Seattle: tutto da rifare?!

Ray Allen, un punto fermo nella difficile stagione Sonics…

Niente da fare.

Dare il ben servito a coach McMillan dopo anni di miracoli (perché dopo questa stagione solo così si possono definire i risultati dell'allenatore dei Portlanda Trail Blazers") non è stata un'idea brillante, visti i risultati che i Sonics, o meglio, ciò che resta della squadra da playoff che solo un anno fa rese la vita durissima agli Spurs.

Non è servito mettere un allenatore come Bob Weiss alla guida di una squadra che aveva bisogno del bastone più della carota perché, dopo alcune scelte di mercato dovute ma sanguinose, Seattle aveva bisogno di un allenatore d'esperienza, con un curriculum di un certo spessore e magari di una certa esperienza con franchigie vincenti. Sarebbe bastato poco per avere l'ennesima stagione da playoff, ma la dirigenza della franchigia ha pensato bene di fare piazza pulita nel modo sbagliato, partendo cioè dall'allenatore che portava risultati ma che aveva il solo torto di volere un contratto all'altezza del suo lavoro.

Così la scorsa estate Nate McMillan ha scelto i dollari dei "cugini" di Portland, Weiss si è seduto sulla panchina dei Sonics con la nomea di "amico dello spogliatoio" e la stagione è iniziata tra mille sorrisi e pacche sulle spalle, che si sono presto trasformati in musi lunghi e calci nel sedere per il povero Weiss, costretto dalla stessa dirigenza che lo aveva voluto a fare le valigie dopo sole 30 partite (13-17 il bilancio fino a quel momento) ed una terribile sconfitta contro i resti degli Indiana Pacers.

Così via il "coach carota" e dentro il "coach con il bastone" materializzatosi in Bob Hill, l'elegantissimo ex allenatore della Virtus Bologna del primo Michael Ray Richardson visto in Italia ma soprattutto assistente di Weiss e quindi conoscitore dei problemi reali della squadra gialloverde. Scelta discutibile sotto certi aspetti (troppi anni senza il ruolo di capo allenatore dopo l'esperienza agli Spurs pre-Popovich) ma sicuramente efficace per avere un allenatore carismatico in grado di dare motivazioni ad una squadra che si era lasciata praticamente andare senza riuscire a trovare un obbiettivo plausibile per la sua annata.

Hill non ha perso tempo, rendendosi conto che la stagione era andata ha iniziato a tastare il polso dei giocatori formulando una serie di esperimenti che hanno portato a soluzioni drastiche quando si sono materializzate le prime dichiarazioni fuori posto da parte di chi a Seattle non ci voleva più stare, forse già  dal momento in cui Nate McMillan se ne era andato.

Sempre Hill quindi, ha praticamente rifatto la preparazione atletica della squadra per riuscire ad alzare i ritmi di gioco della squadra, fare più punti e limitare al massimo i danni in difesa dove mancava chiaramente un elemento capace di dare intensità  fisica come poteva essere Daniels, il primo ad aver fatto le valigie già  in estate.

Il coach brizzolato ha dato poi, nuovamente fiducia a Luke Ridnour concedendogli qualche giocata fuori dagli schemi in più rispetto all'inizio di stagione, inserendo in quintetto Petro e Swift, due lunghi dal minutaggio minimo nell'ultimo campionato che con Hill hanno trovato maggior tempo sul parquet insieme a Radmanovic, elemento che avrebbe potuto dare pericolosità  dal perimetro per il suo tiro da fuori. Avrebbe potuto, perché dopo qualche parolina di troppo in campo e in spogliatoio, il serbo è stato ceduto immediatamente ai Clippers in cambio di Chris Wilcox, scambio che secondo molti era l'affossamento definitivo per i Sonics per gli alti e bassi del giocatore con la maglio dell'altra Los Angeles.

Allo scadere dei tempi utili per gli scambi di mercato poi i Sonics sono entrati in un giro a quattro squadra che ha portato via Evans, Murray e Potapenko, scontenti per il poco utilizzo, per l'arrivo di Earl Watson, Byron Russel (immediatamente tagliato), Mike Wilks e una seconda scelta del 2008. L'elemento importante di questo scambio è stato Watson, già  a Seattle nel 2001-02 ma tornato nello stato di Washington dopo le esperienza di Memphis e Denver, dando la possibilità  alla sua nuova squadra di lasciare libero Rick Brunson e trovarsi fra le mani un ottimo cambio per Ridnour con maggior tecnica difensiva e discretà  pericolosità  in attacco, sia a ritmi alti (i preferiti del giocatore) che bassi.

Dopo questi cambiamenti Seattle, nonostante l'assenza di Nick Collison e Danny Fortson in area pitturata, hanno mostrato qualche miglioramento: velocità  in attacco, tiro da fuori con passaggi veloci e soprattutto un'ottima difesa di squadra che ha livello di cifre non ha portato a molto, ma che ha in qualche modo rinvigorito un gruppo a cui Hill ha dato responsabilità , proteggendolo anche dalla questione "Arena" che ha caratterizzato il fine della stagione agonistica della franchigia.

