Jermaine O'Neal ha distrutto facilmente i lunghi dei Nets
La risposta di O'Neal non si è fatta attendere. La risposta a cosa, direte voi. E' semplice, alle critiche e ai dubbi che sempre ci sono stati su di lui e la sua capacità di trascinare una squadra, ma soprattutto al recentissimo trattamento poco rispettoso (a suo dire) da parte degli arbitri, che in pratica non gli avevano mai permesso di prendere il ritmo in gara 2, condizionato com'era dai falli. O'Neal ha detto di essersi costretto a riguardare le registrazioni delle partite un'infinità di volte, per capire dove aveva sbagliato in questa serie e per cercare di porvi rimedio; una volta evidenziati i problemi (soprattutto la sua staticità offensiva), il numero sette era pronto per entrare in campo.
E la risposta di Jermaine sta tutta in quei 37 punti (con 15 rimbalzi e 4 stoppate con soli tre errori al tiro su quindici tentativi), che ha segnato ieri sera contro i Nets, dimostrazione lampante di come possa essere uno dei giocatori più decisivi della Lega, trascinando Indiana alla vittoria (107-95) contro New Jersey e consegnando ai suoi il vantaggio nella serie, che ora i Pacers conducono per 2-1.
Il migliore giocatore dei Pacers (come detto anche da coach Carlisle a fine gara: "Jermaine è un top player in questa lega; sappiamo che ha perso molte partite quest'anno, ma noi non possiamo vincere questa serie se lui non gioca al suo livello"), che aveva segnato solo ventisette punti nelle due partite precedenti, ha quindi trascinato i suoi ad una vittoria importante, che mette molta pressione sui Nets per gara 4, visto che ora è New Jersey, dopo la sconfitta nella prima partita della serie, a dover vincere un match sul campo nemico per riportare la situazione a suo favore.
I Nets hanno sofferto l'aggressività degli avversari e hanno subito l'ottava sconfitta nelle ultime nove partite di playoffs disputate, un ritmo di sicuro non sufficiente per una squadra che in molti, all'inizio della post season, pronosticavano come possibile sorpresa nel finale di stagione all'interno della Eastern Conference.
New Jersey ha retto più che bene per la prima metà di gara, chiusa con un 55-51 a suo favore, sulle ali di un Vince Carter preciso ed efficace, che ha messo a segno ben ventuno punti nei primi ventiquattro minuti di partita.
Il problema per i Nets è che nella seconda metà di gara il numero quindici ha smesso di segnare (solo quattro punti realizzati), privando la squadra di una bocca da fuoco importante proprio nel momento in cui, dall'altra parte, si stava risvegliando Jermaine O'Neal che, con dieci punti in un terzo quarto da lui dominato ("E' stato grande in ogni parte del campo e in ogni aspetto del gioco. Era solo questione di tempo prima che facesse una grande partita" ha detto di lui Vince Carter), portando i suoi a +8 dopo tre quarti di gara (78-70).
A questo punto a chiudere la pratica Nets ci ha pensato Anthony Johnson, ex che sta giocando una serie fantastica, segnando dieci punti consecutivi che hanno dato dodici punti di vantaggio (94-82) ai Pacers, a poco più di cinque minuti dal termine della gara. A questo punto i padroni di casa non hanno dovuto far altro che controllare la situazione sul finire della partita, portando a casa una vittoria fondamentale.
Come detto Indiana, oltre ad un O'Neal ai limiti della perfezione (12/15 dal campo e 13/14 dalla lunetta) ha trovato una prova maiuscola da Johnson, che ha vinto alla grande il duello diretto contro il suo ex compagno ( etitolare del ruolo) Jason Kidd, mettendo a segno il suo career high nei playoffs di 25 punti, conditi da cinque rimbalzi, con una leadership ed un controllo della squadra senza precedenti.
Nel post-partita la point guard dei Pacers ha raccolto gli elogi del suo coach: "Anthony sta giocando con grande consapevolezza e saggezza. E' un giocatore che riesce a sentire il polso della squadra che guida, perché conosce la squadra meglio di qualsiasi giocatore che io abbia mai avuto la possibilità di allenare.
I Nets si ritrovano alla fine con una sconfitta sul groppone e con l'obbligo, nella prossima partita, di portare a casa una vittoria per continuare ad avere delle serie chance nei playoffs, e per fare ciò ci sarà bisogno di una buona prova di tutta la squadra, cercando di ritrovare il contributo sotto canestro di Krstic, un po' opaco dopo la grande gara di martedì.
