Jason Kidd ha riportato in suoi Nets in parità nella serie
Ci risiamo. I Nets conquistano (97-88) la Conseco Fieldhouse e riportano la serie in parità . Ora si ritorna alle Meadowsland con l'obbligo, per New Jersey, di continuare a giocare come ha fatto ieri sera perché, non appena i Nets rallentano il ritmo, si ritrovano sempre i Pacers alle calcagna.
In generale la particolarità di questa serie è data dal fatto che ogni partita ha una storia e delle caratteristiche molto diverse l' una dalle altre, con protagonisti che si alternano e il gioco e l'efficacia delle due squadre che cambia non solo da una partita all'altra ma anche all'interno della stessa gara.
Anche gara cinque non ha fatto eccezione, proponendoci una versione dei Nets insolita rispetto al resto della serie; gli ospiti, infatti, sono partiti benissimo, iniziando alla grande la partita e mettendo immediatamente una quindicina di punti di distacco dagli avversari. New Jersey ha, infatti, esordito con un 22-8 che ha allontanato i Pacers, mettendo le cose in chiaro e non permettendo agli avversari di prendere il loro ritmo in attacco, costretti come sono stati a forzare delle situazioni per tentare di recuperare.
I Pacers, infatti, dopo essersi ritrovati sotto già nel primo quarto (24-15), hanno inseguito per tutta la gara, senza mai riuscire veramente a prendere il ritmo della partita, ritrovandosi poi stanchi e non lucidi sul finale di gara, quando gli avversari erano sembrati un po' un po' in confusione o comunque davano l'impressione di aver già tirato i remi in barca pensando di aver già vinto la gara.
Ma Indiana, nonostante all'inizio del quarto periodo fosse sotto di quasi venti punti (76-57), non era convinta di non avere più alcuna possibilità di vincere, ed ha lottato fino alla fine riuscendo, con poco più di due minuti sul cronometro, a riportarsi sotto di cinque (91-86). A questo punto però i Pacers hanno probabilmente finito la birra che avevano in corpo, ritrovandosi schiacciati e sconfitti grazie alle giocate di Vince Carter, che ha messo definitivamente la parola fine, con otto punti negli ultimi due minuti di gara, su una partita che comunque New Jersey ha dominato e meritato ampiamente di vincere.
Carlisle comunque sottolinea come i Pacers, nel momento decisivo, hanno fatto delle scelte sbagliate: "Per cercare di recuperare abbiamo esagerato un po', alcuni giocatori hanno fatto errori che di solito non commettono. Se sei una squadra di veterani ci sono cose che non ti puoi permettere, come avere poca pazienza; è esattamente quello che ci ha penalizzati.".
Kidd, invece, analizza così la gara dei suoi: "Stavolta abbiamo giocato bene per 48 minuti, non solo per un tempo. Credo che, a casa nostra, dobbiamo iniziare esattamente come abbiamo fatto oggi, nel senso che dobbiamo essere capaci di controllare la situazione, creando tiri smarcati. Anche se tutto deve iniziare dalla difesa".
L'uomo partita per i Nets è stato ancora una volta l'ex Raptor Vince Carter, non solo perché ha chiuso la gara nel finale fermando ogni possibile velleità di rimonta da parte degli avversari, ma soprattutto perché ha giocato una partita completa, dimostrando di poter essere utile non solo segnando punti (28 alla fine con 9-15 dal campo) ma anche in altre fasi del gioco. Carter, infatti, ha collezionato anche sei rimbalzi, sei recuperi e sette assist, attaccando il canestro (solo due tiri da tre) non solo per crearsi delle conclusioni per sé stesso ma anche per creare spazi per i compagni, che poi ha puntualmente servito.
Oltre a lui hanno giocato alla grande, come d'altronde in tutta la serie, Jefferson e Krstic. L'ex Arizona sta giocando una serie di altissimo livello, con una costanza di rendimento veramente sorprendente, dimostrandosi una vera e propria sicurezza per i suoi; anche ieri sera ha messo a segno 22 punti, rivelandosi decisvo.
