Dirk Nowitzki ha sovrastato gli avversari diretti in ogni partita…
La serie è finita. Uno sweep e Dallas si piazza in semifinale di Conference e i Grizzlies vanno in vacanza. Per i Mavericks non poteva andare meglio: quattro vittorie convincenti per aumentare la fiducia, quattro vittorie veloci per riposare prima delle semifinali e l'impressione che attualmente siano i più in forma di tutti.
Per i Grizzlies peggio non poteva andare: terzo “sweep” su tre presenze in "postseason", una marea di dubbi sul futuro di una squadra piena di veterani e un'ultima sconfitta davvero cocente. Basta leggere il risultato per capire quanto hanno giocato bene gli uomini di Avery e quanto abbiano giocato male quelli di Mike: 102-76.
Se negli ultimi due recap criticavamo (velatamente, sia ben chiaro) i Mavericks per un leggero peggioramente in attacco e nel coinvolgere la panchina, oggi tocca dire che Nowitzki e soci ci hanno semplicemente smentito con i fatti. Il tedesco ha segnato meno ma ha dato la sensazione di dominare sempre la partita, Howard ha segnato 24 punti confermando la statistica che quando ne segna più di 20 i Mavs vincono sempre e Stackhouse si è vendicato del sesto uomo dell'anno Mike Miller mostrandogli che è il più forte raggiungendo quota 19.
Per capire l'efficacia in attacco di Dallas basta vedere le percentuali: 49% dal campo, 58% dall'arco dei tre punti (con Nowitzki 3 su 3 e Howard 3 su 4) e 100% dai liberi. È quasi inutile dire che con un attacco così ispirato e una difesa così solida per gli Spurs in semifinale (se ci arrivano) sarà durissima.
I Grizzlies dal canto loro hanno tenuto bene per quasi due quarti, quando mancavano due minuti per andare negli spogliatoi, il risultato, infatti, era ancora un dignitoso 38-35 per i Texani. Poi un parziale di 10-4 ha praticamente sotterrato le speranze dei concittadini di Elvis. Nowitzki ha poi subito chiuso qualsiasi barlume lontano di rimonta con 5 punti rispondendo a un mini-parziale di 4-0 per Gasol e soci. Da quel momento in poi, il vantaggio è oscillato dai 10 ai 30 punti, rendendo la partita praticamente una parata militare.
Gasol si è trovato solo come non mai e ha dovuto tirare diciannove volte, segnandone solo nove, per 25 innocui punti visto che il secondo miglior "scorer" di Memphis è stato Mike Miller con 10. Atkins è stato inutile, idem il suo "backup" Jackson e così tutti gli altri, menzione speciale per Tsakalidis che dopo un buon inizio nella prima partita è andato in vacanza.
I Grizz anche a rimbalzo sono stati demoliti: 45-32. "Credo che il nostro attacco sia stato povero - ammetteva Battier - e anche la nostra difesa nei momenti importanti. Ma bisogna anche fare i complimenti a Dallas che gioca come una squadra campione".
"Credo sia stata la nostra miglior prestazione fino al momento - dichiarava un contento, ma cauto, Johnson - Prima della partita abbiamo parlato di come fosse importante giocare duri e attenti in difesa per chiudere la serie".
E così è stato fatto, limitando i giocatori di Fratello a uno scialbo 41% dal campo e 0 su 7 nei tiri da tre, rendendo l'efficacia offensiva della prima partita un vero e proprio miraggio lontano.
"È difficile riprendersi mentalmente sul 3-0 - sosteneva un affranto Gasol - Loro si trovano bene quando sono in vantaggio e noi non avevamo la forza di cercare la rimonta". In effetti i Grizzlies non hanno mai preso il comando dopo un 8-7 a 3 minuti e mezzo dall'inizio della partita.
Dopo il terzo "sweep" della loro recente storia ai playoff, per Memphis si apre una difficile estate. In mezzo all'amarezza di sapere di "essersela cercata" vincendo troppo nelle ultime settimane, Jerry "the logo" West dovrà cercare di capire se Fratello, reo di vari errori, è l'uomo giusto e sicuramente dovrà portare nel Tennessee qualche giocatore capace di aiutare Gasol in attacco e dare il definitivo salto di qualità a una squadra che è colma di giocatori in declino.
Ora invece per Dallas, dopo il primo "sweep" della sua relativamente corta storia, ci sono vari giorni di riposo che possono arrivare anche fino a una settimana circa se i Kings forzano la settima partita contro gli Spurs.
Comunque sia, chiunque vinca si ritroverà un rivale fresco e decisamente fiducioso di fare grandi cose. "Credo siamo cresciuti in questa serie - diceva Jason Terry, autore di 12 punti - sia oggi che in gara 3. Siamo pronti per Sacramento o San Antonio". Senza dubbio, lo sono.