Thrilling Heat

Non bastano 30 punti del Chapu e una grande rimonta per avere ragione degli Heat

Un quarto di pura follia ha messo in discussione una gara che sembrava aver scritto la parola fine già  al termine del terzo quarto, in cui i Miami Heat sembravano aver già  messo le olive nel Martini avanti di 20 punti e dando la sensazione di essere in controllo totale del match.

I primi 2 quarti sono filati via lisci, con O'Neal e Jason Williams sugli scudi per Miami che avevano condotto la squadra di Riley sul +7 a 5.4 dal riposo. Sembrava che all'intervallo il gap dovesse essere questo, ma un canestro veloce di J-Will e una rubata più schiacciata di Wade in quei 5 secondi hanno dato il +11 a Miami, e soprattutto una mazzata tremenda al morale dei Bulls che infatti ancora intontiti incassano altri 2 canestri andando sotto di 15 in apertura di terzo periodo. L'immenso cuore del Chapu guida un parzialino di 7-0 che rimette in partita i Bulls, fermato da un canestro con regia di Wade ed esecuzione di O'Neal.

Due triple, di Walker e Posey, sono il segnale della tempesta che si sta per abbattere sui Bulls, che in men che non si dica prendono anche 20 punti di distacco, e si arriva all'ultimo periodo con 19 punti di vantaggio Miami.

Sembra finita, ma nessuno ha fatto i conti con il solito cuore degli IncrediBulls, che guidati da Hinrich che realizza 17 dei suoi 29 punti nell'ultimo quarto risalgono fino a -4, con una bomba di Nocioni dopo un errore di Wade, che si conferma come uno dei protagonisti della serie (Trentello con 13-15 al tiro per “El Chapu”).

Manca un minuto e 44 secondi alla sirena, il punteggio è di 108-104 in favore degli Heat e ora l'inerzia sarebbe tutta dalla parte dei Bulls, caricati a mille, e gli Heat vistisi rimontare in un amen 16 punti dovrebbero cadere nel panico.

Ma così non è.

Ancora una volta è Wade a indossare il mantello da eroe, e segna un gol per Miami, interrompendo una carestia offensiva che iniziava a farsi preoccupante, e sull'azione susseguente molla una stoppata a un Ben Gordon un po' sotto tono (soli 13 per Ben) che gira di nuovo l'inerzia della partita a favore della franchigia della Florida, e gara 2 va in ghiaccio.

Miami è stata molto più squadra dei Bulls, ha dato la sensazione di poter controllare la partita a piacimento. Importante sarà  evitare cali di tensione.

Senza Haslem, sospeso per una partita, ha trovato molto spazio Walker, che non ha deluso(17+10) e in generale il dato che colpisce di più è il quintetto interamente in doppia cifra, così come il sesto uomo Payton e Doleac a un passo dalla doppia cifra (8 punti per lui).

Detto delle grandi prove di Hinrich, grande leader nell'ultimo quarto, e dei cojotes di Nocioni, l'unico a crederci veramente, ha deluso un po' Gordon, tenuto a soli 13 punti dopo gli sfracelli di gara 1. Bene Deng, ancora una volta frenato dai problemi di falli Chandler.

“Ora dobbiamo andare a Chicago e cercare di vincere la prima” promette un battagliero Wade, probabilmente ricordando come un 2-0 non sia garanzia di superare il turno, come ben sanno i Bulls che lo scorso anno dilapidarono questo patrimonio contro Washington.
Hinrich promette battaglia: “Non è ancora finita, loro hanno sfruttato il vantaggio del fattore campo, noi cercheremo di fare lo stesso”.

Pat Riley, nonostante la vittoria, non si dà  pace per aver rimesso in discussione una partita già  praticamente vinta: “Abbiamo giocato di nuovo ad altissimo livello. Abbiamo messo tantissima energia, spirito e abbiamo mosso bene la palla, ma non siamo stati in grado di ammazzare la partita. Questo mi dà  molto fastidio e dovrebbe fare lo stesso effeto anche ai miei giocatori. Ma siamo 2-0, questo è quel che conta.”

“Siamo riusciti a renderla ancora una volta interessante alla fine, ma durante la partita siamo stati dominati ancora dall'inizio alla fine” è la candida ammissione di coach Skiles.

Gara 3 è im programma allo Unied Center di Chicago Giovedì notte, e sarà  senza dubbio uno statement game: se Miami vincesse potrebbe già  iniziare a contattare gli alberghi di East Rutherford in New Jersey e Indianapolis, altrimenti la questione potrebbe farsi più intricata del previsto.

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