Il lungo serbo, che ieri notte ha segnato 21 punti, ormai non è più una sorpresa, visto che dal suo arrivo nella Lega si è inserito alla grande nei meccanismi soprattutto offensivi della squadra, ed è ormai una pedina fondamentale nello scacchiere di Lawrence Frank. Krstic, infatti, ha la grande capacità di farsi trovare sempre pronto sugli scarichi, sia sotto canestro che quando deve tirare dalla media distanza, da dove ha una mano veramente notevole, ma può anche costruirsi da solo un tiro in caso di necessità . A fine gara si è anche guadagnato i complimenti di Jefferson: "E' stato grande. Credo davvero che, se escludiamo Nowitzki, sia il migliore lungo tiratore della Lega. Non credo che nessun altro lungo tiri come lui, ogni singola gara della stagione. Sta veramente lasciando il segno".
Dall'altra sponda, invece, i Pacers si ritrovano ad aver sprecato il capitale guadagnato con la vittoria di gara uno, e ora sono di nuovo obbligati ad espugnare almeno una volta la Continetal Airlines Arena per passare il turno.
Anche ieri sera coach Rick Carlisle ha dovuto fare a meno di Peja Stojakovic, che continua ad avere dei problemi al ginocchio destro e sembra essere in forte dubbio anche per la gara di martedì notte. In assenza del serbo, la squadra era ancora una volta sulle spalle di Jermaine O'Neal che, però, essendo umano, non ha messo insieme un'altra prestazione monstre come quella di gara quattro, ed allora i Pacers hanno faticato a trovare delle buone soluzioni in attacco.
Non è un caso che, a fine gara, nello staff tecnico di Indiana si punti il dito soprattutto su un aspetto: le palle perse dei Pacers, ben ventidue, undici in più di quelle dei Nets. Ma ancora più preoccupante del dato statistico che riguarda le palle perse, è quello che mette a fuoco il numero di punti che le due squadre hanno realizzato sfruttando gli errori in attacco degli avversari: i Nets hanno realizzato ventitre punti dalle altrettante perse degli avversari, mentre i Pacers hanno cavato solo otto punti dalle undici di New Jersey. Anche Carlisle pensa che sia stata questa la chiave della gara: "Dal punto di vista statistico la storia del match è stata segnata dalle palle perse. In qualche modo in gara 1 siamo sopravvissuti a 19, ma non potevamo vincere perdendo 23 palloni come è successo ieri sera. A questo punto della stagione non puoi vincere con questi numeri.".
Di conseguenza, per trovare la chiave della gara, non bisogna andare molto distante da questi dati, che mettono in evidenza una situazione dove i Nets sono riusciti difendere meglio, forzando di più i giochi degli avversari, che hanno faticato a trovare degli sbocchi offensivi efficaci.
Un altro modo per comprendere la sconfitta di Indiana è da ricercarsi nei punti in area, dove i Nets hanno fatto quello che hanno voluto, segnandone ben venti in più degli avversari (42-22). Tenere New Jersey lontana dall'area è sempre stata una delle chiavi della serie per i Pacers che, però, non sono riusciti nel loro intento ieri sera, permettendo agli avversari di trovare le conclusioni a loro più congeniali.
La riscossa dei Pacers inizia proprio da qui, dal limitare le caratteristiche dei Nets che diventano ancora più decisive quando giocano sul loro campo, oltre a trovare un contributo maggiore da parte del resto della squadra che non si chiami Anthony Johnson o O'Neal (anche ieri 22 punti), limitato da problemi di falli per la terza partita su quattro. I Pacers anche ieri sera hanno avuto da ridire sull'arbitraggio che, secondo loro, concede troppo agli avversari, ma probabilmente farebbero meglio a giocare e concentrarsi sulla partita che devono disputare piuttosto che incolpare della sconfitta i direttori di gara.
Ora la serie diventa a tre partite, con l'obbligo per i Nets di difendere il fattore campo (come dice anche Carter: "Per le prossime gare, dobbiamo ricordarci delle buone cose che abbiamo fatto e, se vogliamo essere riconosciuti come una buona squadra da playoffs, dobbiamo difendere il nostro campo") e tutta la pressione sulla squadra di Lawrence Frank. Ci si risente martedì notte per gara 5.