Uno dei motivi della vittoria degli Spurs è stata la rinascita di Manu Ginobili.
Per il ritorno a casa i San Antonio Spurs avevano diversi compiti da svolgere in vista di gara 5, uno di questi era ritrovare la ferrea mentalità vincente che li ha accompagnati nelle cavalcate ai titoli senza farsi spaventare dalla rimonta dei Sacramento Kings, capaci di sorprendere per due volte consecutive i campioni del mondo uscenti.
Ebbene questa mentalità è uscita nuovamente all'Sbc Center, dove i nero argento hanno ospitato e battuto il team di Rick Adelman grazie ad un vero e proprio team effort, come si suol dire negli Usa, dove 4/5 dello starting five ha raggiunto la doppia cifra in marcature e quando tre di questi quattro giocatori si chiamano Duncan, Parker e Ginobili, tutti oltre i 20 punti, il risultato spesso è già scontato.
Dopo essere stato molto limitato da Ron Artest in gara 3 e 4, l'argentino si è rifatto con 9/14 dal campo, 8/8 ai liberi per un totale di 27 punti accompagnati da 9 rimbalzi e 4 assists: fondamentale come sempre per la postseason degli Spurs, Manu ha dimenticato in fretta le due partite precedenti, che aveva concluso con 11 punti totali con percentuali al tiro neanche vicine a quelle abituali ed una serie non proprio positiva di turnovers compreso quello decisivo di gara 3, ed è entrato in campo molto determinato, caricato a dovere e cancellando gli errori del recente passato, come egli stesso racconta: "Questa sera ho giocato in maniera molto più aggressiva che non a Sacramento, credo di avere aiutato molto la squadra a raggiungere la vittoria. La partita mi ha ricordato molto gara 1, con la differenza che abbiamo finito meglio andando a canestro e lo abbiamo attaccato di più. In gara 4 ero frustrato dall'errore di gara 3 e ne sono rimasto condizionato, questa sera ho ricominciato da zero ed ho giocato come so."
A fargli da contraltare c'è stato il miglior Tim Duncan della serie, che con 24 punti e 9 rimbalzi è tornato ad essere una presenza pericolosa in post, posizione dalla quale è riuscito anche a far girare ottimamente il pallone per gli esterni, come testimoniano i 5 assists registrati dal caraibico, a conferma anche della ritrovata vena da oltre l'arco dei compagni.
Parker il tiro da fuori non l'ha utilizzato molto, ma le sue scorribande in area pitturata gli sono valse 21 punti con 8/14 al tiro in una serata dove è uscito netto vincitore dal confronto diretto con Mike Bibby, in difficoltà sia difensivamente che offensivamente (8 punti, 3/12).
Ma forse più del contributo del francese, ieri sera è contato quello di Bruce Bowen, che oltre alla solita difesa arcigna ha terminato con 16 punti e due soli errori al tiro, segno di un suo maggiore coinvolgimento in attacco e sicuramente uno dei fattori che hanno contribuito a migliorare gli 88.4 punti segnati dagli Spurs in California, mentre dalla panchina Michael Finley si è rivelato ancora come uno dei barometri di questa squadra, chiudendo con 10 punti ed una manciata di tiri segnati quando davvero contava.
Statisticamente, al di là del 109-98 finale, gli Spurs hanno fatto meglio degli avversari, tirando dal campo con il 57.4% con il 42% da tre, eseguendo molto bene i liberi (l'88% è la percentuale più alta della serie) ed concludendo con un +10 sia per rimbalzi presi che per assists dati rispetto ai Kings, che nonostante i numeri, sono stati capaci comunque di rimontare 14 punti di svantaggio nel quarto periodo per spaventare ancora una volta la squadra texana.
Trascinati da un Bonzi Wells immarcabile e mai visto così in forma, i Kings sono resuscitati da un parziale passivo di 22-7 subìto nel terzo periodo: Wells, che si sta distinguendo come miglior King della serie, ha lanciato e terminato una rimonta culminata con la tripla del 91 pari a 3 minuti dalla conclusione, resa poi inutile dal contro-parziale decisivo di Ginobili e soci, ma non per questo meno significativa.
Wells ha concluso la sua partita con 38 punti ed un'altra prestazione altisonante sotto canestro con 12 rimbalzi ed il suo 13/20 al tiro è stato arricchito da un perfetto 3/3 da oltre l'arco; la varietà di modi con cui ha segnato è stata la stessa delle ultime due gare, ovvero tiri da fuori, jumpers dalla media e soprattutto penetrazioni decise in entrata, segnando ad un certo punto della gara 10 dei suoi 13 tiri tentati contro il 12/38 del resto della squadra.
Secondo miglior marcatore per Sacramento è stato Artest con 24 punti, ed in doppia cifra sono andati anche Kevin Martin e Brad Miller, rispettivamente con 11 e 10 punti, ma secondo Ron Ron la bella prestazione offensiva è stata rovinata dalla concessione di troppi canestri da sotto: "Credo che abbiamo tirato molto bene da fuori stasera e discretamente per quanto riguarda la percentuale totale: è un peccato aver rovinato questa statistica non eseguendo gli schemi difensivi al meglio. Loro hanno vinto semplicemente perché abbiamo concesso troppo in area verniciata e con una squadra come questa non ce lo possiamo permettere."
Venerdì sera, quando si rientrerà alla Arco Arena per gara 6, l'atmosfera sarà di quelle speciali, perché la stagione dei Kings rischia di non avere un domani: la storia ci dice che il vincitore di gara 5 di una serie ferma sul 2-2 ha vinto la serie stessa 107 volte su 128 occasioni.
Ma nella mente di Ron e Bonzi questi numeri non contano nulla e la serie non è ancora finita. Anzi.