Ai Nets non è servito neanche il loro proverbiale contropiede (quindici punti in transizione contro i soli cinque degli avversari), visto che i Pacers, appena potevano, abbassavano il ritmo e soprattutto hanno avuto, nel corso di tutta la partita, un attacco molto efficace che capitalizzava al massimo le opportunità che si venivano a creare.
Inoltre gli ospiti si sono trovati, a fine partita, a fare i conti con un tabellino che diceva che soli tre uomini (i soliti tre, Carter-Kidd-Jefferson) hanno segnato in doppia cifra, con il solo Krstic (fermo a quota nove) che può rappresentare un'alternativa credibile. Il resto della squadra sta producendo poco, non dando un sostegno credibile ai tre migliori giocatori della squadra che comunque, da soli, non possono fare miracoli. Probabilmente si sta palesando uno dei problemi da sempre più evidenti dei Nets, cioè quello di avere delle seconde linee non all'altezza dei titolari, difetto notevole per una squadra partita con aspirazioni di fare strada nei playoffs.
Decisivo per il risultato finale è stato il parziale del terzo quarto, dove i Pacers hanno segnato dodici punti in più degli avversari, capovolgendo la situazione e guadagnando fiducia, come analizza a mente fredda Vince Carter: "Non abbiamo fatto il nostro dovere in nessuna parte del campo. Non abbiamo segnato i tiri e abbiamo reso loro la vita un po' tropo facile in ogni aspetto del gioco. Il risultato è stato un 27-15 per loro"
Il problema dei Nets è stato difensivo, in quanto hanno concesso 102 punti con più del cinquanta per cento dal campo ad una squadra che di certo non è conosciuta per il suo attacco stellare, e alla fine la chiave di lettura per gara 4 deve essere per forza difensiva, come sottolineano Jason Kidd: "Oggi non abbiamo difeso. Hanno avuto ogni tipo di opportunità , da Jermaine O'Neal ai layup. Tutta la squadra non ha difeso" e Richard Jefferson: "La nostra difesa non è stata buona e il nostro attacco è stato anche due volte peggiore".
Le prossime gare ci diranno di più di New Jersey e soprattutto il coaching staff si aspetta delle risposte dal reparto lunghi che, nonostante sia composto di buoni difensori (Cliff Robinson e Jason Collins su tutti), ieri sera non è riuscita a trovare una risposta credibile a Jermaine O'Neal che invece era stato controllato alle Meadowsland.
La risposta a questa differenza di rendimento nella difesa ospite può essere dato anche dal fatto che O'Neal, come lui steso ha dichiarato, si senta chiaramente più a suo agio in casa sua, ma i Nets non vogliono escludere neanche la possibilità di un condizionamento arbitrale dopo tutte le polemiche scatenate dai Pacers per l'arbitraggio contro JO nella scorsa gara e soprattutto dopo che la NBA aveva inflitto, per le dichiarazioni sull'arbitraggio, una multa di 15.000$ al numero sette dei Pacers.
A New Jersey non hanno assolutamente timore a sostenere che gli arbitri potrebbero essere stati influenzati da questa situazione, fischiando molto di più a protezione di O'Neal e costringendo la difesa ad allentare la sua attenzione sul lungo avversario, permettendogli di trovare i suoi spazi e castigare i Nets, o di aprire sul perimetro dove Jackson e il rientrante Stojakovic erano appostati per tirare.
Ma la sconfitta dei Nets non può essere stata una conseguenza solo delle decisioni arbitrali, ma anche di una superiorità in campo dei Pacers, che non solo hanno vinto la battaglia dei rimbalzi (43-30), ma hanno anche tirato con un ottimo 52% dal campo, mentre i Nets hanno realizzato solo ventinove delle settantacinque conclusioni tentate, con una percentuale del 38%.
Deve partire da qui il miglioramento di New Jersey e per saper come andranno le cose, l'appuntamento è sabato sera, per vedere se i Nets saranno capaci di vincere alla Conseco Fieldouse, evitando di andare sotto 3-1 nella serie, una situazione dalla quale è difficile risorgere, come dimostra il fatto che solo sette squadre nella storia della Lega hanno poi portato a casa la serie.