi di falli Questa sera ha fatto quello che gli avevo chiesto".
Della prova dei Nets, invece, c'è poco da dire, in pratica la squadra di Lawrence Frank non è mai entrata in partita, di fatto cedendo senza reazione già nel primo quarto e reagendo un poco nel terzo periodo, ma senza mai impensierire veramente gli avversari. L'unica speranza per staff tecnico e giocatori è che New Jersey ieri sera sia stata troppo brutta per essere vera e che di conseguenza non si può far altro che migliorare, pensando magari ad un piccolo calo di tensione dopo la vittoria di gara 1. Infatti, dopo la prima gara della serie, i Nets avevano di fatto conseguito l'obiettivo del loro primo viaggio in Florida, quello di portare via almeno un partita per conquistare il fattore campo e ritornare a casa con la possibilità di ipotecare la serie. Questo però non giustifica completamente la non-competitiva di ieri sera.
Carter cerca di spiegare la situazione: "Eravamo lì, con addosso le uniformi e abbiamo lasciato andare la partita. E' quello che abbiamo mostrato. Non puoi permettertelo se vuoi considerarti una buona squadra, per essere una grande squadra devi giocare ogni partita e noi oggi non l'abbiamo fatto.".
Alla fine c'è poco da salvare per New Jersey e forse, per assurdo, il solo Jefferson ha meritato la suffucuenza; nonostante l'infortunio subito due giorni fa e visto anche un recupero molto rapido dall'infortunio alla caviglia è stato in campo ben trentasei minuti, più di qualsiasi altro giocatore dei Nets. Anche se la caviglia non era proprio a posto: "Mi sentivo bene, ho fatto un tentativo, ma non ho attaccato il canestro e non ho tirato neanche un tiro libero, probabilmente per la prima volta nella mia carriera. Non ho giocato come faccio di solito"
A questo punto una serie del genere si fa difficile da commentare, è veramente complesso riuscire a capire quale sia il livello delle due squadre; non possiamo fare altro che aspettare gara 3, sperando che finalmente si decidano a giocare tutte e due, contemporaneamente, al meglio delle loro possibilità .