Il trascinatore dei Nets
E ora New Jersey ha il match ball per portare a casa la serie e passare il turno. I Nets hanno difeso il loro fattore campo, sconfiggendo i Pacers (92-86) e mettendo una buona ipoteca sul passaggio del turno, visto e considerato che, oltre alla possibilità di chiudere il conto già giovedì notte, hanno ancora l'eventuale gara sette, da giocarsi di nuovo in casa loro.
Può sembrare un po' banale e ripetitivo, ma le chiavi di questa partita come di tutta la serie sono le stesse, come sono gli stessi i protagonisti che animano questa sfida. Per questo ancora una volta l' Mvp della partita è stato Vince Carter (62 punti negli ultimi due match giocati), ormai uomo faro di New Jersey, capace di prendersi in mano la squadra nelle ultime due partite, tirandola fuori a forza da una situazione nella serie che poteva diventare spinosa, con i Pacers avanti 2-1 e una partita in casa loro.
Anche ieri notte Vincredible ha fatto una partita delle sue, mettendo a segno un altro trentello, precisamente 34 punti, ma soprattutto catturando ben 15 rimbalzi, una cifra impressionante se si pensa che comunque Carter rimane un giocatore del back court, e smazzando anche sette assist. Carter, ormai vicino ai trent'anni (li compirà il prossimo 27 gennaio) sta definitivamente portando a termine la sua trasformazione da giocatore bello ma non sempre utile a giocatore che unisce in sé spettacolarità ed efficacia.
Ma in generale i Nets hanno giocato tutti bene, sfruttando quelle che sono le loro caratteristiche principali e riuscendo a fare, come si poteva prevedere, molto più contropiede sul loro campo rispetto a quello che possono fare in trasferta.
I Pacers, infatti, ancora spuntati per l'assenza di Stojakovic, a referto solo per onor di firma ma mai sceso in campo, non sono riusciti a bloccare la transizione dei Nets (25-13 i punti in contropiede), subendo la velocità e l'atletismo di una squadra perfettamente innescata da Jason Kidd che, al suo ritmo ideale, ha dato via ben 15 assist, record franchigia nei playoffs.
Carter è stato anche protagonista della giocata che ha chiuso la partita, dando alla sua squadra cinque punti di vantaggio (91-86) con soli ventinove secondi da giocare; il numero quindici, infatti, ha messo a segno due punti nel modo che più lo ha reso famoso, in penetrazione, sorpassando prima il rookie Danny Granger poi volando sulla testa di Jermaine O'Neal e chiudendo con una schiacciata, che è valsa la vittoria per i suoi. Nei secondi rimanenti, infatti, Indiana non è riuscita a combinare niente per cercare almeno di ridurre le distanze, sbagliando tre tiri consecutivi con Jones, Johnson e O'Neal che li hanno condannati alla sconfitta.
Carter, che sta respingendo a forza di canestri la fama di giocatore incapace di essere decisivo nel crunch time, a fine gara ha raccolto gli entusiastici complimenti dei compagni di squadra, ormai completamente conquistati dall'ex Tar Heels, a partire da Richard Jefferson "Non è tanto il tipo di tiro che ha messo, ma la sua importanza. Vince ha messo alcuni dei tiri più pazzi della storia di questo sport. Ma la cosa di cui sono più fiero è l'importanza di questo tiro, per lui e la nostra squadra." per continuare con Jason Kidd: "Quando è andato verso canestro ed ha evitato il contatto come solo lui può fare, girando il corpo e portandoci sopra di cinque. Questo spiega a che livello sia ora".
C'è da dire però che i Pacers non hanno perso la loro gara solo in quei ventinove secondi, ma anzi non hanno giocato particolarmente bene nel corso della partita, non riuscendo a mantenere gli avversari lontani dall'area e concedendo loro il contropiede nei momenti più importanti. Indiana è riuscita a ridurre il numero di palle perse che l'aveva condizionata pesantemente in gara 4, ma poi non è riuscita a costruire abbastanza in attacco e soprattutto non è riuscita in alcun modo a sfruttare le difficoltà nel tiro da tre punti degli avversari, che hanno segnato solo con il 25% (non che i Pacers abbiano fatto meglio, 28% per loro).
