Kirk Hinrich è imprendibile per la difesa degli Heat…
La serie è tutt'altro che chiusa. Firmato Kirk Hinrich.
Si può riassumere così Gara 4 della serie fra Bulls e Heat, in uno United Center gremito in ogni ordine di posti - e sotto lo sguardo sornione dell'indimenticato Scottie Pippen, accomodato in alto in una luxury suite.
Le vittorie in questa serie sono finora sempre arrivate a favore della squadra di casa, e il motivo è presto detto: a Miami si gioca lo sport preferito di Shaq, mentre a Chicago il solito "sumo" praticato da The Diesel in post basso è molto meno tollerato, a volte in maniera veramente fiscale.
A 34 anni suonati, il Big Aristotele è ancora giocatore che sa fare la differenza, eccome, specie nei Playoff: ecco perchè con soli 47 minuti giocati nelle ultime 2 partite, Miami fa tremendamente fatica.
La partita parte subito su ritmi elevatissimi, e O'Neal esce subito dalla partita causa continui problemi di falli: ne rientrerà pienamente solo nel quarto periodo. Chicago fa il suo gioco, alternando penetra e scarica a isolamenti sul lato per mettere in crisi i pessimi difensori sul perimetro degli Heat, sfruttando anche l'assenza dell'unico giocatore che in difesa può fare veramente la differenza sugli esterni, James Posey.
Nocioni domina sempre e comunque l'avversario diretta, in attacco e in difesa, mentre la coppia Gordon Hinrich è molto concentrata e gioca assieme divinamente.
Chandler e Sweetney presidiano l'area pitturata, usando tecnica e voglia quando i chili (per il primo) o i centimetri (per il secondo) fanno difetto. Tyson uscirà a pochi minuti dalla fine trasportato a braccia negli spogliatoi tenendosi la caviglia: una sua eventuale assenza in gara 5 sarebbe una mazzata tremenda per i Tori, che perderebbero il loro miglior lungo difensivo, indispensabile per chiudere velocemente i buchi sotto canestro e aiutare sui pick and roll avversari.
Miami rimane a contatto per tutta la partita, con un divario massimo di 12-13 punti, e alla fine rientra, grazie in particolare agli assist di Wade e alle triple di Walker e Anderson: la rimonta sembra possibile, ma termina su un tiro da 9 metri in emergenza di Hinrich, giocatore che dà sempre l'impressione di essere in grado di trovare un modo di vincere le partite. Preziosissimo Duhon, e grande Gordon sotto pressione.
Nelle file degli Heat si segnala il 20 + 10 assist + 6 rimbalzi di Wade, e il suo plateale battibecco con Gary Payton, divisi dai compagni durante un time-out.
Ora si torna a Miami, dove gli Heat sperano nel fattore campo e nel fattore arbitro: ma l'inerzia e l'energia sono completamente dalla parte dei Bulls, e lo spogliatoio di coach Riley sembra veramente una polveriera sul punto di esplodere.
Rimane da capire come una squadra con così tanti punti deboli (difesa sugli esterni, falli dei lunghi, età media molto alta) possa fare tanta strada nei Playoff, Wade o non Wade, Shaq o non Shaq.
Il colpaccio, per Chicago, pare dietro l'angolo…