Bannister ora è fermo a causa di un infortunio, ma il suo inizio di stagione è stato promettente…
Dopo anni di polemiche, di prese in giro, di scelte sbagliate e addirittura di voci di trasferimento della franchigia, finalmente i Mets ritrovano il sorriso, con le vittorie sul campo.
La stagione dei New York Mets è partita veramente alla grande, come d'altronde le aspettative della off-season lasciavano trasparire, un mese di aprile contrassegnato dalla solida leadership nella National League East, da un attacco esplosivo, da ottime conferme e da inaspettate sorprese.
Le sorprese si chiamano senza ombra di dubbio Brian Bannister e Xavier Nady, arrivati, soprattutto il primo (un rookie da Southern California), in punta di piedi, e capaci di essere le armi in più di questi Mets di inizio stagione.
Bannister infatti è stato investito del ruolo di quinto partente della rotazione degli arancio-azzurri a pochi giorni dall'inizio della stagione, e ha immediatamente ripagato la fiducia di coach Randolph con super prestazioni. Cinque partite da partente, 2 vittorie e zero sconfitte, una media ERA di 2.89, e una sensazione di grande confidenza e di grande sicurezza sul monte di lancio.
Xavier Nady è arrivato invece dai San Diego Padres come un back-up, un panchinaro di buona sostanza, capace di discrete giocate sia offensive sia difensive, ma senza un nessuna caratteristica altisonante, con un onesto pedigree espresso lampantemente una media di 268 in carriera. Con la maglia dei Mets Nady batte 317, con 6 home-run e un impatto offensivo ai limiti del devastante.
C'è stata la conferma di David Wright, che fin dalla scorsa stagione ha dimostrato di essere una mazza estremamente pericolosa (nelle ultime gare è un pò calato, ma ha pur sempre una media di 329), pur avendo ancora alcuni problemi difensivi, ci sono stati gli altri nuovi arrivi “di nome”, come Carlos Delgado (337 di media e 9 home-run), Paul Lo Duca (294 di media e una sicurezza difensiva che negli ultimi anni Mike Piazza non riusciva più a dare), Billy Wagner (forse il più “sospetto” dei nuovi arrivati, già due blown saves, a fronte delle 5 salvezze e della ottima ERA di 0.89), e ci sono stati gli altri veterani di casacca Mets 2005, Tom Glavine, Pedro Martinez (5 vittorie e zero sconfitte), Josè Reyes (già 11 basi rubate ma una OnBasePercentage di soli 296), Steve Trachsel, Victor Zambrano, Chris Woodward, Carlos Beltran, Kazuo Matsui e Cliff Floyd (forse il giocatore più in difficoltà di questo inizio stagione, una media battuta di 188).
A questi si sono aggiunti altri giocatori che sono risultati importanti in questo inizio vincente della squadra del Queens, ovvero la sostanza nel bullpen, con Chad Bradford, Duaner Sanchez (ancora con una ERA immacolata, non ha concesso punti, un signor set-up man) e Darren Oliver, e l'intramontabile Julio Franco, capace ancora, a distanza di 24 anni dal suo debutto nella MLB, di fare la differenza.
Siamo ad aprile, siamo appena all'inizio della stagione, e quasi sempre le stagioni dei Mets sono contraddistinte da crolli verticali a cavallo di agosto e settembre, quindi sembra perlomeno prematuro definire la compagine di Willie Randolph una contender.
Infatti, parallelamente al grande inizio, bisogna sempre fare i conti con alcuni problemi che potrebbero influire sul rendimento dei Mets, ad esempio il fatto che la “panchina” degli outfielders è praticamente inesistente, e con i frequenti infortuni di Floyd e Beltran non è certo un bel segno, che il bullpen finora non è mai stato testato fino in fondo, che la rotazione dei partenti è precariamente equilibrata sul rendimento di Glavine e Zambrano, quelli che potenzialmente sono più inclini a cali di forma (tenendo conto anche del fatto che Bannister è un rookie, e che potrebbe “scoppiare” da un momento all'altro), e che Willie Randolph deve dimostrare di essere un uomo di polso, non facendosi sfuggire lo spogliatoio di mano come era successo verso la fine della scorsa stagione.
Detto questo, alla luce delle prestazioni viste fin qui, per i Mets si prospetta comunque un futuro roseo, da costruire comunque ancora, partita dopo partita, durante la lunga e splendida estate del baseball americano.