Con un O'Neal così è davvero difficile passare con gli Heat. Chiedere a Chicago…
Alla fine gli Heat ce l'hanno fatta a passare il turno, obiettivo davvero minimo per una squadra che ha come obiettivo dichiarato la vittoria dell'anello a dispetto di una squadra che probabilmente non lo vale.
Gara 5 è stata l'esibizione più convincente fin qui di Miami, e il perentorio punteggio non lascia spazio a recrminazioni.
Heat sempre avanti, e sempre in controllo della situazione; Bulls mai in partita.
Questo sarebbe dovuto essere il leit motiv della serie, così non è stato e inevitabilmente la franchigia della Florida esce abbastanza ridimensionata da questa serie, e ora la serie che si prospetta con New Jersey fa più paura di quanta ne facesse.
Chicago ha lottato come suo solito, ma oggettivamente ancora non sono al livello dei pur in difficoltà Heat. Magari l'anno prossimo, con lottery pick (sinceri ringraziamenti vanno a Isiah Thomas) in posizione di 5 o 4 potrebbero far fare il salto di qualità finale a questa banda di ragazzini terribili con un gran buco in mezzo all'area.
Non è un caso che una prestazione di Shaq finalmente degna del suo nome abbia regalato una facile vittoria agli Heat, che hanno costruito l'incolmabile fosso con una bruciante partenza e un ottimo primo quarto offensivo: 29 i punti segnati dalla banda di Riley nel solo primo quarto contro i 19 dei tori, che sbagliano 11 delle prime 12 conclusioni.
Successivamente gli Heat hanno controllato in scioltezza la partita, subendo solo una fiammata firmata dal solito Nocioni, che sul 64-48 all'inizio del terzo quarto guida un parziale da 7-0, ma un libero di O'Neal e una schiaccaita dello stesso Shaq su errore di Wade rintuzzavano il timido tentativo di rimonta Bulls.
Bulls che ci riprovavano ancora nell'ultimo periodo, a 5 minuti dalla fine della partita con una tripla di Gordon che li avvicinava sul 97-88, ma una giocata da 3 punti di Haslem, un jumper sempre di Haslem e una rubata più schiacciata di Posey mettevano la parola fine. O'Neal infine con una schiacciata mette il punto esclamativo e scrive la parola fine sulla serie, fissando il risultato sul 106-88 a 3 minuti dal termine.
La partita terminerà sul 113-96, e gli Heat finalmente riescono a infrangere il tabù dello United Center, mai violato nelle precedenti 9 occasioni in cui sono venuti alla Windy City in occasioni di partite di Playoff.
Detta della prova da dominatore da 34+20 di O'Neal, che assomiglia tanto al classico gettone calato sul tavolo (e bisogna vedere quanto gliene sono rimasti) e dei 23 di Wade senza forzare più di tanto (solo 12 tiri presi), ancora una volta buonissima prova di Posey, che scrive a referto anche 18 punti, mentre buone cose ha fatto Haslem, 17+14.
Nei Bulls ancora una volta non ha funzionato il tiro da fuori, solo 10-30 e a fronte del 49% con cui hanno tirato gli Heat, tirando con il 41% dal campo vincere diventa francamente difficile.
Nonostante ciascun membro dei tre dell'Ave Maria Nocioni-Hinrich-Gordon sia andato sopra i 20, quel che è mancato è stato il gioco in post dei lunghi e un Deng abbastanza avulso dai meccanismi di questa squadra. Dati sui quali riflettere per pianificare la prossima stagione in casa Bulls.
Da segnalare l'alterco tra Skiles e Walker, risolto poi in un chiarimento immediato a fine partita.