Indiana ha anche cercato di sfruttare questi errori degli avversari da oltre l'arco scegliendo di utilizzare una difesa a zona di certo non abituale per loro, come confermato anche da Carlisle: "Probabilmente abbiamo fatto una trentina di possessi a zona, che è più di quanti non ne abbiamo fatti in tutto l'anno. E' stata un aiuto per rimanere in gara, nel momento in cui i problemi di falli stavano diventando un fattore troppo presto. Con la zona è anche in parte una questione di fortuna, devi sperare che loro sbaglino qualche tiro".
Come detto in precedenza, Indiana ha fatto poco per portare a casa la vittoria, visto che i Nets hanno guidato per quasi tutta la partita e, a parte un classico (nella serie) momento di difficoltà all'inizio del quarto periodo, New Jersey è sempre stata in controllo della partita. In ogni caso, a due minuti dall'inzio dell'ultimo quarto, il match sembrava essersi finalmente riaperto nel momento in cui i Pacers, con un break di 7-0, sono riusciti a portarsi in parità a quota settantadue. A questo punto i Nets, forti di un attacco efficace come pochi, che ha realizzato trentasei canestri dei quali ben trentadue assistiti, hanno riconquistato qualche punto di vantaggio che si è poi rivelato decisivo nel finale della gara.
Ma a rendere tanto efficace l'attacco guidato da Jason Kidd, oltre alla punta principale Carter, ci hanno pensato anche Jefferson ( 24 punti) e Krstic (19 e 11 rimbalzi), a completare il quartetto delle meraviglie che sta portando i Nets molto vicini al superamento del turno.
I Pacers però hanno anche delle attenuanti evidenti per la loro prestazione non proprio perfetta, a cominciare dalle condizioni fisiche di Jermaine O'Neal, che ha giocato con l'influenza e di conseguenza non ha potuto dare il suo solito contributo. JO, infatti, ha sì realizzato 19 punti, ma per farlo ha avuto bisogno di diciotto tiri (otto realizzati), perdendo di lucidità a causa della stanchezza, come dimostrano anche i tiri liberi sbagliati nel quarto periodo.
Se ai problemi di O'Neal aggiungiamo la già citata assenza di Stojakovic, alla quale va aggiunta quella di Foster, bloccato da problemi alla schiena, e a quella ormai cronica di Jamaal Tinsley, è facile giustificare la sconfitta dei Pacers, ritrovatisi in difficoltà di organico proprio nel momento più difficile della stagione. Indiana è comunque da lodare, perché sta reagendo alla grande a questa situazione di emergenza, ed anche ieri notte non ha mai mollato, continuando a lottare per tutti i quarantotto minuti e ritrovandosi con la partita in equilibrio fino gli ultimi sessanta secondi di gara, dove poi sono stati sconfitti dalla giocata di Carter.
A cercare di tenere in piedi l'attacco di Indiana ci hanno pensato i soliti Anthony Johnon e Fred Jones (14 punti a testa), che stanno entrambi giocando un'ottima serie, dove si sono proposti e affermati come solidi sostegni ad O'Neal, insieme a Stephen Jackson e al ritrovato Austin Croshere (13 e 11 punti per loro), che può essere un giocatore importante per questa squadra.
A fine gara nell'ambiente dei Pacers erano sì abbattuti per la sconfitta ma convinti di avere ancora la possibilità di portare a casa la serie, come dice anche Jermaine O'Neal: "A questo punto per noi è vincere o andare a casa. Sentiamo di poter vincere a casa nostra e farla diventare una serie ad una sola partita. E' quello in cui ci dobbiamo concentrare ora".
Giovedì notte si gioca gara 6, e ora la pressione è tutta sui Pacers, che devono portare a casa la vittoria per arrivare ad allungare la serie. Non ci resta che aspettare.