Jefferson in evoluzione aerea. Il suo infortunio rischia di essere l ago della bilancia di gara 2
Prima partita e prima sorpresa. O almeno sorpresa relativa, visto che io stessa (per quel che vale") in sede di pronostico avevo dato i Nets leggermente favoriti. Ma di sicuro la vittoria di ieri sera di New Jersey (100-88 il risultato finale) alla American Airlines Arena non era in cima ai pronostici, soprattutto nel momento in cui i Nets si sono ritrovati a dover fare a meno di Richard Jefferson, che si è distorto una caviglia.
Ma procediamo con un po' di ordine nel racconto di questa partita che ha visto i Nets prevalere sugli avversari, dando una prova convincente e stando avanti per tutta la durata della partita, segno di sicura maturità .
Sin dalle prime curve la gara ha preso decimante la strada del New Jersey, con gli ospiti che hanno sfruttato al meglio le loro caratteristiche uscendo molto carichi e concentrati dagli spogliatoi, difendendo forte e costringendo gli avversari a prendere palloni che poi si trasformavano in contropiedi. Il parziale iniziale di New Jersey è un 12-0 che ha messo immediatamente una decina di punti di distanza tra le due squadre, alzando immediatamente il tono della contesa. Miami in pratica non è poi più riuscita a recuperare i punti persi all'inizio, con i Nets che hanno controllato con autorità .
La chiave dunque è stata la partenza dei Nets: "Sentivamo che se fossimo partiti bene avremmo avuto una possibilità " ha detto Kidd alla fine "credo che Jefferson abbia stabilito il ritmo della gara e poi la nostra difesa e la nostra esecuzione ci hanno messo nella condizione di vincere stasera".
Infatti, la squadra di Lawrence Frank, dopo aver segnato diciannove dei primi venticinque tiri tentati, ha preso il volo, ed alla pausa di metà partita aveva già messo a segno sessantaquattro (!) punti, mentre invece gli avversari erano fermi a quota quarantasei. E' chiaro che a questo punto la situazione fosse ormai completamente nelle mani di New Jersey che, nei successivi due quarti, si è sempre mantenuta avanti con un distacco in doppia cifra abbondante, con gli Heat incapaci di trovare delle soluzioni per capovolgere la partita.
Vista con gli occhi di Miami questa sconfitta è decisamente brutta, non tanto per aver perso la prima gara della serie e il vantaggio del fattore campo, ma soprattutto per il modo in cui si è verificata, con gli Heat che sembravano essersi arresi alla superiorità (nella gara) degli avversari, senza trovare una rimonta credibile.
I problemi iniziano tutti dalla difesa, dove Miami non è mai riuscita a mettere in pratica il piano partita organizzato alla vigilia, faticando tantissimo soprattutto sul perimetro contro gli esterni dei Nets, che hanno fatto il bello e il cattivo tempo in particolare nel primo tempo di gioco. Sì perché 64 punti subiti in ventiquattro minuti di partita sono veramente troppi per pensare di vincere una gara di playoffs, con Jefferson e Kidd che nei primi due quarti hanno segnato diciassette punti a testa.
Il lavoro di Miami in vista di gara 2 deve iniziare proprio da qui, dalla difesa di squadra sul perimetro, per poi migliorare anche in attacco, dove le troppe palle perse, nove nel solo primo quarto, hanno rappresentato un handicap grave per i padroni di casa.
La disamina di Riley é molto chiara: "Era la prima cosa di cui abbiamo parlato nella riunione tecnica. Non ci sono se o ma, abbiamo perso dei palloni e quando Kidd mette le triple in transizione è veramente un disastro. Non puoi permettere loro di trasformare le palle perse in punti. La chiave, stasera, è stato il gioco di Jason, non l'ho mai visto così bene".
