Carter si è riscattato in Gara 2
1-1. I Nets hanno pareggiato la serie contro Indiana (90-75 il finale), rispondendo alla grande alle critiche che erano piovute addosso alla squadra dopo la sconfitta di gara 1, in una partita in un certo senso storica per la NBA, visto che è stata la prima di playoffs con un arbitro donna a far parte della terna arbitrale (Violet Palmer).
Non è un caso che il giocatore più bersagliato dopo la sconfitta nella prima partita della serie sia anche stato il migliore di gara 2. Sto ovviamente parlando di Vince Carter, che ha mostrato un carattere ed una capacità di reazione alle critiche che denota la sua (forse) avvenuta maturazione, e risponde come meglio non si può: 33 punti con 12/20 dal campo (con la pecca dell' 1/6 da tre), ma soprattutto un atteggiamento diverso e la volontà , sin dal primo minuto del match, di attaccare il canestro.
Insieme a questo positivo Vince Carter ha giocato bene tutta New Jersey, che ha reagito bene alla sconfitta iniziale della serie, giocando un'ottima partita e non facendosi condizionare minimamente dal punto di vista psicologico da quello che era successo nei primi quarantotto minuti della serie.
I Nets hanno fatto, in gara 2, quello che avrebbero dovuto fare già nella prima partita, mettendo in pratica alla perfezione quello che deve essere sempre e comunque il loro piano partita contro i Pacers: fare contropiede (14 punti in transizione contro gli otto degli avversari) e andare a giocare sotto canestro (dieci punti in più degli avversari in area pitturata, 24-34).
Non è estranea, a questa migliore messa in pratica della strategia di gara da parte dei Nets, la buona prova di Jason Kidd, nonostante tutto barometro della sua squadra, che è andato a quattro punti dalla sua nona tripla doppia in carriera, mettendo a segno sei punti ma con 11 rimbalzi e 13 assist. Insomma il solito Kidd distributore che mette in condizioni i suoi compagni di giocare più tranquilli.
Insieme al duo sopracitato, che aveva toppato gara 1, si sono confermati i due che già nella prima gara della serie avevano fatto sentire il loro contributo e la loro efficacia, vale a dire Richard Jefferson (21 alla fine), protagonista anche della più bella giocata della serata, una schiacciata rovesciata, e Nenad Krstic, che ieri notte ha messo a segno la prima doppia doppia della sua carriera nei playoffs (20 punti e 10 rimbalzi).
A Indiana, invece, è andato tutto male a cominciare dall'assenza, per un piccolo problema al ginocchio, di Peja Stojakovic, per proseguire con i problemi di falli di Jermaine O'Neal che, per questo motivo, non è mai riuscito a prendere veramente il ritmo della gara.
Il lungo dei Pacers si è visto condizionato dai falli sin dall'inizio della partita, visto che dopo il primo quarto aveva a referto cinque falli, ed il quarto gli è stato fischiato già in apertura di terzo periodo; a fine gara O'Neal si è lamentato del trattamento ricevuto: "Chiaramente, quando ti fischiano dei falli del genere, soprattutto in serate come questa, la frustrazione è tanta. In particolare è difficile se poi onorano delle simulazioni. E' dura, ma nei playoffs bisogna andare avanti".
E' chiaro che, senza Stojakovic e con un JO in difficoltà , il gioco dei Pacers non abbia trovato le sue normali sincronie e i suoi sbocchi più normali, visto che sono venuti a mancare non solo la presenza più pericolosa da oltre l'arco dei tre punti, ma anche il giocatore d'area più importante.
Per questo motivo Indiana ha faticato a trovare le migliori soluzioni in attacco, disunendosi un po' in difesa e subendo soprattutto la fisicità dei Nets che, al contrario della prima gara, sono riusciti a dare un'impronta molto fisica alla partita, lavorando di più e meglio in difesa sulle caratteristiche degli avversari, come ha confermato anche Jackson negli spogliatoi: "E' strano, quando giochi duro in entrambi i lati del campo, a volte le cose diventano molto fisiche. Fa parte del gioco, e noi potevamo giocare meglio. Comunque per noi è difficile giocare bene quando sia io che Jermaine abbiamo problemi di falli".
I Pacers non hanno avuto quindi il migliore O'Neal, limitato a trentatre minuti in campo con soli dodici punti segnati (con il 25% dal campo), e a nulla è bastata un'altra grande prova di Anthony Johnson (17 punti) e Fred Jones (13 alla fine per lui), ben supportati dal sempre affidabile, nonostante sia stato anche lui limitato dai falli (come Danny Granger), Stephen Jackson.
La gara ha avuto un andamento abbastanza regolare, con un po' di nervosismo distribuito da entrambe le parti (fischiati quattro tecnici, due per ogni squadra) e con i padroni di casa che sin dall'inizio hanno preso il comando delle operazioni, aumentando il loro vantaggio e dando l'impressione, alla fine del terzo periodo, di poter chiudere agevolmente la pratica, visti anche i venti punti di vantaggio (73-53) con i quali i Nets hanno iniziato l'ultimo quarto.
Il problema è che New Jersey si è poi incartata da sola, probabilmente pensando di aver chiuso la pratica con dodici minuti di anticipo. I Pacers a questo punto hanno dimostrato ancora una volta di essere una squadra di carattere, ed hanno piazzato un parziale impressionante di 18-6 che ad un certo punto ha riaperto la partita, riportandoli, con una schiacciata di Jackson, a soli otto punti di distacco (79-71) dagli avversari con due minuti e mezzo da giocare.
A questo punto i Nets hanno trovato un provvidenziale Vince Carter, che ha tolto le castagne dal fuoco per i suoi, segnando i successivi cinque punti che hanno dato un po' di respiro alla squadra di casa.
Di sicuro è preoccupante il calo verticale di New Jersey nella prima metà del quarto periodo, nella quale i Nets hanno perso completamente le idee in attacco, faticando improvvisamente a trovare la via del canestro (solo sette cesti dal campo per loro nel quarto quarto). Sarà il tempo a dire se questa brutta chiusura di partita da parte degli uomini di coach Lawrence Frank è stato solo un calo di tensione o ci sono delle ulteriori motivazioni che spiegano queste difficoltà .
Comunque i Nets si sono salvati con il solito Carter, protagonista di tutti e sette i canestri dei suoi (cinque segnati e due realizzati grazie ai suoi assist), che ha rispedito indietro il tentativo di rimonta degli avversari, arrivato un pochino troppo tardi per impensierire veramente i Nets.
Il numero quindici di New jersey è stato elogiato a fine gara dal suo coach Lawrence Frank ("Le squadre fanno sempre parziali, sapevamo che loro ne avrebbero realizzato uno, e Vince ha risolto la situazione") e, a fine gara, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Penso di aver fatto una buona gara anche l'altra sera, semplicemente i tiri non sono entrati. E' stato ingiusto criticarmi per le mie scelte di tiro, quando io sono stato sempre aggressivo nel corso della gara. Quando gioco, lo faccio per la mia squadra e tutto quello che conta è che a loro vada bene.".
Ora la serie si sposta alla Conseco Fieldhouse di Indianapolis, uno dei campi più caldi d'America, dove i Pacers, scordate tutte le polemiche sull'arbitraggio di ieri sera, dovranno cercare di difendere il fattore campo, bloccando innanzi tutto l'attacco dei Nets (47% dal campo in gara due) ma soprattutto tirando meglio (35%, invece, per loro), per poi ritornare a New Jersey con la possibilità di chiudere la serie.