A Seattle il contratto d'affitto dell'impianto che ospita i Supersonics, la Key Arena, rappresenta lo scoglio più imponente per la dirigenza baschettara della città , tanto che il commissioner Stern lo ha definito "il meno competitivo della lega". Per questo, anche nella città  della pioggia, ci si sta muovendo (il proprietario Howard Schulz ed il presidente Wally Walker su tutti) per favorire la costruzione di un nuovo impianto o, in alternativa, la ristrutturazione dell'attuale arena, molto indietro per gli standard NBA per logistica ed acustica.

La richiesta, che può sembrare, come del resto per Paul Allen a Portland, considerata in quel caso decisamente fuori luogo, appare invece sotto una luce diversa a Seattle, in virtù del fatto che uno sforzo del genere è appena stato compiuto, in gran parte con denaro pubblico, per i Mariners del baseball (Safeco Field) e per i Seahawks del football (Qwest Field).

In sostanza, quindi, quella di Schulz è una pretesa di "par condicio" che, se da un lato può sembrare più giustificata di quella di Allen (non sarebbe giusto favorire così palesemente le altre due realtà  sportive), dall'altro può essere vista esattamente nel modo opposto (la città  ha già  speso molto per gli altri due impianti, chiedere un ulteriore esborso potrebbe risultare eccessivo per le tasche del city council).

Trovandosi, quindi, in una situazione di stallo, che anche in questo caso potrebbe provocare gravi scompensi finanziari, sia Stern sia Schulz hanno mosso pesanti minacce alle autorità  cittadine, il primo assicurando che la National Basketball Association non resterà  a guardare, il secondo confessando di trovarsi costretto prendere in considerazione l'idea di spostare o cedere la franchigia, pur sapendo di dover fare i conti con una città  che, forse anche per la presenza di Mariners e Seahawks, non è interamente schierata dalla parte dei gialloverdi.

Chris Van Dyk, titolare della singolare associazione dei "Cittadini per cose più importanti" (only in America"), ha infatti affermato che i problemi finanziari dei Sonics sono da imputare più al loro monte salari multimilionario che all'affitto della Key Arena, rincarando la dose dicendosi sicuro che simili "telenovele" sono all'ordine del giorno in ogni città  in cui vengano costruiti stadi professionistici. La Key Arena, secondo lui, non è altro che "un potente simbolo di spreco e mancanza di un governo responsabile".

Parere sicuramente condivisibile, a maggior ragione pensando che dalle nostre parti si discute per la sostituzione di palazzetti ben più longevi, ma la NBA, la modernissima, organizzatissima NBA prevede giustamente alti standard di qualità . Chi decide di "ballare" (e quindi godere di tutti vantaggi che il basket Pro porta con sé) deve attenersi a tutte le direttive che escono dall'Olympic Tower, anche rischiando di alienarsi il supporto e la fiducia di una parte della popolazione.

Un segnale forte è arrivato però dalla stessa dirigenza gialloverde, che ha deciso di rinnovare il contratto di Bob Hill anche per la prossima stagione, garantendo al coach un intero training camp per costruire la "sua" squadra con qualche arrivo accellente. "Abbiamo un buon gruppo di giovani su cui costuire una buona squadra, Allen ha mostrato un grande attaccamente alla maglia" – ha detto il GM Rick Sund nella conferenza stampa per l'annuncio del rinnovo dell'opzione sul Hill – e credo che con un paio di arrivi potremo fare cose interessanti".

Cosa manca? "Un tiratore e un big man esperto che ci dia minuti, qualità  ed esperienza" ha detto Hill, che ha dato mandato al suo "chief execuive" Wally Walker di rinnovare gli accordi con tutti i suoi assistenti per la loro grande disponibilità  che hanno mostrato nei momenti caldi di questa stagione difficile.

Ma le cifre di Bob Hill quali sono state veramente? Dopo 30 partite, le stesse del suo predecessore, aveva un record di 10-20, trasformatosi in un 21-29 al 17 aprile, ma considerando anche che con il mercato chiuso e l'inserimento dei nuovi la squadra ha raccolto un interessante 13-8, il lavoro di Hill qundi qualcosa ha portato.

Il 34-47 finale non è certo confortante, anche perché solo Denver è riuscita a qualificarsi nella Northwest Division e prima dei Sonics sono arrivati gli Utah Jazz (squadra che non farà  comunque i playoff), ma quel che lascia esterrefatti è il fatto che Seattle ha chiuso al terz'ultimo posto della Western Conference, lasciandosi alle spalle Minnesota e (unica vera goduria per l'ambiente") i Portland Trail Blazers di coach McMillan.

Un anno fa Seattle era la squadra campione della Northwest e si preparava ai playoff, ora pensa al futuro, che non è poi così brutto rispetto a qualche mese fa. Si spera in un accordo sulla situazione "Kay Arena", ma basta forse trovare qualche privato che si accolli i costi di una piccola ristrutturazione globale della struttura.

Peccato che il già  citato Paul Allen sia proprio di Seattle ma il destino voglia che sia anche il proprietario dei Balzers. Basterebbe veramente poco.

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