Anche l'attacco di Miami non ha certo sfavillato, con O'Neal limitato dai problemi di falli e Wade che ha sì segnato 25 punti, ma non è stato tanto efficace quanto in altre occasioni. Miami, infatti, ha tirato dal campo con il 39% (e solo 4/22 da tre punti), mentre invece ha concesso agli avversari un 49% sorprendente, una percentuale veramente alta soprattutto se si considera che si giocava a Miami.
Anche il pubblico della Florida non ha decisamente apprezzato lo spettacolo dato dalla sua squadra, iniziando a fischiare gli uomini di Pat Riley già nel terzo quarto, quando ha capito che la gara, nonostante ci fosse tutto il tempo per recuperare, era ormai al di fuori della portata degli Heat che, nella partita, sono stati anche sotto di ventotto punti e non sono mai stati davanti agli avversari.
Uno dei motivi della sconfitta e della cattiva serata di Miami può essere sicuramente la prova altalenante di O'Neal, limitato dai problemi di falli e molto irritato dal trattamento ricevuto, per di più a casa sua, da parte degli arbitri, tanto irritato da non parlare alla stampa al termine della gara. Shaq si è visto fischiati in apertura di primo quarto due falli in attacco, ed altre due penalità all'inizio del terzo; questa situazione ha costretto Riley ha tenerlo a lungo in panchina e non gli ha permesso di trovare mai veramente il ritmo partita. Alla fine O'Neal ha segnato venti punti, la maggioranza nel quarto periodo, e catturato dieci rimbalzi, ma non é stato un fattore.
Oltre alla copia Wade-O'Neal, sono andati in doppia cifra anche Jason Williams (12 punti) e Udonis Haslem (10 alla fine), ma Miami ha prodotto troppo poco per portare a casa la vittoria.
I Nets invece hanno iniziato come meglio non potevano la serie, partendo fortissimo anche, se non soprattutto, grazie ad una difesa che è riuscita ad imbrigliare l'attacco avversario, soprattutto il temutissimo Dwayne Wade. Soddisfatto Vince Carter della prova dei suoi: "Volevamo iniziare bene e mostrare a tutti che siamo una buona squadra. Abbiamo un grande rispetto per Miami, sappiamo che sono una delle migliori squadre ad est, ma volevamo iniziare forte e competere come una delle migliori squadre della lega.".
Ma la notizia migliore per New Jersey è sicuramente quella di aver ritrovato un Jason Kidd decisivo non solo nel trovare i compagni di squadra ma anche nel mettersi in proprio, 22 punti alla fine con i soliti 9 rimbalzi e 7 assist, una partita con la quale si è riscattato da una serie, come quella contro Indiana, nella quale ha tirato male (29%) e non è stato efficace in attacco come sua abitudine.
Un ritrovato Kidd ha permesso ai Nets di sbancare l'American Airlines Arena, anche con l'aiuto di un Vince Carter sempre più concreto (27 punti con 15/19 dalla lunetta) che in questa stagione sembra accendersi appena vede i colori degli Heat, visto che nelle quattro gare disputate in regular season ha segnato 38.5 punti di media partita, portando i Nets a vincere ben tre dei quattro scontri.
Unica nota negativa della gara per New Jersey è stato il già citato l'infortunio a Jefferson che, dopo pochi minuti dall'inizio del terzo quarto, si è distorto una caviglia ed ora è in dubbio per gara 2; la radiografia ha dato esito negativo, la caviglia non sembrava essere particolarmente gonfia a fine gara, ma la situazione è ancora da valutare giorno per giorno. Un peccato l'infortunio perché l'ex Arizona stava giocando un playoff e una prima partita vermanete notevoli.
Jefferson sembra fiducioso sulle sue possibilità di recupero: "Se c'è una sola possibilità di giocare lo farò. E' una caviglia distorta, ne sapremo di più domani, non so dirvi in che stato sarò fra due giorni, ma posso dirvi che posso convivere con un po' di dolore."
Vedremo dunque se Jefferson sarà in campo mercoledì sera per gara 2, che già si annuncia decisiva per Miami.